Per la seconda volta in un mese, l’amministrazione Biden ha bypassato il Congresso per fornire un’ulteriore vendita di armi d’emergenza a Israele nel contesto del conflitto con Hamas. La vendita, del valore di 147,5 milioni di dollari, comprende spolette, caricatori e inneschi, mirando a supportare l’utilizzo dei quasi 14.000 proiettili da 155 mm acquistati dagli Stati Uniti all’inizio di dicembre. Un portavoce del Dipartimento di Stato ha dichiarato: “Data l’urgenza delle esigenze difensive di Israele, il segretario ha informato il Congresso di aver esercitato la sua autorità delegata per determinare l’esistenza di un’emergenza che richiedeva l’immediata approvazione del trasferimento. Gli Stati Uniti sono impegnati nella sicurezza di Israele, ed è vitale per gli interessi nazionali garantire che Israele sia in grado di difendersi dalle minacce che deve affrontare. Questa proposta di vendita è coerente con tali obiettivi.” L’Agenzia per la cooperazione e la sicurezza della difesa, appartenente al Pentagono, ha notificato la vendita al Congresso venerdì dopo l’approvazione del Segretario di Stato Antony Blinken. L’agenzia ha assicurato che la vendita non avrà impatti negativi sulla preparazione della difesa americana e che i proiettili da 155 mm saranno prelevati dalle scorte dell’esercito. Questa decisione si inserisce in un contesto in cui Israele è sotto crescente scrutinio per le sue tattiche militari e il bilancio delle vittime civili, con oltre 21.000 morti a Gaza secondo il Ministero della Sanità palestinese. L’ex funzionario dell’ufficio per il controllo degli armamenti del Dipartimento di Stato, Josh Paul, dimessosi in segno di protesta all’inizio della guerra, ha condannato la seconda vendita affermando che consentirebbe a Israele di perpetuare operazioni con gravi conseguenze per i civili palestinesi. Su Linkedin, Paul ha dichiarato: “Questo è vergognoso, vile e, francamente, dovrebbe rivoltare lo stomaco a qualsiasi essere umano decente”.