La direzione Sanità della Regione Veneto, dopo le notizie circolate sui due morti a Vicenza, per “influenza suina” ha diramato una nota dove si precisa che si tratta “del virus influenzale che circola in modo diffuso in tutte le stagioni dal 2009. Chiamarlo virus da influenza suina – spiega la dirigente Francesca Russo – è un retaggio mediatico che fa pensare a un virus non stagionale.” Ogni anno i virus respiratori, osserva la direzione Sanità veneta, determinano un aumento dei ricoveri e della mortalità nel periodo di circolazione; allo stato attuale sono invece in linea con le stagioni influenzali del periodo pre pandemico. “Il recente report dell’Oms – sottolinea Francesca Russo – conferma infatti che la mortalità è sovrapponibile a quella precedente al periodo della pandemia Covid. Rimane in ogni caso importante la sorveglianza attraverso i medici di medicina generale e pediatri e la sorveglianza ospedaliera”.
Circa 460 morti l’anno
Insomma quando si parla di “morti per influenza” bisogna fare attenzione e anche i numeri non aiutano più di tanto perché, spesso, si tratta soltanto di stime. Secondo i dati Istat, negli ultimi anni, in media circa il 9 per cento della popolazione italiana prende l’influenza, comunque venga chiamata, ma il “tasso di letalità” quasi mai supera lo 0,1 per cento. Nel decennio tra il 2007 e il 2017, i morti “diretti” per influenza sono stati in media 460 l’anno; mentre le stime per i decessi “indiretti” vanno dai 4 mila ai 10 mila l’anno. L’Istituto superiore della Sanità ritiene che diversi studi pubblicati utilizzano differenti metodi statistici per la stima della mortalità per influenza e per le sue complicanze: “è grazie a queste metodologie che si arriva ad attribuire mediamente 8.000 decessi per influenza e le sue complicanze ogni anno in Italia.”
Dati decennali
Dunque nel periodo invernale se si vuole creare apprensione viene molto facile comunicare, ogni giorno, della morte causata dall’influenza. Per quanto riguarda i contagiati, i dati sulle ultime stagioni influenzali hanno mostrato un’ampia variabilità, con punte anche di oltre 8,6 milioni a stagione. Secondo il database di Istat sulle cause iniziali di morte (ossia su quelle malattie che hanno condotto al decesso), nel 2017 (anno con ultimi dati verificati) i morti per influenza sono stati 663, il doppio dei 316 registrati nell’anno precedente. Nel 2015 i decessi sono stati 675 e 272 nel 2014. Tra il 2007 e il 2013 i morti per influenza sono stati rispettivamente: 411, 456, 615, 267, 510, 458 e 417. Tra il 2007 e il 2017 l’influenza è stata la causa iniziale di morte per un totale di 5.060 decessi, una media di 460 l’anno.
Sistemi di rilevamento
L’invecchiamento generale della popolazione, poi, aggiunge grandi quantità di soggetti “fragili”, soprattutto anziani. Nel 2022 si stima che siano arrivati a 15-18.000 gli anziani deceduti per complicanze dell’influenza, contro una media di decessi negli anni precedenti pari a circa 8.000. Quasi un raddoppio. Ma anche in questo caso si tratta solo di una stima e il dato era stato fatto dall’ex presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi. In realtà è molto difficile ottenere dati univoci sull’influenza. Finora ci sono due sistemi accreditati: il primo è il sistema di sorveglianza della mortalità giornaliera (Sismg) che considera 20 città campione italiane che raccolgono quotidianamente il numero di decessi negli ultra 65enni per tutte le cause (e quindi non solo per influenza). L’Istat ogni anno codifica tutti i certificati di morte, compresa l’influenza, e ne attribuisce la causa principale. Ma questo procedimento richiede anni di elaborazione anche perché i decessi classificati per la sola “influenza” risultano non più di qualche centinaio in quanto il virus influenzale aggrava condizioni già compromesse. Nella pratica quotidiana si osserva comunque che ogni anno l’influenza determina un eccesso di mortalità, ovvero che i picchi di mortalità coincidono con i mesi invernali e soprattutto tra le persone anziane e fragili. Esiste un secondo sistema di sorveglianza per la mortalità da influenza, ed è quello delle forme gravi con conferma in laboratorio nei pazienti ricoverati in terapia intensiva. Questo sistema monitora il numero di decessi attribuibili all’influenza che si osservano nella popolazione di pazienti che ha un quadro clinico molto grave.
Medici volontari
Dunque le stime più accreditate parlano di una cifra tra 5 e 8 milioni di persone che ogni anno prende l’influenza, con una media di decessi, dovuti direttamente all’influenza stessa, tra le 400 e 600 persone, concentrate nei mesi invernali e un’incidenza “indiretta” di circa 8.000 morti. Questo perché sull’incidenza della malattia non esiste un sistema di tracciamento veramente a tappeto. I sistemi di monitoraggio che pubblicano dati sono Sismg per la mortalità totale, InfluWeb, InfluNet-Epi e InfluNet-Vir. A questo va aggiunto che ogni anno alcune regioni non riescono ad attivare i sistemi di sorveglianza e quindi le fonti di dati sono anche incomplete. I sistemi di tracciamento, infine, si basano sulle segnalazioni volontarie dei medici di medicina generale e dei Pediatri di libera scelta, e generalmente sono composti da un migliaio di medici sentinella che inviano i dati all’Istituto superiore di sanità.