martedì, 24 Dicembre, 2024
Economia

Mediobanca: “Fisco agevolato, i giganti del web tra il 2019 e il 2022 hanno risparmiato oltre 50 miliardi di tasse”

L’Area Studi Mediobanca ha presentato l’indagine annuale sui maggiori gruppi mondiali del settore Software & Web. Lo studio, che si basa sui dati dei primi nove mesi del 2023 e sul triennio 2019-2022, offre un’approfondita analisi delle 25 maggiori WebSoft internazionali per ricavi. Tra i dati emersi, 11 di queste imprese hanno sede negli Stati Uniti, 10 in Cina, 2 in Germania e una ciascuna in Giappone e Corea del Sud. L’indagine fornisce inoltre dettagli sulle filiali italiane, esaminando conti economici, occupazione e imposte.

Fiammata di crescita

Secondo l’indagine, i primi nove mesi del 2023 hanno visto un’inversione di rotta per i giganti del WebSoft rispetto all’anno precedente. Il fatturato aggregato di queste aziende è cresciuto del 10,6% rispetto allo stesso periodo del 2022. Settori trainanti sono stati i servizi innovativi per la mobilità, come il Ride-hailing e lo Sharing Mobility (+23,8%), la vendita di viaggi online (+20,4%) e le prestazioni di consegna a domicilio (+19,3%), quest’ultimo in particolare soggetto a un notevole consolidamento. Nonostante una crescita generalizzata del giro d’affari, l’e-commerce (31%), la pubblicità (23%) e il cloud (16%) rimangono i comparti con maggiore incidenza sui ricavi.

Margini e profitti

I giganti del WebSoft hanno registrato un solido miglioramento dei margini nei primi nove mesi del 2023: la redditività operativa è cresciuta del 31,5%, mentre gli utili netti sono accelerati del 46,4%, raggiungendo livelli record. Ogni operatore ha mediamente generato un profitto netto giornaliero di oltre 30 milioni, un notevole aumento rispetto agli 21 milioni del 2022 e ai 27 milioni del 2021.

Tassi di interesse

L’indagine sottolinea che l’aumento dei tassi di interesse non sembra aver influito sui colossi del WebSoft, che mostrano una crescita della liquidità dell’11,6%. Più della metà dei fondi è investita in titoli a breve termine, suggerendo la possibilità di nuove operazioni di fusione e acquisizione. Questa liquidità potrebbe anche preservare il potere della valuta in un contesto di inflazione diffusa.

In evidenza

Per quanto riguarda i singoli gruppi, nei primi nove mesi del 2023 si è registrata un’impennata dei ricavi per la cinese PDD (PinDuoDuo e Temu) (+75,0%), seguita dalla connazionale DiDi (+31,2%) e dalla statunitense Booking (+27,1%). Sul fronte della redditività industriale, Microsoft si è posizionata al primo posto per il margine EBIT (44,4%), seguita da Oracle (43,7%), Adobe (34,2%), Meta (32,0%) e Booking (31,5%).

Il 2022

Nel 2022 il giro d’affari aggregato delle 25 maggiori WebSoft mondiali ha toccato quota 1.792 miliardi, pari al 90% del Pil italiano. Quasi tutti i ricavi sono stati generati negli Stati Uniti e in Cina, evidenziando il dominio di questi due Paesi nel settore. Tuttavia, il 2022 è stato un anno anomalo, con una crescita dei ricavi del +9,6%, notevolmente inferiore ai tassi a doppia cifra degli anni precedenti.
La redditività delle multinazionali WebSoft ha registrato un calo, con un margine EBIT al 14,7%, posizionandosi solo al quinto posto tra gli altri settori. Tuttavia, se si esclude l’e-commerce, il margine EBIT sale al 23,9%, secondo solo a quello delle case farmaceutiche.

WebSoft e fisco

Nel 2022 circa un terzo dell’utile ante imposte delle principali WebSoft mondiali è stato tassato in Paesi a fiscalità agevolata, comportando un risparmio fiscale di 13,6 miliardi nel 2022 e di 50,7 miliardi cumulati nei quattro anni 2019-2022. Con l’entrata in vigore prevista nel 2024 della Global Minimum Tax, l’aliquota sulle multinazionali con fatturato annuo superiore a 750 milioni dovrebbe essere del 15%.

Le filiali Italiane

Le WebSoft presidiano l’Italia tramite società controllate, principalmente al Nord, soprattutto a Milano e provincia. Nel 2022, il fatturato aggregato delle filiali italiane ha raggiunto 9,3 miliardi, con circa 26,4 mila lavoratori. Rispetto al 2019, si evidenziano circa 11 mila dipendenti in più, in gran parte assunti da Amazon, che detiene il maggior numero di occupati nel Paese (16.250 unità nel 2022).
Per quanto riguarda l’impatto fiscale, nel 2022 le filiali dei giganti del WebSoft hanno versato al fisco italiano 162 milioni, con un tasso fiscale effettivo del 28,3%. Considerando anche l’accantonamento per il pagamento della Digital Service Tax, il tasso fiscale salirebbe al 36,0%.

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