Guerra in Medio Oriente, nuovi sostegni all’Ucraina, trattativa aperta sul Patto di stabilità, mentre sul Mes è polemica frontale con la segreteria Pd, Elly Schlein. Giro d’orizzonte di proposte, indicazioni e osservazioni pungenti per il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che ieri è stata protagonista a “Photoansa”, l’appuntamento annuale con il libro fotografico della prima agenzia italiana “che passa in rassegna”, come osserva l’Ansa, “i momenti più significativi dell’anno appena trascorso attraverso le immagini dei propri fotoreporter e di quelli delle agenzie partner”. A parlare di Photoansa e dei fatti che hanno segnato l’anno che sta finendo oltre la premier Giorgia Meloni, presenti, il presidente della Federazione italiana tennis, Angelo Binaghi, il professor Vittorio Emanuele Parsi, professore di relazioni internazionali alla cattolica di Milano e saggista, l’attrice Romana Maggiora Vergano, che in ‘C’è ancora domani’ interpreta il ruolo della figlia della protagonista.
L’orrore voluto da Hamas
Sul conflitto in medio Oriente il premier ha esordito come l’aggressione del 7 ottobre contro Israele attuata da Hamas sia stata di una ferocia inaccettabile, frutto di un antisemitismo che va stroncato.
“L’antisemitismo”, sottolinea Giorgia Meloni, “è un fenomeno che deve preoccuparci, contro il quale bisogna lavorare a ogni livello. Dopo gli attacchi di Hamas ci siamo preoccupati di rafforzare le misure di protezione alle comunità ebraiche. La questione è culturale, deve riguardare tutti e deve avere da parte di tutti noi il massimo della concentrazione”. Sul conflitto in corso nel Medioriente “penso che non si possa trattarlo se non si riparte dall’orrore di Hamas, dalla ferocia disumana che non ha risparmiato donne e bambini e che racconta la disumanizzazione dell’altro e io penso che debba essere condannata senza ambiguità perché se ci abituiamo all’orrore, abbiamo un problema serio”.
L’intervento dell’Ue
La guerra va fermata e servirà un accordo di pace con un ruolo che l’Europa deve avere da protagonista.
“Bisogna darsi dei tempi”, osserva Giorgia Meloni, “l’Unione europea può giocare un ruolo non secondario, e un ruolo importante lo gioca l’Autorità nazionale palestinese, a cui dobbiamo restituire un ruolo”.
Aiuti a Gaza una priorità
Non c’è solo per Giorgia Meloni il conflitto ma anche, e soprattutto gli aiuti da far arrivare alla popolazione palestinese.
“L’altra priorità a cui ci stiamo dedicando è quella degli aiuti militari, per la situazione a Gaza. È molto importante”, spiega Meloni, “che si continui a fare questo lavoro con le altre nazioni per una de-escalation. E poi c’è l’interlocuzione con Israele che continua in modo costante. Dobbiamo lavorare con responsabilità la crisi non diventi il conflitto che secondo me Hamas voleva procurare”.
Ucraina, nessun passo indietro
Sulla guerra in Ucraina il presidente del Consiglio è determinata a proseguire sulla linea degli aiuti a Kiev.
“E’ giusto continuare a sostenere l’Ucraina”, spiega, “banalmente perché se consentiamo che saltino le regole del diritto internazionale gli scenari di crisi si moltiplicheranno”. “Capisco le difficoltà, ma sarebbe un errore fare un passo indietro”, sottolinea ancora il premier, “la condizione base per arrivare a qualsiasi forma di soluzione di questo conflitto sia consentire all’Ucraina di essere competitiva se non c’è equilibrio fra le forze in campo – e non ci sarebbe stato se non avessimo dato il contributo che abbiamo dato – non c’è alcuna ragione di sedersi a un tavolo per trovare una soluzione”
Patto di stabilità, si tratta
Durante il suo intervento Giorgia Meloni ha fatto il punto sui temi economici previsti sl prossimo summit europeo. In particolare in merito al Patto di stabilità, il premier ha precisato: “Il tema per noi è degli investimenti”, spiega Meloni, “Dopo di ché la trattativa è aperta, noi stiamo portando avanti un approccio pragmatico e credo che non si possa dire di sì a un Patto di stabilità che nessuno Stato potrebbe rispettare perché non sarebbe serio da parte nostra. Io vedo spiragli per una soluzione seria che tenga conto del contesto in cui operiamo”.
La richiesta dell’Italia
Sul tema Meloni ha osservato come alcune regole contabili devono essere aggiornate alla luce dei fatti e delle esigenze sopraggiunte.
“L’Italia chiede una cosa banale: che gli investimenti fatti, anche incentivati dall’Ue, su alcune materie strategiche, vengano riconosciuti nella regole della governance”, evidenzia il presidente del Consiglio, “Non mi pare di dire una cosa folle se dico che non si può chiedere di insistere su certe priorità e dall’altro stabilire regole di governance che puniscono. Il tema per noi è quello degli investimenti”. Per Giorgia Meloni in Ue, sul Patto di stabilità “l’Italia sta tenendo una posizione che non è il tentativo di modificare il Patto per spendere liberamente, abbiamo dimostrato la serietà con cui affrontiamo le materie di bilancio. La questione che poniamo va nell’interesse dell’Italia e dell’Ue”.
Ecofin, posizioni distanti
“La riforma del patto di stabilità non è specificamente uno dei punti all’ordine del giorno del Consiglio europeo”, fa presente Giorgia Meloni, “C’è stato un Ecofin che ha rinviato a un’ulteriore riunione dell’Ecofin la decisione definitiva. Ma è il tema che ci impegna di più, è una trattativa molto serrata e penso che la posizione italiana sia chiara, viene compresa e rispettata. Non so fino a dove si arriverà nel tentativo di trovare una sintesi fra posizioni distanti che in partenza sono distanti”.
Mes, dibattito strumentale
Una occasione per puntualizzare e polemizzare, arriva per Giorgia Meloni, con il dibattito “italiano”, sul Meccanismo economico di stabilità, che il Governo avversa.
“Quello su Mes è un dibattito molto italiano e anche molto ideologico, testimonia la strumentalità di certe posizioni: non si può parlare di Mes se non si conosce il contesto”, commenta il premier, “Certe dichiarazioni mi fanno sorridere, come la segretaria del Pd Elly Schlein che dice ‘non possiamo tenere ferma tutta Europa’. Forse non sa che il Mes esiste, chi lo vuole attivare lo può tranquillamente attivare. Forse bisogna interrogarsi sul perché, in un momento in cui tutti facciamo i salti mortali per reperire risorse, nessuno vuole attivarlo: questo sarebbe il dibattito da aprire”.
Risorse da utilizzare
Per Giorgia Meloni bisogna prima individuare il contesto economico per poi decidere delle scelte di merito.
“Un Governo serio”, sottolinea il presidente del Consiglio, “tiene conto del contesto, e in quel contesto fa calare degli strumenti. Perché parliamo di strumenti e non di totem ideologici. E io così ragiono. Quando saprò quale è il contesto nel quale mi muovo saprò anche che cosa secondo me bisogna fare del Mes”. “Fermo restando”, conclude il suo intervento Giorgia Meloni, alla presentazione di Photoansa 2023, “che continuo a ritenere il Mes uno strumento che ad oggi non è stato utilizzato neanche quando era stata attivata una linea di credito durante la pandemia, che aveva minori condizionalità, perché purtroppo è uno strumento rispetto al quale gli Stati, prima di accedere, si pongono il problema di che tipo di messaggio danno al resto del mondo. È un tema che secondo me va valutato, perché sono molte risorse che si rischia di tenere ferme, non utilizzate, quando potrebbero essere utilizzate magari in maniera più efficace”.