mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Società

Celebrati i sei anni de “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano” riconosciuta patrimonio Unesco

Sono aumentate a livello esponenziale le richieste, da ogni parte del mondo, di veri pizzaiuoli di scuola napoletana. A sei anni dall’iscrizione dell’elemento “L’arte del Pizzaiuolo Napoletano” nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità – UNESCO, è aumentata l’attenzione per questa arte. Un segnale che gratifica quanti si sono impegnati per far iscrivere e successivamente valorizzare l’elemento ma che impone anche attente riflessioni e l’adozione di misure per la salvaguardia della sua integrità affinché venga tramandato un sapere tradizionale e culturale vivente e autentico. È quanto è emerso a Napoli il 7 dicembre, in occasione dell’evento “Dall’Arte del Pizzaiuolo Napoletano alla Cucina Italiana: Patrimonio culturale e Made in Italy certificato contro Agropirateria, Italian sounding e Fake food” promosso da Fondazione UniVerde, Coldiretti Campania e Associazione Pizzaiuoli Napoletani, in collaborazione con i partner ITA0039 – 100% Italian Taste, La Fiammante, Mulino Caputo, Bernardo Legnami Certificati e ospitato al Villaggio Coldiretti. Realtà che hanno sostenuto la campagna internazionale #PizzaUnesco e nuovi compagni di viaggio che intendono supportare la candidatura de “La Cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale” a Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità e difendere lo straordinario patrimonio agroalimentare italiano.

Contro il ‘fake food’

“Il sesto anniversario è occasione per valutare i risultati di grande rilancio dell’arte del pizzaiuolo di tradizione e scuola napoletana a va da sé della pizza napoletana, ottenuti dopo la vittoriosa campagna internazionale #PizzaUnesco – spiega Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente della Fondazione UniVerde – ma anche per rafforzare la tutela di questo patrimonio culturale e rilanciare il nostro sostegno alla candidatura della cucina italiana nella Lista Rappresentativa del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità. Non dimentichiamo, inoltre, che il riconoscimento Unesco dell’arte del pizzaiuolo napoletano è stato di grande aiuto anche per l’agroalimentare italiano nella campagna contro l’agropirateria e il fake food che ho lanciato da ministro dell’Agricoltura perché il sapere tradizionale del pizzaiuolo è sì immateriale ma il suo eccellente prodotto, la pizza, si fa con i nostri prodotti agroalimentari e una pratica culturale così fortemente identitaria senza qualità e autenticità dei prodotti rischia di essere deteriorata o addirittura di scomparire. Anche per questi motivi sostengo convintamente la candidatura della cucina italiana tra sostenibilità e diversità bioculturale perché certo consentirà di tutelare l’agroalimentare made in Italy e tantissime tradizioni e ricette, tra le più amiche della natura e della salute, che si collegano alla Dieta mediterranea. Auspico che tutti coloro che ci hanno aiutato nella vittoriosa campagna #PizzaUnesco, che a tutt’oggi è rimasta la più popolare della storia dell’Unesco, facciano altrettanto”.

La sicurezza alimentare

Per Ettore Bellelli, Presidente di Coldiretti Campania, “il sigillo UNESCO per questo patrimonio immateriale rappresenta perciò un grande elemento di fortificazione della nostra identità culturale. Siamo lieti che il sesto anniversario del riconoscimento dell’arte del Pizzaiuolo si festeggi al villaggio Coldiretti perché va nella stessa direzione che perseguiamo da sempre con il nostro impegno: la tutela della biodiversità e del ‘Made in Naples’ che è poi, di fatto, il Made in Campania”. L’iniziativa, promossa per divulgare tramite stand espositivi, dibattiti, incontri e performance il patrimonio culturale immateriale campano con le sue pratiche tradizionali, ha ospitato anche laboratori e degustazioni gratuite organizzate dall’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e dall’Associazione Verace Pizza Napoletana, a conferma dell’importanza strategica che quest’arte riveste all’interno del patrimonio culturale campano’. Nel corso dell’evento celebrativo è stato affrontato l’importante tema sulla sicurezza alimentare, una priorità assoluta da garantire al consumatore. La necessità di assicurare prodotti sani e di alta qualità si collega al dovere di utilizzare materiale legnoso certificato nei procedimenti di cottura in forno di pietanze come, appunto, la pizza. Su questo tema è intervenuto il generale Ciro Lungo, Comandante Regione Carabinieri Forestali Campania, sottolineando che il “combustibile legnoso utilizzato per la cottura del cibo deve essere rigorosamente di provenienza legale e di origine naturale, ottenuto dalla lavorazione esclusivamente meccanica e senza subire alcun tipo di trattamenti chimici. Un approccio, conforme alla normativa vigente, a garanzia delle foreste e dei consumatori”.

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