“L’intelligenza artificiale e la scienza sono dono di Dio. Giustamente ci rallegriamo e siamo riconoscenti per le straordinarie conquiste della scienza e della tecnologia, grazie alle quali si è posto rimedio a innumerevoli mali che affliggevano la vita umana e causavano grandi sofferenze. Allo stesso tempo, i progressi tecnico-scientifici, rendendo possibile l’esercizio di un controllo finora inedito sulla realtà, stanno mettendo nelle mani dell’uomo una vasta gamma di possibilità, alcune delle quali possono rappresentare un rischio per la sopravvivenza”. Sono queste le parole del Pontefice che dedica all’intelligenza artificiale il ‘Messaggio per la Giornata della Pace’ del primo gennaio 2024. Tuttavia, Papa Francesco ha messo in guardia sull’uso improprio della tecnologia e dal “prendere piede di una società che sorveglia e controlla le persone”.
Il digitale, infatti, sta cambiando il mondo, osserva il Santo Padre, e non in modo neutrale ma soggetto alle influenze culturali. “L’essere umano, infatti, mortale per definizione, pensando di travalicare ogni limite in virtù della tecnica, rischia, nell’ossessione di voler controllare tutto, di perdere il controllo su sé stesso e nella ricerca di una libertà assoluta rischia di cadere nella spirale di una dittatura tecnologica. Riconoscere e accettare il proprio limite di creatura è per l’uomo condizione indispensabile per conseguire, o meglio, accogliere in dono la pienezza”, ha aggiunto Papa Francesco.
Il messaggio all’Unitalsi
Il Papa ha poi ricevuto in udienza, presso l’Aula Paolo VI, i volontari degli ammalati dell’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e Santuari internazionali), in occasione dei 120 anni di fondazione dell’Associazione. Non stancatevi di andare controcorrente in un mondo che, in nome del benessere e dell’efficienza a tutti i costi, emargina e scarta. Sono viaggi per la vita, viaggi di guarigione, che promuovono la dignità di ogni esistenza umana, soprattutto segnata dalla malattia, dalla fragilità e dalla sofferenza. Nei pellegrini si riflette il volto di Cristo, che ha preso su di sé le nostre infermità per impregnarle con la forza della Risurrezione”, ha dello il Pontefice. “L’esperienza del pellegrinaggio ha in sé i valori dell’accoglienza, dell’ospitalità, della solidarietà, e nelle vostre iniziative mette sulla stessa strada persone sane e malate, anziani e giovani, consacrati e laici”, ha proseguito il Papa: “così diventa segno vivo di una Chiesa che cammina insieme, che supporta chi non ce la fa e che non vuole lasciare indietro nessuno.
È immagine della Chiesa ospedale da campo che, come il buon Samaritano, si accosta con compassione e fascia le ferite versandovi olio e vino. Tutto in silenzio e con discrezione, perché davanti alla sofferenza le parole devono lasciare spazio alla vicinanza e ai gesti di tenerezza. Mi raccomando: sia sempre questo il vostro stile!”, ha sottolineato Papa Francesco.
Indagato il medico del Pontefice
Nel frattempo, il chirurgo di Papa Francesco, Sergio Alfieri, è finito nel registro degli indagati della Procura di Roma con l’accusa di falso in atto pubblico. Il medico avrebbe firmato il registro degli interventi operatori ma in molti casi non era lui a operare quei pazienti. Il tutto al Policlinico Agostino Gemelli di Roma, l’ospedale più noto a tutti come quello del Papa. I Carabinieri Nas hanno acquisito dalla direzione sanitaria decine di cartelle cliniche e altrettanti faldoni sia cartacei sia digitali sull’indagine. Tutta la ricostruzione parte da luglio 2022 e l’ipotesi su cui si indaga è quella di un collaudato sistema che grazie all’alternanza delle firme nel registro operatorio permettesse al chirurgo di fare più interventi in regime privato. “Sono molto sereno” ha commentato Alfieri, chirurgo del policlinico Agostino Gemelli, e nello staff medico di papa Francesco.