L’Egitto ha lanciato un’iniziativa in tre fasi per arrivare a un cessate il fuoco tra Israele e Hamas. Si propone una tregua di almeno due settimane, durante la quale Hamas rilascerebbe 40 ostaggi israeliani: donne, bambini e anziani malati. In cambio, Israele libererebbe 120 palestinesi dalle sue prigioni, oltre a cessare le ostilità e a permettere l’ingresso di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. Avvio di colloqui palestinesi sponsorizzati dall’Egitto per porre fine alla divisione intra-palestinese e creare un governo tecnico per gestire Gaza e la Cisgiordania. Infine un cessate il fuoco totale e un accordo “globale” per il rilascio di tutti i militari israeliani detenuti da Hamas e da altre fazioni palestinesi, in cambio del ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza. Israele dovrebbe consentire, allo stesso tempo, il ritorno degli sfollati di Gaza nelle loro abitazioni. Sarebbe il primo passo e una grande vittoria del buon senso e l’inizio di una pacificazione duratura che potrebbe portare a una stabilizzazione di lungo termine nell’area. La proposta dovrebbe essere discussa dall’ufficio politico di Hamas in Qatar. Mentre finora non c’è stato alcun commento da parte dell’Egitto o di Hamas, che è classificato come gruppo terroristico da Israele, Unione europea e Stati Uniti.
Triste Natale a Betlemme
Natale in tono minore a Betlemme per il conflitto nella Striscia di Gaza: la tradizionale messa di mezzanotte sarà regolarmente celebrata dal Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, ma senza pellegrini e turisti ad affollare la chiesa di Santa Caterina, adiacente alla Basilica della Natività. Non è neppure certo che possa partecipare il presidente dell’Anp, Abu Mazen, il quale durante il suo discorso di Natale ha detto che “Il sole della libertà e dello stato indipendente con Gerusalemme Est come capitale sta inevitabilmente arrivando, ed è addirittura proprio dietro l’angolo.” Gli alberghi della città in cui nacque Gesù sono vuoti ed è complicato arrivare da Gerusalemme anche se i militari israeliani hanno apertoi varchi dalle 18 alle 23.30 e permesso il viaggio inverso dopo la messa e per alcune ore al mattino; un evento eccezionale dopo il giro di vite sui transiti imposto in seguito all’attacco di Hamas del 7 ottobre. Il Natale in tono minore, senza l’albero e le decorazioni e con gran parte degli eventi cancellati tra cui i fuochi d’artificio sulla Piazza della Mangiatoia, colpisce anche l’economia di questa cittadina di 30mila abitanti della Cisgiordania che si regge sul turismo religioso e che si era già praticamente fermata per due anni a causa della pandemia. Le autorità locali hanno annullato letradizionali luci posizionate in ogni angolo di Betlemme, mentre per la prima volta al posto dell’albero in Piazza della Mangiatoia è stata installata un’opera d’arte intitolata: “Natività sotto le macerie.” L’evento è stato inaugurato da Rula Maayah, ministra palestinese del Turismo, e Hana Hananiyeh, sindaco di Betlemme. L’opera d’arte raffigura il presepe tra i resti di un edificio demolito, a simboleggiare la sofferenza dei palestinesi di Gaza.
Iran colpisce nave cisterna
Mentre cresce la tensione nel mar Rosso in una situazione che sembra coinvolgere sempre più direttamente l’Iran. Una nave cisterna che operava nell’Oceano Indiano è stata colpita da un drone iraniano. Lo ha confermato un funzionario del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Si tratta del settimo attacco iraniano contro navi commerciali dal 2021. La Marina militare della Repubblica islamica ha annunciato anche di aver preso in consegna nuovi missili da crociera con una gittata di 1.000 chilometri. “Il missile da crociera Talaeiyeh ha una gittata di oltre 1.000 chilometri ed è un missile intelligente che può cambiare obiettivo nel corso della missione”, ha detto il capo della Marina iraniana, Shahram Irani, citato dalla stampa locale. Elicotteri da ricognizione, droni e missili da crociera marini sono tra le nuove armi aggiunte all’arsenale della Marina, ha detto Irani, aggiungendo che “tutto questo equipaggiamento è stato progettato e prodotto dall’industria militare iraniana”.
Hamas e gli aiuti umanitari
Forti tensioni si registrano anche attorno ai varchi da dove accedono gli aiuti umanitari. Ieri un adolescente è stato ucciso a Rafah da agenti di Hamas che sono intervenuti durante tumulti scoppiati per accaparrarsi aiuti umanitari. All’ingresso di un camion di aiuti nel rione Sultan molte persone hanno cercato di afferrare scatole di viveri e gli agenti hanno allora esploso spari di avvertimenti in aria. Ma la folla, composta da sfollati, si è subito ingrossata e gli agenti hanno continua a sparare. In questa fase è rimasto ucciso il giovane. La folla si è allora lanciata contro un vicino commissariato di polizia e lo ha attaccato a sassate.
Netanyahu ha ringraziato Biden
Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha ringraziato il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, per la posizione del suo paese nel Consiglio di sicurezza dell’Onu, che ha adottato una risoluzione per rafforzare la ingresso di aiuti umanitari a Gaza che non richieda un cessate il fuoco nella guerra contro Hamas. Netanyahu “ha anche chiarito che Israele continuerà la guerra finché tutti i suoi obiettivi non saranno raggiunti”, cioè la distruzione di Hamas e il salvataggio di tutti gli ostaggi. Il premier, a margine di una riunione di Governo, ha anche dichiarato che il suo Paese sta pagando “un prezzo molto pesante per la guerra” dopo che 15 soldati sono stati uccisi da venerdì. “Stiamo pagando un prezzo molto pesante per la guerra, ma non abbiamo altra scelta che continuare a combattere”, ha detto, dopo aver reso omaggio ai soldati uccisi, aggiungendo che “la guerra sarà lunga.” E’ salito a 153 il numero complessivo dei militari israeliani uccisi nel corso delle operazioni terrestri nella Striscia. Nel fine settimana Israele ha perso a Gaza 14 soldati: cinque venerdì e nove domenica. Le loro uccisioni sono state imputate dall’esercito al lancio di razzi anticarro verso veicoli che non erano sufficientemente protetti e alla deflagrazione di ordigni all’interno o in prossimità di edifici. Mentre a Gaza, nelle ultime 24 ore, sono stati uccisi più di 200 palestinesi. Secondo il Ministero della Sanità di Hamas, gli attentati di ritorsione israeliani a Gaza hanno provocato la morte di 20.258 persone e il ferimento di oltre 53.000 persone.