mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Si accentuano le diseguaglianze. “L’Italia allarghi l’inclusione sociale”

Oxfam. Paperoni sempre più ricchi e poveri sempre più poveri

Sono cinque gli uomini più ricchi del mondo, che negli ultimi quattro anni hanno raddoppiato la loro ricchezza, passando da 405 a 869 miliardi di dollari: Elon Musk, cofondatore e capo di Tesla, SpaceX, Neuralink e The Boring Company, che si occupa delle fasi di design, progettazione e produzione a livello globale dei veicoli elettrici, delle batterie e dei prodotti per l’energia solare dell’azienda; Bernard Jean Étienne Arnault, fondatore, chairman e CEO di LVMH, la più grande compagnia francese che controlla quasi 2/3 del mercato della moda e del lusso a livello globale; Jeff Bezos, fondatore, proprietario e presidente del gruppo Amazon, la più grande società di commercio elettronico al mondo, nonché fondatore e amministratore delegato di Blue Origin, società attiva nei voli spaziali, e proprietario del Washington Post; Lawrence Joseph Ellison, imprenditore e informatico statunitense, cofondatore e CTO della Oracle Corporation, una delle più grandi case di sviluppo del mondo; Warren Edward Buffett, imprenditore, economista e filantropo statunitense, soprannominato “oracolo di Omaha” per la sua abilità di previsione negli investimenti finanziari.

La loro ricchezza cresce di 14 milioni di dollari all’ora e rispetto al 2020 sono più ricchi di 3.300 miliardi di dollari. Se mantengono questo trend, tra dieci anni avremo il primo trilionario della storia. Guardando in area UE, i cinque Paperoni sono Bernard ArnaultAmancio Ortega (fondatore della catena internazionale di negozi di abbigliamento Inditex), Francoise Bettencourt Meyers (ricca ereditiera imprenditrice, filantropa scrittrice), Dieter Schwarz (proprietario dello Schwarz-Gruppe) e l’italiano Giovanni Ferrero, ma la loro ricchezza cresce “solo” di 5,7 milioni l’ora. Cifre da capogiro che emergono dal nuovo rapporto di Oxfam “Disuguaglianza: il potere al servizio di pochi” presentato al Forum economico mondiale di Davos inaugurato ieri.

Mentre i loro patrimoni sono cresciuti tre volte più velocemente del tasso di inflazione, soprattutto nel “2023, destinato ad essere ricordato come l’anno più redditizio di sempre” come scrive il Rapporto. Di contro 5 miliardi di persone restano le più povere al mondo. Se le imprese sono riuscite a tutelare i propri margini di profitto durante la fase più acuta della crisi inflattiva, per quasi 800 milioni di lavoratori occupati in 52 Paesi, i salari non hanno tenuto il passo dell’aumento dei prezzi. Dal 1990 la disuguaglianza internazionale dei redditi ha registrato il più alto incremento su base annua. La maggiore ricchezza resta concentrata nel Nord del mondo, dove vive soltanto il 21% della popolazione mondiale che possiede il 69% della ricchezza netta privata, senza contare poi il divario di genere: gli uomini detengono una ricchezza che supera di 105.000 miliardi di dollari quella delle donne. In sintesi l’1% più ricco del mondo possiede il 59% di tutti i titoli finanziari.

Considerata la perdita di potere d’acquisto della forza lavoro in Italia, l’Oxfam suggerisce di “ripensare profondamente” le misure per l’inclusione sociale e lavorativa, riabbracciando l’approccio universalistico che garantisce a chiunque si trovi in difficoltà la possibilità di accedere a uno schema di reddito minimo fruibile fino a quando la condizione di bisogno persiste e raccomanda, inoltre, di “riconsiderare il rafforzamento della funzione redistributiva della leva fiscale, favorire una generale ricomposizione del prelievo (con spostamento della tassazione dal lavoro su profitti, interessi, rendite finanziarie) e tutelare l’equità orizzontale del sistema impositivo”.

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