mercoledì, 15 Gennaio, 2025
Attualità

UCPI: “66 suicidi nel 2023, il carcere diventi un luogo di recupero”

Una tragica serie di tre suicidi per impiccagione si è verificata negli ultimi giorni nelle carceri italiane, sollevando un forte grido d’allarme da parte della Giunta della Unione Camere Penali Italiane (UCPI). I fatti si sono svolti nelle strutture penitenziarie di Parma, Milano San Vittore e Verona-Montorio, portando a sessantasei il triste bilancio dei detenuti che hanno perso la vita in questo modo nel corso dell’ultimo anno. In un documento ufficiale, l’UCPI esprime profonda preoccupazione per la mancanza di interventi concreti volti a proteggere la vita di coloro che sono sotto la custodia dello Stato. “Quando è in gioco la vita di individui affidati alle cure dello Stato, nessuno dovrebbe mai essere lasciato solo a fronteggiare il proprio disperato destino”, sottolinea il documento. L’UCPI critica aspramente l’indifferenza dei governi di fronte a una realtà carceraria che sembra essere avvolta da un velo di distanza cinica, spesso utilizzata come emblema della sicurezza collettiva o come discutibile discarica sociale. Il comunicato continua accusando le politiche governative di aver contribuito al perpetuarsi di questa tragedia umana. Le normative, afferma l’UCPI, sono state elaborate con strumenti repressivi, autoritari ed intimidatori, anziché affrontare il problema con misure concrete volte a migliorare le condizioni carcerarie e favorire la riabilitazione dei detenuti. L’UCPI denuncia l’introduzione di nuove fattispecie di reato che rendono più difficile la concessione di misure alternative alla detenzione e che criminalizzano anche le manifestazioni non violente di disagio da parte dei detenuti.

La richiesta

L’appello dell’UCPI è chiaro: è necessario un cambiamento radicale nelle politiche penitenziarie italiane. Piuttosto che seguire un approccio punitivo, si chiede di adottare politiche urgenti e concrete per affrontare il disagio dei detenuti, trasformando il carcere in un luogo di recupero e favorendo la fruizione di misure volte alla risocializzazione. La Giunta della UCPI si impegna a sensibilizzare l’opinione pubblica e a collaborare con le istituzioni per mettere fine a questa tragica sequenza di eventi.

Troppe disfunzioni

La Camera Penale di Roma insieme alle Camere Penali del distretto ossia Cassino, Civitavecchia, Frosinone, Rieti, Tivoli, Velletri e Viterbo, quelle di Santa Maria Capua Vetere e di Perugia hanno dichiarato in questi ultimi mesi altrettante astensioni per protestare contro le perduranti disfunzioni dei Tribunali di Sorveglianza, cogliendo in ogni caso un nesso evidente fra la incapacità di quegli uffici di dare risposte alle speranze ed alle attese dei detenuti ed il volto drammaticamente disperante della condizione detentiva nel nostro Paese. L’inadeguatezza delle strutture nel fornire cure sanitarie e assistenza psichiatrica e nell’assicurare strumenti di recupero dalle dipendenze (un terzo dei detenuti risulta essere tossicodipendente), la carenza di sufficienti contatti con la famiglia, l’assenza di affettività e di socialità, hanno un peso evidente nella possibilità di prevenire prima e di intercettare poi la disperazione dei singoli e nel porsi ad ostacolo a quei gesti estremi.

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