I neonati e i bambini, se sottoposti a una maggiore visione della Tv o di video, entro il loro secondo anno di vita, potrebbero avere maggiori probabilità di mostrare “comportamenti sensoriali atipici, come essere disinteressati alle attività, cercare stimoli sempre più intensi in un ambiente o essere sopraffatti da sensazioni come suoni forti o luci intense”. Il ‘Drexel’s College of Medicine’, con sede a Filadelfia in Pennsylvania, ha indagato la questione, raccogliendo dati dal National Children’s Study, che riguardavano la visione di televisione o DVD da parte di neonati e bambini, a 12, 18, 24 e 33 mesi. I risultati della ricerca e le considerazioni in merito ai principali scenari futuri sono stati pubblicati sulla rivista medica pediatrica ‘JAMA Pediatrics’.
Lo studio
Per il team di esperti, in generale i bambini esposti al monitor entro i primi due anni di vita, avevano maggiori probabilità di sviluppare comportamenti atipici di elaborazione sensoriale, come “ricerca di sensazioni” ed “evitamento di sensazioni”, nonché “bassa registrazione”, essendo meno sensibili o più lenti a rispondere agli stimoli, come ad esempio essere chiamati per nome, entro i 33 mesi. Lo studio ha preso in esame 1.471 bambini a livello nazionale. I risultati dell’elaborazione sensoriale sono stati valutati a 33 mesi, utilizzando il profilo sensoriale del neonato/bambino attraverso un questionario (ITPS) compiuto da genitori e tutori, elaborato per fornire informazioni su come i bambini realizzano ciò che vedono, sentono e odorano. A seguito delle compilazioni degli ITPS i bambini hanno ottenuto punteggi, consentendo agli esperti di formare tre gruppi: ‘tipici’, ‘alti’ o ‘bassi’ (in base alla frequenza con cui avevano mostrano vari comportamenti legati ai sensi).
I risultati
“Le capacità di elaborazione sensoriale riflettono proprio la capacità del corpo di rispondere in modo efficiente e appropriato alle informazioni e agli stimoli ricevuti dai suoi sistemi sensoriali, come ciò che il bambino sente, vede, tocca e gusta”, spiegano i ricercatori nella pubblicazione. “I risultati dell’analisi eseguita – evidenziano – suggeriscono che a 12 mesi qualsiasi esposizione allo schermo rispetto a nessuna visione della televisione era associata a una probabilità maggiore del 105% di mostrare comportamenti sensoriali ‘alti’ (invece di comportamenti sensoriali ‘tipici’), legati poi a una bassa registrazione a 33 mesi. A 18 mesi, ogni ora aggiuntiva di tempo trascorso davanti allo schermo era associata a un aumento del 23% delle probabilità di mostrare comportamenti sensoriali ‘alti’ legati successivamente all’evitamento delle sensazioni e alla bassa registrazione. A 24 mesi, ogni ora aggiuntiva di tempo trascorso davanti alla Tv era associata a un aumento del 20% delle probabilità di ricerca di sensazioni ‘alte’, sensibilità sensoriale ed evitamento di sensazioni a 33 mesi.
Esiti preoccupanti
Tali nuovi dati si aggiungono a una lista crescente di risultati preoccupanti relativi alla salute e allo sviluppo nei bambini, legati al tempo trascorso davanti allo schermo da piccoli: il ritardo del linguaggio, il disturbo dello spettro autistico, i problemi comportamentali, la difficoltà a dormire, i problemi di attenzione e i ritardi nella risoluzione dei problemi. “Questa associazione potrebbe avere importanti implicazioni per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Adhd) e l’autismo, poiché l’elaborazione sensoriale atipica è molto più diffusa in queste popolazioni” ha affermato Karen Heffler, professoressa associata di Psichiatria presso il Drexel e co-autrice della ricerca. “Considerando questo legame, fra il tempo trascorso davanti allo schermo e un elenco crescente di problemi comportamentali e di sviluppo, potrebbe essere utile per i bambini che mostrano questi sintomi sottoporsi a un periodo di riduzione del tempo trascorso davanti allo schermo, insieme a pratiche di elaborazione sensoriale fornite da terapisti occupazionali” ha suggerito la professoressa Heffler.
Non più di 1 ora al giorno
L’American Academy of Pediatrics, la più grande associazione professionale di pediatri negli Stati Uniti, scoraggia le famiglie dal far trascorrere del tempo davanti allo schermo, ai bambini sotto i 18-24 mesi. Mentre, in generale si raccomandano limiti temporali all’uso dei media digitali, per i bambini dai 2 ai 5 anni, non più di 1 ora al giorno. Nel 2014, negli Stati Uniti, un’altra ricerca aveva stimato che “i bambini sotto i due anni trascorrono in media 3 ore e 3 minuti al giorno davanti alla Tv, rispetto a 1 ora e 19 minuti al giorno nel 1997”. “La formazione e l’educazione dei genitori – ha ribadito David Bennett, professore di Psichiatria al Drexel’s College of Medicine e autore senior della ricerca – sono fondamentali per ridurre al minimo, o si spera anche evitare, il tempo trascorso davanti allo schermo nei bambini di età inferiore ai 2 anni”.