mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Politica

Manovra, Ok del Senato. Modificati i fondi per il Ponte. Niente tagli alle pensioni di medici e infermieri

Lite tra Renzi e Gasparri sull'eredità europeista di Berlusconi. Protesta del M5S

Ottenuto il voto di fiducia al Senato, il Governo punta alla prossima tappa, prevista per il 29 dicembre alla Camera. Se non ci saranno intoppi il Centrodestra potrà tirare un sospiro di sollievo e il presidente del Consiglio Giorgia Meloni arriverà alla conferenza stampa di fine anno, per l’approvazione del Bilancio, rivendicare l’operato del Governo e ciò che attende l’Italia nel 2024.

Il voto al Senato

Ieri l’Esecutivo ha incassato la fiducia del Senato posta sul maxiemendamento, documento revisionato e sostitutivo di alcune parti della Manovra. I voti a favore sono stati 112, i contrari 76 e gli astenuti 3. Diverse le misure approvate, che rimodulano alcune decisioni dello stesso Governo, come ad esempio le risorse a disposizione per il progetto del Ponte sullo Stretto; via libera inoltre per il “salva” pensioni dei medici, maestri, dipendenti degli enti locali, e della giustizia amministrativa. Fondi aggiuntivi sono stati trovati per gli stipendi delle forze armate e delle forze dell’ordine. Risorse anche per gli enti locali anche in ragione delle variazioni intervenute sulle aliquote Irpef. Previsti poi sgravi per il lavoro delle mamme, fondi per i rinnovi dei contratti pubblici, canone Rai scontato a 70 euro, Quota 103 con penalizzazioni.

Calderoni: avanti così

Positivo il commento del ministro degli Affari regionali e delle Autonomie, Roberto Calderoli. “Bene il via libera del Senato alla legge di Bilancio, che assicura ai cittadini risposte concrete e la garanzia di conti in ordine. Tra le tante iniziative messe in campo, ok alle risorse aggiuntive stanziate per il fondo delle aree svantaggiate, che vanno a raddoppiare la liquidità a disposizione. Una ulteriore misura che fa fare al paese un passo avanti nella lotta ai divari, con l’ambizioso obiettivo di garantire servizi essenziali in ogni zona territorio allo stesso modo. Avanti così”. Ieri, tuttavia, durante il voto i parlamentari del M5S hanno inscenato una protesta contro il capogruppo di Forza Italia Maurizio Gasparri, esponendo dei cartelli con la scritta “Gasparri querelaci tutti”. Momenti di tensione, inoltre, si sono avuti per una lite tra il leader di Italia viva, Matteo Renzi e Gasparri.

Gli emendamenti approvati

Il semaforo verde dato dal Senato ripropone quanto già deciso dalla Commissione Bilancio di Palazzo Madama. Tra le misure più rilevanti quella che permette ai medici, dirigenti sanitari e infermieri di rimanere al lavoro fino a 70 anni, su base volontaria. Mentre per le pensioni restano penalizzate quelle anticipate ma c’è una riduzione per i sanitari di un trentaseiesimo del taglio per ogni mese in più di permanenza al lavoro. Inoltre sono salve da riduzioni le pensioni di vecchiaia di medici, operatori sanitari, dipendenti degli enti locali, ufficiali giudiziari e insegnanti, mentre, ad esclusione del settore della sanità, vengono confermati i tagli a quelle anticipate. Così recita l’emendamento:
le decurtazioni non si applicano “ai soggetti che maturano i requisiti per il pensionamento entro il 31 dicembre 2023 e nei casi di cessazione dal servizio per raggiungimento dei limiti di età o di servizio”.

Gli scaglioni pensionistici

L’accesso alla pensione anticipata “è consentito se risulta maturata un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Il trattamento pensionistico decorre trascorsi 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti contributivi”. Per quanto riguarda medici, infermieri, dipendenti enti locali, insegnanti d’asilo e ufficiali “il trattamento pensionistico decorre trascorsi 3 mesi dalla data di maturazione dei requisiti se sono maturati entro il 31 dicembre 2024, 4 mesi se sono maturati entro il 31 dicembre 2025, 5 entro il 31 dicembre 2026, 7 mesi entro il 31 dicembre 2027 e 9 mesi entro il 31 dicembre 2028”. Questo per assicurare, nel caso dei medici e infermieri: “un efficace assolvimento dei compiti primari di tutela della salute e di garantire l’erogazione dei livelli assistenziali di assistenza”.

Ponte, rimodulati i fondi

Per l’opera è previsto lo stanziamento di 2,3 miliardi di euro che viene prelevato dal Fondo sviluppo e coesione per la programmazione 2021-2027, liberando risorse dal bilancio dello Stato per un analogo ammontare. La norma prevede che l’autorizzazione di spesa per finanziare la realizzazione del Ponte, inizialmente pari a 11,63 miliardi fino al 2032, scenda a 9,312 miliardi. I 2,318 miliardi mancanti vengono coperti per 718 milioni dal Fondo per lo sviluppo e la coesione “sulla quota afferente alle amministrazioni centrali”. I restanti 1,6 miliardi arrivano sempre dal Fondo per lo sviluppo e coesione ma “sulle risorse indicate per le Regioni Sicilia e Calabria”.

L’attacco del M5S

Al termine dell’intervento del capogruppo Stefano Patuanelli, durante le dichiarazioni di voto, i senatori M5S hanno sollevato cartelli con la scritta “Gasparri querelaci tutti”. L’obiettivo, si legge in una nota del gruppo, “è sollevare l’attenzione sul comportamento del capogruppo di Forza Italia, Maurizio Gasparri, che ha minacciato querele a fini intimidatori nei confronti degli esponenti M5S che in questi giorni hanno commentato il caso che lo vede coinvolto, sollevato da alcune inchieste giornalistiche per il suo ruolo di presidente di una società che si occupa di cybersecurity. Proprio ieri la Giunta per le elezioni si è espressa a maggioranza ritenendo che non ci sia incompatibilità tra il suo ruolo di parlamentare e quello di presidente e referente per i rapporti istituzionali della società Cyberealm. Una vergogna assoluta che continueremo a denunciare in ogni sede”. Secco il commento del presidente Ignazio La Russa, rivolto ai 5S. “Avete avuto una grossa caduta di tono che mi sento di censurare”.

Lite Renzi-Gasparri

Durante le dichiarazioni di voto si è consumato inoltre una lite fra il leader di Iv Matteo Renzi e il capogruppo di Fi al Senato Maurizio Gasparri. L’esponente di Iv è stato interrotto dal capogruppo di Forza Italia dopo l’accusa rivolta agli azzurri di aver “tradito” l’eredità di Silvio Berlusconi astenendosi dalla ratifica sul Mes, ieri alla Camera. Le parole di Gasparri non si sono sentite distintamente ma Renzi ha commentato rivolgendosi alla presidenza: “Chiedo solo di recuperare il tempo che la volgarità e maleducazione di Gasparri mi ha sottratto”. Successivamente, il senatore Enrico Borghi, capogruppo di Iv, ha preso la parola: “Intervengo perchè durante la dichiarazione di voto di Matteo Renzi si è sentito distintamente, e lo ha sentito tutta l’Aula, una frase ingiuriosa del senatore Gasparri all’indirizzo del senatore Renzi. Per questo chiedo al presidente del Senato di interventire”. Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, ha assicurato che si valuterà dopo aver visionato audio e immagini.

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