Dopo sei mesi consecutivi di inflazione in calo, l’Indice dei Prezzi al Consumo dell’Eurozona è tornato a salire, passando dal 2,4% di novembre al 2,9% di dicembre. Nel dettaglio sull’inflazione su base mensile tuttavia l’aumento dei prezzi da novembre 2023 a dicembre 2023 dovrebbe attestarsi a un livello pari allo 0,2%. L’inflazione è cresciuta prevalentemente nel settore dei servizi, con una variazione dello 0,7%, e in quello dei beni alimentari non processati, dove si nota un aumento dello 0,4%.
Italia più virtuosa
L’Ufficio statistico europeo fa sapere che il settore in cui si riscontra l’inflazione su base annua maggiore è quello dei generi alimentari, dell’alcol e del tabacco, con un tasso del 6,1% (in calo dal 6,9% di novembre 2023). I prezzi nei servizi sono aumentati su base annua del 4%, mentre nel settore dell’energia continua la deflazione, ma in misura minore rispetto a novembre e ottobre (-6,7% invece che l’11,5% di novembre). I Paesi in cui l’aumento dei prezzi dovrebbe mostrare le percentuali più alte sono Slovacchia (6,6%), Austria (5,7%) e Croazia (5,4%). Tra le grandi economie spiccano il 4,1% e il 3,8% attesi rispettivamente per Germania e Francia. In Italia l’inflazione su base annua a dicembre è stimata allo 0,5%, quella su base mensile allo 0,2%.
Famiglie italiane
Mentre l’Istat riferisce che nel terzo trimestre del 2023 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici è aumentato dell’1,8 per cento rispetto al trimestre precedente: i consumi sono cresciuti dell’1,2 per cento e la propensione al risparmio è stimata al 6,9 per cento, in aumento di 0,6 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il potere d’acquisto delle famiglie consumatrici è cresciuto rispetto al trimestre precedente dell’1,3 per cento a fronte di un aumento dei prezzi dello 0,5 per cento. Nel terzo trimestre del 2023 la pressione fiscale è stata pari al 41,2 per cento, in riduzione di 0,2 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Prezzi al consumo
In media, nel 2023 i prezzi al consumo registrano una crescita del 5,7 per cento (+8,1 per cento nel 2022). Secondo le stime preliminari, nel mese di dicembre 2023 l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2 per cento su base mensile e dello 0,6 per cento su base annua (da +0,7 per cento del mese precedente). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (“l’inflazione di fondo”), i prezzi al consumo crescono del 5,1 per cento (+3,8 per cento nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 5,3 per cento (+4,1 per cento nel 2022). Il rallentamento su base tendenziale dell’inflazione è dovuto prevalentemente ai prezzi dei beni energetici regolamentati (che accentuano la loro flessione da -34,9 per cento a -41,7 per cento), a quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +4,6 per cento a +3,6 per cento) e dei beni alimentari lavorati (da +5,8 per cento a +5,0 per cento); per contro, un sostegno alla dinamica dell’inflazione deriva dall’attenuarsi del calo dei prezzi degli energetici non regolamentati (da -22,5 per cento a -21,1 per cento) e dall’accelerazione di quelli dei Beni alimentari non lavorati (da +5,6 per cento a +7,0 per cento).