In Italia non ci sono, quasi, più analfabeti, cioè coloro che non sanno leggere e scrivere, ma abbondiamo di “analfabeti funzionali”; chi sa leggere e scrivere, ma non capisce cosa sta leggendo. Lo sostiene una ricerca Piaac-Ocse del 2019 (ultima disponibile). Secondo questi dati il 28% della popolazione italiana tra i 16 e 65 anni non è capace di comprendere e usare correttamente le informazioni quotidiane perché non ha sufficienti abilità nella comprensione di un testo. L’Italia è secondo solo alla Turchia dove il 47% non capisce un testo e ha problemi nel fare i calcoli elementari. La pandemia, poi, ha aggravato la situazione.
Oltre dieci milioni di persone
Nella definizione codificata dall’Unesco l’analfabetismo funzionale consiste nella “condizione di una persona incapace di comprendere, valutare, usare e farsi coinvolgere da testi scritti per intervenire attivamente nella società, per raggiungere i propri obiettivi e per sviluppare le proprie conoscenze e potenzialità”. Pertanto la presenza di una elevata percentuale di analfabeti funzionali nella forza lavoro danneggia la competitività del sistema, ma anche la vita collettiva e politica. Secondo la rilevazione Ocse in Italia sono il 27,7% gli italiani inclusi nella definizione di analfabetismo funzionale. Si tratta di una decina di milioni di persone che comprendono soltanto test elementari e espressi con frasi brevi.
Chi non comprende
Tra i Paesi Ocse solo in Turchia e in Cile la percentuale di quanti si ritrovano in una situazione di analfabetismo funzionale è superiore a quella italiana, arrivando rispettivamente al 45,7% e al 53,4%. Mentre la Spagna con il 27,5% raggiunge livelli analoghi a quelli italiani. Al di sopra della media Ocse paesi come Israele, Grecia, Slovenia, Francia. In quest’ultimo caso gli analfabeti funzionali arrivano al 21,6%, contro una media europea del 18,9%. Leggermente meglio fanno Germania e Stati Uniti con il 17,5% ciascuno.
Chi comprende
In Europa i paesi dell’Est sono più avanzati: Repubblica Ceca, Slovacchia, Estonia. In questi la percentuale di analfabeti funzionale è particolarmente bassa, rispettivamente dell’11,8%, dell’11,6% e del 13%. Mentre al massimo livello di comprensione ci sono Finlandia, dove si arriva al 22,2%, Norvegia al 13,7%, Svezia al 16,1%. In Italia siamo fermi al 3,3%. Ma nessuno batte il Giappone, dove allo stesso tempo è altissima la quota di coloro che hanno una comprensione di massimo livello, il 22,6%, e minima quella che si ritrova in una condizione di analfabetismo funzionale, 4,9%. Valori che, naturalmente, incidono anche sulla comprensione degli innumerevoli testi multimediali che propongono i social e le pagine internet.
Istruzione superiore
L’Italia, infine, è il paese con la maggior percentuale di adulti in età lavorativa che possiede la sola licenza media: sono il 33% del totale, un record tra tutti i paesi Ocse. Per i laureati, in confronto al resto dei paesi avanzati, negli anni è cresciuto il distacco in maniera preoccupante: abbiamo solo il 20% di laureati nella fascia 25-64 anni mentre Francia e Spagna oltrepassano il 40% e la media europea è del 33,4%. Tra le lauree le più gettonate sono ingegneria (45.000 laureati nell’anno 2020/2021) e economia (46.700). I dottori di ricerca, grado ritenuto più elevato a livello internazionale, sono appena lo 0,4% (232.833).