In Italia il ‘doggy bag’ è poco praticato; solo il 15% dei clienti dei ristoranti chiede di portare a casa il cibo avanzato. Presentata a Roma, durante la conferenza stampa organizzata da Fipe e Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica), l’indagine sull’utilizzo della doggy bag. Un tema tornato di attualità anche per la proposta di legge presentata alla Camera da Giandiego Gatta, deputato di Forza Italia e responsabile nazionale Dipartimento pesca e acquacoltura di FI e da Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia, che punta a introdurre l’obbligo in Italia di fornire ai clienti dei ristoranti un contenitore in cui riporre gli avanzi dei loro pasti. Secondo l’indagine, solo il 15,5% degli italiani porta a casa il cibo non consumato al ristorante. Il motivo principale che ostacola il suo utilizzo, secondo ristoratori e consumatori, è una forma di imbarazzo psicologico. Ma tra i clienti cresce la consapevolezza di ridurre gli sprechi alimentari: il 74% degli italiani è a favore della possibilità di portarsi via il cibo che non è riuscito a consumare. Anzi, per il 22% di essi è addirittura una variabile importante nella scelta del ristorante.
Rimpiattino e Sprecometro
Nell’occasione FIPE e Comieco hanno rinnovato la collaborazione che nel 2019 ha promosso il progetto “Rimpiattino” – la versione italiana della “doggy bag” – attraverso il quale sono stati distribuiti ai ristoranti aderenti all’iniziativa iconici contenitori di carta proprio per portare a casa il cibo e il vino non consumati a tavola. In totale, a oggi, sono stati 24.000 i “Rimpiattini” distribuiti tra 875 ristoranti di 22 città. In contemporanea è stata presentata la nuova funzionalità dell’app “Sprecometro” che misura lo spreco alimentare al di fuori delle mura domestiche.
Stoppani: sforzo culturale
Il presidente della Fipe, Lino Enrico Stoppani ha confermato che “il contrasto dello spreco alimentare è un fatto positivo, perché raccoglie anche i valori di Expo Milano 2015 ma la giusta sfida pone anzitutto uno sforzo culturale per superare i tanti pregiudizi che ancora condizionano le scelte delle persone. Occorre, cioè, una “spinta gentile” che porti ad assumere comportamenti virtuosi in grado di fare la differenza. La diffusione su base volontaria del Rimpiattino tra i ristoratori ha proprio l’obiettivo di abbattere il muro dell’imbarazzo che ancora oggi rappresenta l’ostacolo più importante alla diffusione dei comportamenti anti spreco”.
Osservatorio sullo spreco
Secondo Carlo Montalbetti, direttore generale Comieco, “il settore della ristorazione può rappresentare un canale di promozione importante per la corretta gestione di cibo e vino non consumati attraverso l’adozione di buone pratiche.” Montalbetti ha annunciato la fornitura di circa 20.000 Rimpiattini, che i ristoratori potranno richiedere su base volontaria. Più che di obbligatorietà, ha aggiunto, “in rapporto alle food bag nei ristoranti, dovremmo parlare di prevenzione, sostenibilità, educazione alimentare.” Il “Rimpiattino” lanciato già da tempo da Fipe e Comieco restituisce molto bene il senso della prevenzione dello spreco – ha osservato il direttore scientifico Waste Watcher e professore di Economia circolare Andrea Segrè, fondatore della Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco. “Il prossimo 5 febbraio, Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, in occasione dell’evento ufficiale a Roma lanceremo un ‘Osservatorio’ sugli sprechi nella ristorazione italiana grazie alla nuova funzione dell’app istituzionale Sprecometro”.