Il question time non è l’arena giusta per un confronto tra due leader perché non si gioca ad armi pari: chi fa la domanda ha diritto di replica, chi dà la risposta no. Quello andato in scena ieri alla Camera è stato però un assaggio di come potrebbe essere il faccia a faccia televisivo in programma tra Meloni e Schlein.
Meloni ha un argomento di difesa-attacco di carattere generale, forte e indiscutibile: governa da meno di un anno e mezzo mentre il Pd è stato a lungo nella stanza dei bottoni. Come dire, i problemi non li ho creati io ma li ho ereditati da voi. A poco serve a Schlein far notare che lei è segretaria da 10 mesi: in discussione non sono le responsabilità personali ma quelle del partito.
Meloni sembra propensa a sciorinare dati, ricorrendo a paragoni col passato e facendo leva sul realismo imposto dalle ristrettezze economiche, anche queste ereditate dai governi precedenti. Ma non rinuncia a improvvisi e veloci affondi di sciabola, specialità in cui è allenatissima dopo tanti anni di opposizione
Schlein punta tutto sull’emotività, tende a descrivere l’umanità sofferente con uno stile che il M5S ha usato dal 2013 e con buon successo. Ma, appunto, non si tratta di una musica originale ma di un remake.
Schlein usa un frasario abbastanza prevedibile, aggiunge incursioni polemiche quando costruisce etichette ad effetto come “destra letale”, ma difetta di dati concreti, di proposte stringenti sui cui tentare di mettere alle corde la Premier.
Entrambe sembrano voler mantenere il duello su livelli civili, di rispetto reciproco e senza le contumelie che siamo abituati a sentire in tanti talkshow. D’altronde, si tratta di un confronto tra donne ed è bene che entrambe colgano l’occasione per dare una lezione ai loro colleghi uomini e a qualche signora che cerca di imitarli.
Un dato però è importante: Meloni ha riconosciuto a Schlein il ruolo di capo dell’opposizione. E, finché i numeri con cambieranno, sarebbe bene che tra le due le occasioni di confronto fossero più frequenti.
In questa fase politica, l’Italia è l’unica democrazia occidentale in cui le leader di maggioranza e di opposizione sono donne. Chissà che questa singolare coincidenza non possa contribuire ad accendere un maggior interesse verso la politica ,che ha visto per decenni prevalentemente protagonisti dell’altra metà del cielo….