mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

L’editoria italiana si internazionalizza. 9% diritti di traduzione venduti all’estero

Più di tutti si vendono libri per ragazzi e libri religiosi 

Nel 2022, l’editoria italiana ha comprato dall’estero 9.423 diritti di traduzione di opere straniere e ha venduto 7.889 diritti di traduzione di opere italiane. Il 29% dei contratti di acquisto e il 27% dei contratti di vendita sono stati realizzati da editori medio-piccoli, ovvero con un valore del venduto a prezzo di copertina nei canali trade (librerie fisiche e online e supermercati) fino a 5 milioni di euro.
I dati sono stati presentati a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria organizzata dall’Associazione Italiana Editori (AIE), nell’incontro “Import export e altre forme di internazionalizzazione nell’era post-Covid. Destinazione Francoforte”, realizzato in collaborazione con Aldus Up, il programma co-finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito di Europa Creativa. All’incontro hanno partecipato Bruno Giancarli (ufficio studi AIE), Lorenzo Rocca (Mimesis Edizioni), Lorenzo Flabbi (L’orma editore).

Piccole case editrici arrancano

Per Lorenzo Armando, presidente del Gruppo Piccoli editori di AIE: “a dieci mesi dalla Fiera del Libro di Francoforte che vedrà l’Italia Ospite d’Onore, occasione quindi per incrementare la nostra presenza sui mercati esteri, i numeri restituiscono il panorama di un’editoria che si è molto internazionalizzata rispetto a 20 anni fa: se nel 2001 era pari al 4% l’incidenza dei diritti di traduzione venduti all’estero rispetto ai titoli pubblicati in un anno, oggi siamo al 9%”. I piccoli editori, tuttavia, pur avendo raggiunto una quota del 27% sul totale dei contratti di vendita con l’estero, fanno fatica a penetrare i mercati internazionali e il numero medio di contratti siglato per editore, pari a quattro, “è basso e rende costoso l’impegno in questo campo.”

Esportiamo libri per ragazzi

L’Italia esporta soprattutto libri per bambini e ragazzi (2.744 nel 2022, pari al 35% del totale), quindi saggistica (1.992 contratti, 25%), narrativa (1.496 contratti, 19%), manualistica non universitaria e self help (708 contratti, 9%), fumetti (416 contratti, 5%), libri religiosi (395 contratti, 5%), illustrati (138 contratti, 2%). In questo panorama, gli editori medio-piccoli si sono ritagliati un loro spazio soprattutto in determinati settori: il 76% dei contratti riferiti ai libri religiosi, il 64% di quelli riferiti ai libri illustrati e il 42% di quelli riferiti ai libri per bambini e ragazzi è stato chiuso da case editrici con vendite nei canali trade (librerie fisiche e online e supermercati) sotto i 5 milioni di euro.

Mercato più forte l’Europa

Se si guarda alle aree di destinazione dei titoli ceduti per la pubblicazione in traduzione, domina l’Europa con il 62% dei contratti, seguita dall’Asia (18%), Sud e Centro America (6%), Medio Oriente (5%), Africa (4%), Nord America (3%), Pacifico (2%). In Europa, il primo Paese di sbocco è la Spagna con 1.044 contratti, seguita da Francia (529), Polonia (481), Grecia (374), Germania (273), Russia (256), Portogallo (214), Paesi Bassi (152), Regno Unito (142), Slovacchia (137). I Paesi della penisola balcanica, tutti assieme, pesano per 687 contratti: con la Bulgaria sono stati siglati 136 contratti, 118 con la Slovenia, 106 con la Romania, altri a seguire.

Le case editrici all’estero

Le prime dieci lingue di provenienza dei libri pubblicati in traduzione sono invece: inglese, francese, tedesco, giapponese, spagnolo, coreano, svedese, cinese, olandese e portoghese. L’Italia, come altri Paesi dell’Europa continentale, soffre un forte squilibrio rispetto all’area anglofona: nel 2022 sono stati acquistati da Regno Unito, USA, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Sud Africa 6.027 diritti di traduzione, il 64% del totale, e ne sono stati venduti 645, l’8% del totale.
L’internazionalizzazione non passa solo dalla vendita di diritti: l’editoria italiana ha esportato nel 2022 50 milioni di euro di libri (valore a prezzo di copertina), 1.716 le coedizioni pubblicate nello stesso anno. Inoltre un numero rilevante di case editrici, anche medio e piccole, sono presenti all’estero con propri marchi e imprese editoriali.

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