I Paesi Bassi si sono recentemente uniti a Stati Uniti e Giappone nell’imporre limiti all’esportazione di apparecchiature per la produzione di chip, con l’obiettivo di impedire a Pechino di acquisire i chip più avanzati che potrebbero essere utilizzati nell’industria degli armamenti e nel settore della tecnologia avanzata. Citando fonti anonime, l’agenzia di stampa finanziaria Bloomberg ha riferito che i funzionari statunitensi avrebbero contattato il governo olandese e l’Asml alla fine del 2023 per cercare di bloccare le esportazioni di alcuni prodotti chiave dell’azienda, in particolare i sistemi di litografia a semiconduttore.
Ritorsioni sui minerali
Il portavoce del ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin ha criticato quello che ha definito “comportamento intimidatorio” da parte di Washington. Questa decisione, secondo Pechino, “viola gravemente le regole del commercio internazionale, mina seriamente la configurazione dell’industria globale dei semiconduttori e ha gravi conseguenze per la sicurezza e la stabilità delle catene industriali e di fornitura internazionali”. Ora si attendono delle ritorsioni, soprattutto sulle esportazioni di minerali come gallio e garmanio, che sono fondamentali per la produzione di semiconduttori. La Cina ha già dichiarato che avrebbe fermato l’esportazione di una serie di tecnologie per la lavorazione dei metalli delle terre rare. Wang ha avvertito che gli Stati Uniti “inevitabilmente subiranno le conseguenze delle proprie azioni”.
Asml azienda strategica
Negli ultimi anni, la Cina è stata il terzo mercato più grande di Asml dopo Taiwan e Corea del Sud, ma è stato il più grande nel terzo trimestre del 2023, con il 46% delle vendite dell’azienda. Asml è l’unica azienda al mondo che attualmente produce macchine per la litografia ultravioletta estrema (Euv), che consentono la produzione di microchip più piccoli, più veloci e più potenti attraverso l’uso di una lunghezza d’onda della luce più corta. Un sistema di litografia a semiconduttore che prevede un processo in cui schemi di circuiti altamente complessi: per creare un intero microchip, il processo è ripetuto 100 volte o più, sovrapponendo modelli su modelli. La dimensione degli elementi da stampare varia a seconda dello strato, il che significa che vengono utilizzati diversi tipi di sistemi di litografia per strati diversi.
L’Ue: “Produrre in serie”
La Presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha invitato i Paesi dell’UE a investire per “produrre in serie” i semiconduttori nel continente con l’obiettivo di ridurre la dipendenza dall’Asia in questo settore strategico per la transizione energetica. Gli altri maggiori produttori di semiconduttori europei sono la tedesca Infineon, la STMicroelectronics con sede in Svizzera e l’altra azienda olandese NXP, che si classificano al 9°, 10° e 12° posto a livello mondiale in termini di vendite. Nel secondo trimestre del 2023, le vendite di Infineon sono state pari al 35% in più rispetto a quelle del leader del settore Intel. Ma il mercato restadominato da Taiwan, che produce il 90% dei chip più avanzati, dalla Corea del Sud e, in misura crescente, dalla Cina.
Stanziati 3,3 miliardi di euro
Per aumentare la produzione di microchip a livello europeo, l’Unione europea ha messo in campo lo European Chips Act, entrato in vigore a settembre, con l’obiettivo di garantire l’approvvigionamento di semiconduttori in Europa è una nuova impresa comune Chips (JU). L’obiettivo di Bruxelles è quello di raddoppiare la quota di mercato delle aziende UE sul mercato globale dei semiconduttori portandola al 20% nel 2030, con le varie iniziative che fanno parte del Chips Act che mobiliteranno 43 miliardi di euro di investimenti pubblici e privati. L’Eu Chips Act prevede anche lo stanziamento di 3,3 miliardi di euro dal bilancio comune dell’Ue per raggiungere l’obiettivo e di rafforzare la ricerca e lo sviluppo.