In una cerimonia solenne presso l’Università del Piemonte Orientale in quel di Vercelli, si è celebrato ieri il venticinquesimo anniversario dell’istituzione dell’ateneo. L’evento è stato arricchito dalla presenza e dal contributo del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, da sempre attento al mondo dei giovani e al loro futuro.
Nel suo discorso, il Capo dello Stato ha affrontato un tema di risonanza sociale: la percezione della generazione Zeta come disorientata, inerte, estraniata dalla realtà e rinunciataria. “Sinceramente non so da dove possano uscire queste valutazioni così difformi dalla realtà, così gravemente sbagliate sulla nostra giovane generazione. Personalmente penso, costantemente trovandone conferma, che questa sia un motivo di speranza per il nostro Paese”. “E sono anche convinto”, ha aggiunto, “che il disorientamento che realmente talvolta affiora, sia responsabilità di noi adulti. Come potrebbero gli studenti sentirsi al loro agio, trovare parametri di riferimento, coordinate di comportamento nel mondo che oggi gli adulti presentano loro in questo periodo?”.
Il mestiere più bello
La più alta carica dello Stato ha colto l’occasione per richiamare l’importanza delle università e della formazione culturale nel ruolo di trasmettere cultura, sapere e conoscenza. Ha definito questo compito come “il mestiere più bello del mondo” e ha sottolineato l’importanza di rendere i giovani protagonisti, capaci di sviluppare uno spirito critico e di diventare padroni della conoscenza per il futuro. “Questo è il veicolo per fare emozionare gli studenti trasmettendo loro cultura e conoscenza. Questo compito straordinario è affidato ai nostri atenei”, ha aggiunto.
Scambio prezioso di culture
Nel suo intervento, Mattarella ha quindi sottolineato l’importanza dell’unità e indivisibilità della cultura al di sopra delle frontiere come fondamenta della integrazione europea, rievocando la nascita dell’Università del Piemonte Orientale nel contesto di un ampio rinnovamento degli assetti dell’istruzione superiore della Repubblica. L’ateneo è stato istituito con un decreto del Ministro Luigi Berlinguer il 30 luglio 1998, inserendosi in un sistema a rete “che si è sviluppato positivamente, portando benefici al sistema universitario nazionale e ai territori circostanti”. Il Presidente ha richiamato idealmente l’esperienza di 770 anni prima, quando Vercelli ottenne la sua prima sede universitaria, lo studium, che nacque sulla base di un’intesa con le corporazioni degli studenti di Padova e Bologna, seguendo l’antica pratica della ‘peregrinatioaccademica’. Questa pratica vedeva i ‘Clerici vagantes’ muoversi da un’università all’altra, moltiplicando gli scambi culturali tra le diverse sedi europee e manifestando l’unità e l’indivisibilità della cultura al di sopra delle frontiere: “E lì, infatti, che si ritrovano le prime fondamenta della integrazione europea. Non a caso uno dei più felici di successo, emblematica esperienze formula della vita dell’Unione è rappresentata dal programma Erasmus. Dallo scambio prezioso degli studenti che ne vengono arricchiti culturalmente, umanamente”.
Altre presenze
Alla cerimonia d’inaugurazione hanno preso parte anche il Ministro dell’Università e della Ricerca Anna Maria Bernini, il Rettore dell’Ateneo Gian Carlo Avanzi, la Direttrice generale dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale Loredana Segreto, il Rappresentante della comunità studentesca dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale Federico Iato, il Presidente del Dipartimento di Medicina traslazionale Gianluca Aimaretti che ha svolto la Laudatio honoris causa. La Lectio doctoralis è stata svolta da Mariella Enoc, laureata honoris causa in Medicina e Chirurgia. Il capo dello Stato, prima di lasciare Vercelli, ha visitato la mostra al Salone Dugentesco dei ritratti dei Benefattori dell’Ospedale S. Andrea, in occasione degli 800 anni dell’Istituto di cura.