Nel 2023 le bottiglie di spumante italiano vendute nel mondo sono aumentate del 24% rispetto al 2019, con ben 936 milioni di bottiglie nazionali stappate, più del triplo di quelle di champagne francese che sono state 299 milioni (-8,2 per cento). Questo rilevante dato emerge da un’analisi eseguita dalla Federazione Coldiretti sui dati dell’osservatorio del vino Uiv/ Ismea, nel commentare i dati delle stime consuntive divulgate dal comitato Champagne per il 2023.
A livello internazionale
“Viene stappato all’estero – sottolinea la Coldiretti – oltre i due terzi del consumo di spumante italiano per un totale di 650 milioni di bottiglie, con i brindisi Made in Italy che dominano nettamente a livello internazionale davanti allo champagne francese, che però riesce ancora a spuntare prezzi nettamente superiori. Fuori dai confini nazionali – aggiunge la Federazione – i consumatori più appassionati sono gli americani, dove però le bollicine italiane sono scese per la prima volta in valore del 9%, mentre al secondo posto ci sono gli inglesi, in crescita del 5%. Su valori più bassi si trova la Germania, ma – precisa – con un +8% in valore”. E nonostante le tensioni causate dalla guerra in Russia, lo spumante italiano conquista un incremento dell’8%.
Il Prosecco guida la classifica
Inoltre, i dati mostrano che le bollicine Made in Italy “ormai sfidano alla pari il prestigioso Champagne francese anche in casa”, tanto che proprio nel territorio transalpino si registra una crescita record delle vendite pari al 26%, collocandosi così al quarto posto tra i principali clienti. “A guidare la classifica delle produzioni nazionali è il Prosecco, con un’incidenza del 70% degli spumanti imbottigliati – rileva Coldiretti, – divenendo dei simboli del Made in Italy all’estero”. Secondo la Federazione, ormai gran parte delle bollicine italiane sono i presenti un po’ su tutte le tavole mondiali. “Dal Franciacorta all’Asti, dal Trento Doc alle piccole produzioni che si sono diffuse velocemente lungo tutto lo Stivale, dall’Abruzzo alla Sicilia, passando per Toscana, Marche, Lazio e Umbria – afferma Coldiretti, aggiungendo – ne sono un esempio: Trebbiano, Verdicchio, Oltrepò all’Alta Langa, Moscato, Falanghina, Grechetto, Malvasia, Grillo, Nero d’Avola, Negroamaro, Durello, Vermentino, solo per citarne alcuni”.