Il dibattito sull’uso del telefono cellulare nelle scuole è sempre più importante, soprattutto per il suo impatto sui risultati degli studenti. Ricerche recenti mostrano che una notifica su un dispositivo mobile può distrarre uno studente e impiegare fino a 20 minuti per ritrovare completamente la concentrazione. Inoltre, le riflessioni sull’uso dello smartphone in classe rilevano che limitare l’uso di questi dispositivi è associato a una riduzione dei casi di bullismo.
Le misure
Un rapporto dell’Unesco evidenzia che circa un quarto delle nazioni ha adottato misure legali per combattere l’impatto negativo dei telefoni cellulari sul rendimento scolastico e sul cyberbullismo. Infatti, a livello internazionale, Paesi come la Spagna hanno introdotto normative che limitano l’uso dei dispositivi mobili da parte degli istituti scolastici. Nello specifico, in Spagna, riferisce il quotidiano ‘El Pais’, le direttive variano da regione a regione: alcune impongono divieti parziali mentre altre, come la Catalogna, lasciano discrezionalità alle scuole. In Italia, nel dicembre 2022, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha emesso un avviso che disciplina l’uso dei telefoni cellulari nelle aule scolastiche, confermando il divieto di utilizzo dei cellulari durante le lezioni, considerati fonte di distrazione e irrispettosi nei confronti degli insegnanti.
I ‘pro’
L’uso del telefono cellulare durante le lezioni è dunque associato a una significativa diminuzione dell’attenzione degli studenti. Ma alcuni esperti rimangono divisi sugli effetti pratici di questi divieti, ritenendo che la proibizione totale dell’uso dei telefoni cellulari nelle scuole non sia realistico. Tra i primi punti positivi dei cellulari in classe vi sono: autonomia, comunicazione e socializzazione. Per lo studente poter entrare in contatto con la famiglia facilmente e rapidamente è senza dubbio uno dei maggiori aspetti positivi di avere un cellulare a scuola, soprattutto in caso di emergenza. Le applicazioni degli smartphone consentono inoltre alle famiglie di geo-localizzare la posizione del proprio figlio, in caso di allontanamento. Un altro importante vantaggio degli smartphone è che permettono agli studenti di apprendere ovunque si trovino: possono studiare durante le pause scolastiche o ad esempio nelle ore di studio libero in classe durante le supplenze oppure condividere appunti e immagini nei gruppi di lavoro a scuola. Questa flessibilità può aiutare quindi gli studenti a ottimizzare il loro tempo di studio.
I ‘contro’
Chi si oppone ai telefoni cellulari in classe, sostiene fortemente che non sia possibile arginare un cattivo uso di questo strumento. La questione centrale riguarda la distrazione degli studenti, un concetto di grande rilevanza per i docenti nella gestione dell’aula. Seppur sia vero che gli smartphone a scuola possono offrire agli studenti contenuti e impostazioni didattiche interattive e stimolanti e pur considerando che le famiglie, in caso di necessità, possono interagire tramite un messaggio con propri figli, gli effetti in classe mostrano importanti criticità sulla soglia di attenzione. Anche una singola notifica da un dispositivo mobile, può deviare l’interesse degli studenti durante lo svolgimento delle lezioni, richiedendo fino a 20 minuti per un completo recupero della concentrazione. Inoltre, la tipologia di contenuti che veicolano gli smartphone è diversa da quelli della televisione, del cinema, dei fumetti o dei libri. In particolare, i social media si caratterizzano per contenuti e informazioni frammentate, favorendo allo studente la comprensione di un contenuto “a macchia d’olio”, ma senza andare in profondità e quindi, perdendo molte ulteriori informazioni e soprattutto il radicamento. Infine, il cellulare a scuola può diventare una vera ‘arma’ dei bulli in classe. La dinamica è quasi sempre la stessa: il bullo prende il suo telefonino e filma l’irrisione, le violenze fisiche o verbali che infligge alla vittima di turno.