Secondo quanto emerge dalla ricerca svolta da Uilca durante la campagna itinerante “Chiusura filiali? No, grazie”, nove persone su dieci sono insoddisfatte dalla chiusura delle filiali e degli sportelli bancari nel proprio comune e ritengono utile parlare con un operatore bancario. Per otto su dieci non sarebbe lo stesso se lo sportello bancario chiudesse e fosse sostituito da un bancomat. Per sette su dieci la prossimità bancaria influisce sulla propensione all’investimento in prodotti finanziari, a conferma che la banca non è solo un luogo dove custodire i risparmi ma anche il motore dal quale si origina la produzione di ricchezza. “Chiusura filiali? No, grazie” è la prima indagine volta a misurare il sentiment del fenomeno della desertificazione bancaria nel Paese, presentata del presso la sede del Cnel, alla presenza, tra gli altri, del presidente del Cnel Renato Brunetta, del segretario generale Uil PierPaolo Bombardieri e del segretario generale Uilca Fulvio Furlan.
Prelievo contanti e pagamenti
7 intervistati su 10 scelgono solo la banca, il 17,9% sceglie sia la banca che la posta mentre l’8,7% solo la posta. La metà degli intervistati, il 52,4%, si reca generalmente nella propria filiale bancaria almeno una volta al mese, il 21% una volta ogni 6 mesi, il 13,8% una volta l’anno e il 9,8% mai. Le operazioni che vengono più effettuate in banca vedono al primo posto il prelievo di contanti con il 43,5%, seguito dai pagamenti con il 31,8% e dagli investimenti/finanziamenti con il 26%. Il 63,5% ha percepito la mancanza/riduzione della filiale. Per 9 su 10 i servizi bancari in un comune sono molto o abbastanza utili. Per l’86,3% degli intervistati è determinante il rapporto umano e parlare con un operatore bancario per avere informazioni sui servizi necessari. Per 7 persone su 10 – prosegue la ricerca – la banca rappresenta un luogo utile per avere supporto e assistenza su risparmi, investimenti e prestiti. Il 48,8% da quando non ha più lo sportello bancario vicino deve impiegare più tempo per raggiungere la banca; il 31,4% utilizza servizi on line sostitutivi; il 10,9% è costretto ad aspettare la disponibilità di familiari e amici che lo possano accompagnare.
Filiali e comuni di residenza
Per 8 su 10 se si installasse un bancomat al posto della filiale non sarebbe lo stesso. Se chiudesse la propria filiale bancaria, il 66,8% si recherebbe in un ufficio fisico (filiale bancaria/posta). Il 61,9% ritiene che la presenza o l’assenza della banca influisca molto o abbastanza sulla scelta di vivere o abbandonare il proprio comune di residenza e allo stesso tempo sulla propensione a investire in prodotti finanziari (68,8%). Complessivamente la riduzione/chiusura delle filiali nel luogo in cui si vive rende insoddisfatti 9 italiani su 10. Se chiudesse la propria filiale bancaria il 66,8% degli intervistati si recherebbe in un ufficio fisico. Nel dettaglio, il 48,5% “si recherebbe in un’altra filiale bancaria”, il 18,3% “in un ufficio postale” e il 25,4% “utilizzerebbe i servizi della banca on line”. Il 13,8% delle persone dichiara di aver “preferito lasciare il proprio comune per l’assenza di filiali bancarie o altri servizi essenziali”. Secondo il 68,8% la prossimità della filiale bancaria influisce sulla propensione all’investimento in prodotti finanziari. Di questi: “molto” per il 32,5% e “abbastanza” per il 36,3%. Dichiara che influisce “abbastanza” il 54,2% in Sardegna e il 19,7% nel Lazio. Complessivamente la riduzione/chiusura delle filiali bancarie nel luogo in cui si vive rende insoddisfatte 9 persone su 10. L’88%, infatti, si dichiara non soddisfatto: di questi, il 64,6% è “per nulla” soddisfatto e il 23,4% è “poco” soddisfatto.