mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Esteri

Israele: la guerra durerà molti mesi. Iran riprende corsa all’atomica

Tel Aviv combatte su tutti i fronti e chiede armi agli Usa

Israele si spinge verso l’occupazione totale della Striscia di Gaza prima di arrivare a una tregua politico-diplomatica. Nel mirino dell’Idf centinaia di obiettivi di Hamas, persone e strutture, e ieri è stata colpita anche una sede della Mezzaluna Rossa a Khan Yunis. I fronti sono tutti aperti: dal sud del Libano alla Cisgiordania, dal mar Rosso al centro di Gaza City. In India, nella capitale, a Nuova Delhi, c’è stata un’esplosione che ha coinvolto la sede dell’ambasciata israeliana. Mentre l’Iran ha dichiarato che vendicherà l’assassinio, da parte di Israele, del generale dei Pasdaran, Mousavi, che era a Damasco per una ricognizione militare. “La guerra” a Gaza “andrà avanti ancora per molti mesi” ha detto il capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi.

Gallant: attaccati su 7 fronti

La guerra in Medioriente, innescata dall’assalto del 7 ottobre da miliziani di Hamas, sembra inesauribile, in forme, diverse in ogni direzione. In un intervento alla commissione parlamentare per la sicurezza e la difesa, il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha detto che Israele è attaccato su sette fronti, e che su sei di essi ha già reagito. ”Siamo stati attaccati – ha rilevato – da Gaza, Libano, Siria, Cisgiordania, Iraq, Yemen ed Iran”. ”Abbiamo reagito ed operato contro sei di quei fronti”, ha aggiunto, senza tuttavia menzionare quali di essi fosse il settimo. ”Voglio dirlo in maniera esplicita – ha detto il ministro israeliano – chiunque opera contro di noi rappresenta un obiettivo potenziale. Non c’è immunità per alcuno”. Mentre sarebbe stato lanciato dai ribelli Houthi dallo Yemen, ieri, il drone intercettato dal sistema di difesa aerea egiziana abbattuto nei pressi del resort sul Mar Rosso di Dahab, nella penisola del Sinai. Secondo fonti militari, il drone – che si ritiene fosse stato lanciato verso Israele – è stato abbattuto all’interno dello spazio aereo egiziano perché costituiva una chiara minaccia alla sicurezza nazionale.

Onu: proteggere i civili

Un razzo anticarro sparato dal Libano ha colpito in Galilea la chiesa del villaggio di Ikrit, a ridosso del confine. Il villaggio cristiano di Ikrit fu occupato nel 1948 da forze israeliane e gli abitanti furono espulsi per ”ragioni di sicurezza”. Da allora, malgrado ricorsi alla Corte Suprema, è rimasto disabitato ma nella chiesa di Ikrit si svolgono ancora riti. Il custode della chiesa, un uomo di 80 anni, è rimasto ferito in modo non grave. Le Nazioni Unite hanno dichiarato di essere “gravemente preoccupate” per il continuo bombardamento di Israele sulla Striscia di Gaza centrale e hanno esortato le forze israeliane a prendere tutte le misure disponibili per proteggere i civili. Ieri dei proiettili dell’artiglieria israeliana hanno colpito anche i piani superiori della sede della Mezzaluna Rossa palestinese a Khan Yunis, nel settore sud della Striscia di Gaza, e hanno provocato numerosi feriti fra gli sfollati che si trovavano al suo interno. Nuovi lanci di razzi dal Libano sono stati segnalati anche nelle pendici del monte Hermon (al confine nord di Israele) e a Shomera, un villaggio israeliano situato a pochi chilometri dal confine.

Iran: vendetta per Mousavi

Il portavoce del ministero della Difesa iraniano, Reza Talainik, ha dichiarato che “l’uccisione del membro dei Guardiani della rivoluzione Seyyed Razi Mousavi in Siria da parte del regime sionista merita certamente una punizione e i sionisti dovrebbero attendere la punizione dell’Iran”. Talainik ha parlato espressamente di “vendetta” e tacciato Israele di essere per “sua natura” una forza “terroristica e guerrafondaia.” “Anche gli Stati Uniti, la cui natura selvaggia e ingannevole è stata rivelata al mondo, dovranno affrontare il fallimento perché sono partner di Israele nei suoi crimini”, ha sottolineato il ministro iraniano. Intanto gli Stati Uniti hanno effettuato raid aerei in Iraq contro tre obiettivi legati alle milizie filo-iraniane. Gli attacchi sono una rappresaglia per gli attacchi condotti da queste milizie contro basi americane in Iraq e Siria. In uno di questi, contro la base aerea statunitense di Erbil, in Iraq, tre dipendenti sono rimasti feriti – uno in modo grave. L’Aiea, l’Agenzia per l’energia atomica, fa sapere che Teheran è tornata nelle ultime settimane ad un tasso di produzione di uranio arricchito al 60% simile a quello dell’inizio dell’anno, continuando la sua escalation nucleare anche se nega di voler acquisire la bomba atomica. L’Iran ha aumentato la produzione di uranio arricchito al 60% a circa 9 chili al mese dalla fine di novembre, il che “rappresenta un aumento rispetto ai circa 3 chili prodotti al mese da giugno e un ritorno al tasso mensile di 9 chili della prima metà del 2023”, ha denunciato l’agenzia Onu.

Arrestata Jarrar

Fonti dell’emittente araba Al Jazeera affermano che la politica palestinese Khalida Jarrar è stata arrestata dalle forze israeliane a Ramallah, in Cisgiordania. Arrestata già diverse volte in passato, la 60enne è membro del Fronte popolare per la liberazione della Palestina (Fplp) e del Consiglio legislativo palestinese (Plc). Nel 2021 era stata rilasciata da Israele dopo due anni di carcere preventivo, fermata in seguito a un attacco terroristico che costò la vita alla 17enne israeliana Rina Shnerb. Movimento politico e militare di orientamento marxista-leninista, l’Fplp è considerato da Israele – ma anche da Stati Uniti ed Ue – un’organizzazione terroristica.

Ministro Dermer in Usa

Il ministro israeliano degli Affari Strategici, Ron Dermer, vicino al premier Benjamin Netanyahu, si è recato a Washington per colloqui sulla prossima fase della guerra a Gaza. Dermer ha incontrato il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca Jake Sullivan, il segretario di Stato americano Antony Blinken e membri del Congresso. I colloqui riguarderanno il come e in quanto tempo si potrà arrivare a operazioni militari di “bassa intensità” e delle strategia per il dopo guerra. Dermer porrà anche la questione delle scorte di munizioni di Israele e chiede spedizioni più frequenti di armi dagli Stati Uniti.

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