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Crisi di Suez. E Cina e Russia stanno a guardare

mercoledì, 17 Gennaio 2024
1 minuto di lettura

La paralisi del traffico commerciale nel mar Rosso è un problema che non riguarda solo Stati Uniti ed Europa. Oltre ad essere una palese violazione di regole internazionali essa ha ricadute pesanti sull’economia mondiale, con il rischio di una fiammata dell’inflazione e di una brusca frenata sulla crescita globale. Ma, a quanto pare, le altre potenze “amiche”, Cina e Russia, sembrano godersi lo spettacolo senza muovere un dito.

Si sono astenute, insieme ad Algeria e Mozambico, sulla risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu dell’11 gennaio che ha condannato fermamente gli attacchi degli Houthi al largo delle coste dello Yemen.

In quella risoluzione si condanna anche la fornitura di armi a questi terroristi ben organizzati e foraggiati dall’Iran.

Si tratta di parole, come spesso succede nelle risoluzioni delle Nazioni Unite, cui non viene dato seguito. Sicché, sono i Paesi dell’Occidente, ancora una volta che devono farsi carico di far rispettare nei fatti la risoluzione senza averne un mandato esplicito, ma ricorrendo al loro diritto, ribadito dal Consiglio di Sicurezza, di difendere le loro navi dagli attacchi. E l’unico modo per difendere la navigazione è distruggere le basi di lancio e i depositi dei missili degli Houthi.

Insomma, l’Occidente deve fare il lavoro cosiddetto” sporco” a vantaggio di tutti, Russia e Cina incluse, senza che Putin e Xi si scomodino almeno diplomaticamente per convincere gli Houthi a farla finita e per forzare l’Iran a rispettare la risoluzione che condanna la fornitura di armi agli yemeniti.

È una delle tante prove di come il mondo sia oggi in uno stato confusionale in cui certe grandi potenze abbiano perso di vista qualunque senso di responsabilità e si limitino a fare calcoli di bottega.

Siamo ben lontani dall’esempio dato nel 1956 da usa e Unione Sovietica. Nel bel mezzo della guerra fredda Mosca non esitò a minacciare di unirsi agli Stati Uniti e all’Egitto per indurre Francia, Regno Unito e Israele a cessare l’occupazione militare del Canale di Suez. Si trattò di una prova di grande responsabilità da parte delle due superpotenze: gli Stati Uniti e l’Unione sovietica misero da parte per un momento la loro dura competizione e scelsero di agire per ripristinare il diritto internazionale. Usa e Canada agirono in contrasto con gli amici britannici e israeliani.

Si potrebbe concludere amaramente: non ci sono più le superpotenze di una volta

Giuseppe Mazzei

Filosofo, Ph.D. giornalista, lobbista, docente a contratto e saggista. Dal 1979 al 2004 alla Rai, vicedirettore Tg1 e Tg2, quirinalista e responsabile dei rapporti con le Authority. Per 9 anni Direttore dei Rapporti istituzionali di Allianz. Fondatore e Presidente onorario delle associazioni "Il Chiostro - trasparenza e professionalità delle lobby" e "Public Affairs Community of Europe" (PACE). Ha insegnato alla Sapienza, Tor Vergata, Iulm e Luiss di cui ha diretto la Scuola di giornalismo. Scrivi all'autore

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