Il dado è tratto. Stando alle ricostruzioni di alcuni giornali, nel Pd diue decisioni sono state prese anche se non formalizzate. La prima è che l’alleanza con il M5S si deve fare e sarà il filo conduttore della politica del partito dei prossimi mesi e anni. Guiderà la coalizione chi avrà più voti. E finora ad avere più voti è il Pd anche se lo scarto con il partito di Conte è molto esiguo. Ma c’è.
La seconda decisione riguarda il ruolo della segretaria. Tocca a lei e non ad un esterno il compito arduo di fare da federatore della galassia di sinistra. Quindi nessun ricorso a personaggi “prestati” alla politica, ma solo politici di professione. Tant’è. Un ritorno alle origini.
Che Schlein abbia la stoffa della federatrice è tutto da dimostrare. Finora la sua linea politica è apparsa molto identitaria e ha creato qualche problema di coesione perfino all’interno del Pd. Ma si può sempre cambiare. Quella che invece sembra un’impresa molto ardua è l’alleanza strategica col M5s e il rapporto con Conte. Il leader degli ex grillini si è dimostrato un politico spregiudicato, avvezzo a qualsiasi cinismo pur di tenersi stretto quel 16% di consensi che gli viene attribuito dai sondaggi puntando addirittura a superare il Pd. In pratica, di sgambetti Conte a Schlein ne ha già fatti parecchi e non esiterà a continuare a farne per toglierle dei voti “di sinistra” ed effettuare il sorpasso che gli darebbe poi la guida della coalizione.
Il rischio che corre il Pd è molto alto ed è legato anche all’inesperienza di Schlein nella tattica politica La segretaria tra i suoi difetti non ha quello di essere una machiavellica calcolatrice e potrebbe facilmente finire nel tritacarne di Conte. A questo si aggiunge l’indubbia esperienza maturata da Conte nella predicazione populistica.
Riuscirà Schlein a smascherare gli inganni del suo alleato populista ? Eviterà di farsi trascinare nella spirale demagogica tenendo saldi i principi essenziali, soprattutto in politica estera? E’ una grande scommessa dal cui esito dipenderà non solo il futuro politico di Schlein e del Pd ma anche l’assetto del nostro Paese. Dovrebbe essere chiaro alla segretaria del Pd che su molti punti le posizioni di Conte coincidono con quelle di Salvini….che proprio di sinistra non è e che vuol scavalcare a destra la stessa Meloni. Conte e Salvini si conoscono bene e sui temi cruciali della politica internazionale, ad esempio, marciano divisi ma colpiscono -quando possono- uniti. Sarebbe davvero strano che su questi temi Schlein si trovasse d’accordo con Meloni e Conte d’accordo con Salvini. La federazione della sinistra nascerebbe zoppa e in stato confusionale. Con la differenza che Meloni ha quasi il triplo dei voti di Salvini e Schlein solo il 2 ,5% in più di Conte. Detto questo, tanti auguri a Elly, la federatrice.