domenica, 9 Marzo, 2025
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Nigeria. Norme antiterrorismo: spente per sempre le Sim non abbinate al codice fiscale

Facciamo una premessa: in Nigeria vivono 214 milioni di abitanti ed è il paese più popoloso d’Africa. Possiamo affermare, senza esagerare, che un africano su cinque è nigeriano. Possiamo anche dire che si tratti di un popolo molto giovane (e meno longevo) rispetto a quello europeo.

Ebbene, già nel 2021, in piena pandemia mondiale, in Nigeria si voleva introdurre una nuova regola di convivenza: l’associazione obbligatoria di un numero di telefonia mobile (SIM) al cosiddetto “numero di identità nazionale” (NIN), che equivale al codice fiscale nostrano e che fa da preambolo, più o meno, all’identità digitale.

Il governo Federale nigeriano, nel 2021, decise di accelerare il processo di associazione SIM-NIN rendendolo totalmente gratuito, al fine di identificare tutti i possessori di un’utenza telefonica mobile nazionale.

La telefonia mobile, in Nigeria, è – più che altrove – un problema di sicurezza nazionale, poiché trattasi dello strumento preferito in primis dai terroristi ed anche dai delinquenti in genere.

Già nel 2021 in Nigeria non potevano essere emesse tessere SIM senza abbinamento al NIN. Inoltre, le tessere perse, rubate o smarrite, senza abbinamento al NIN, non venivano riemesse, con grande danno alle relazioni per tutti i possessori in buona fede e non delinquenti. A colpi di proroghe e polemiche si è giunti sino al 2023.

Ora tutto accelera potentemente. E purtroppo il prezzo è il sangue, per di più di una unica comunità: quella cristiana. La comunità cristiana è oggetto di attacchi terroristici da parte di estremisti islamici ed anche nei giorni santi del Natale di Gesù sono avvenuti attentati che hanno portato a ben 160 morti: tutti cristiani.

Questa persecuzione dura da anni, purtroppo, nel silenzio dei mass media occidentali e delle istituzioni locali.

Unico provvedimento “radicale” contro il terrorismo (e forse anche contro la privacy dei cittadini onesti) è una recente direttiva della Nigerian Communication Commission: dal 28 febbraio 2024 tutte le SIM non abbinate ad un NIN, verranno “spente”. Leggasi: o il telefono è abbinato ad un individuo con il numero di identità nazionale, oppure viene escluso dalla rete delle telecomunicazioni. Per sempre. E non potrà né chiamare, né ricevere telefonate, tantomeno navigare in internet.

Vediamo i numeri della questione e torniamo ad aprile 2021. Due anni e mezzo fa, le SIM “in bilico” erano ben 70 milioni. Se il contrasto al terrorismo ed alla delinquenza mettono tutti d’accordo, è palesemente insostenibile credere che i terroristi ed i delinquenti in Nigeria siano 70 milioni. Attualmente, ad oggi, si parla di circa 12 milioni di SIM che rischiano di essere oscurate in Nigeria nei prossimi mesi. Questa decisione del governo nigeriano porta con sé numerose e crescenti criticità.

Le implicazioni di privacy sono senza precedenti. E, come spesso accade, le misure restrittive sono prese in occasione di situazioni estreme che invece di essere gestite in modo mirato, generano regole nuove per tutti.

In primo luogo, si tratta di un provvedimento che vede governo e compagnie di telecomunicazioni schierati insieme “contro” i cittadini che non intendono (o che non sappiano di dover) abbinare se stessi alla SIM che utilizzano. Il rischio di un abuso da parte di singoli addetti ai lavori non è solo teorico.

In secondo luogo, il cittadino che non partecipa (consapevolmente o meno) a tale novità, si vedrà estromesso dal mondo delle comunicazioni social e da tutti gli stimoli, anche positivi, che internet e la telefonia portano nella vita delle persone.

In terzo luogo, non è possibile considerare tutti degni di una schedatura (che assomiglia molto ad una vasta operazione di whitelisting, cioè raccolta massiva di dati dalla popolazione), oppure meritevoli di una condanna all’esclusione sociale. Combattere il terrorismo non è la stessa cosa che invadere la sfera personale di milioni di persone.

Se poi torniamo all’argomento “età media”, allora capiamo quanto questo caso nigeriano sia impattante. E noi, in Italia? Sappiamo cosa realmente possano fare le compagnie di telecomunicazioni con i nostri dati? E come queste compagnie collaborino col governo?

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