Il Papa ha accarezzato sulla guancia tantissimi dei Pueri Cantores in aula Paolo VI. Si è mosso sulla carrozzella, ma aveva lo sguardo felice. Il clima di festa portato da tanti bambini e bambine, oltre tremila, all’udienza con la Federazione internazionale, è stato, evidentemente, corroborante anche per il Pontefice. “Cantate bene eh!” ha commentato Francesco che poi nel suo discorso ha sottolineato quanto è importante il ruolo di un coro e della musica. “Con le vostre voci aiutate le comunità a pregare, ad aprire il cuore al Signore, e questo è fondamentale per la vita della Chiesa.” Nella giornata di ieri il Pontefice ha anche incontrato il Presidente della Camera Lorenzo Fontana, ha ricordato il grande Pelè, mentre il Vaticano ha reso noto il triste bilancio dei missionari morti nel 2023.
Non cercate di apparire
“C’è tanto bisogno di gioia nel mondo! Molte persone, anche giovani, sono prigionieri dell’angoscia, o della noia; il canto e la musica possono toccare i cuori, regalare bellezza e restituire gusto e speranza per la vita”. Ha detto il Papa, che ha anche messo in risalto il valore dell’umiltà e della condivisione: “un cantore che cerca di mettere al centro sé stesso, o di prevalere sugli altri, non è un buon cantore, anzi, spesso rischia di rovinare il lavoro di tutti, e questo si sente subito. Perciò, non cercate di apparire: sforzatevi piuttosto di fondervi insieme, perché nell’unità, che viene dall’umiltà, il vostro canto esprima vera amicizia, con Dio, con gli altri e tra voi”.
Gioia, preghiera e umiltà
Il Papa ha affidato tre parole chiave ai ragazzi e alle ragazze: gioia, preghiera e umiltà. A proposito della prima, spiega che “il canto è gioia, specialmente quando è fatto in coro”. Generazioni di bambini e ragazzi hanno dedicato “tempo e fatica per imparare, eseguire” e tramandarsi composizioni musicali, ha spiegatoFrancesco, e quando si mette “entusiasmo nel cantare”, si fa “un dono grande” a quanti ascoltano. La preghiera canora aiuta gli altri a pregare, ha aggiunto il Pontefice, sviluppando la sua riflessione sulla seconda parola chiave e raccomandando a ogni cantore di tenere sempre “il cuore vicino a Gesù”, sia nel canto sia pregando quotidianamente. Infine l’umiltà e, in particolare, “l’umiltà del cantore”, “perché il cantore, anche nelle parti solistiche, è sempre inserito in un coro”, dove “tutti sono al servizio di tutti”, e poi perché essendo “al servizio di Dio” e aiutando “gli altri a incontrare il Signore, sa anche farsi fa da parte al momento giusto, per lasciare spazio al silenzio”. Infine un ultimo insegnamento; per il Papa, c’è da apprendere da un coro: se “cantare bene insieme richiede fatica, come richiede fatica vivere bene insieme”, l’armonia delle esecuzioni, la luce che traspare dai volti dei cantori e la bellezza delle voci aiutano “a capire che ne vale la pena”.
Lo sport e i valori cristiani
Ieri il Papa ha anche ricordato, ad un anno dalla morte, il campione brasiliano Pelè, avvenuta il 29 dicembre 2022. Il messaggio di Papa Francesco è stato letto nel corso della messa nel Santuario arcidiocesano di Cristo Redentore a Rio de Janeiro. Papa Francesco ha citato la Prima Lettera ai Corinzi quando l’apostolo San Paolo traccia “un mirabile parallelo tra gli sforzi dell’atleta nello stadio e la vita cristiana”. “Molte delle virtù necessarie – scrive Francesco, secondo quanto riferisce Vatican News – per praticare un’attività sportiva, come la perseveranza, la costanza e la temperanza, fanno parte anche delle virtù cristiane.” Per il Pontefice Pelè è stato “senza dubbio un atleta che ha manifestato queste caratteristiche positive dello sport nella sua vita”. Il suo ricordo, aggiunge, rimane indelebile nella mente di molti e incoraggia le nuove generazioni “a guardare allo sport come a un mezzo per rafforzare i legami di unità tra tutti”.
Il sacrificio dei missionari
Giornata nella quale è stato reso noto che nel 2023 sono stati uccisi nel mondo 20 missionari: 1 vescovo, 8 sacerdoti, 2 religiosi non sacerdoti, 1 seminarista, 1 novizio e 7 tra laici e laiche. Nell’elenco dei cristiani impegnati nell’evangelizzazione, che sono stati uccisi nel 2023, sono state inserite anche Samar Kamal Anton, e sua madre, Nahida Khalil Anton, uccise nel conflitto tra Israele e Hamas mentre camminavano verso il convento delle suore di Madre Teresa, nella parrocchia della Sacra Famiglia a Gaza. Una è stata uccisa mentre cercava di portare l’altra in salvo.