Saranno 136mila i lavoratori non comunitari che potranno accedere in Italia grazie al decreto flussi emanato quest’anno: 52.770 ingressi riguarderanno il lavoro subordinato, 82.550 ingressi riguarderanno il lavoro subordinato stagionale, mentre 680 ingressi riguarderanno il lavoro autonomo. Il ‘click day’ avvenuto ieri permetterà di autorizzare l’ingresso nel nostro Paese di circa 9.500 persone extracomunitarie da assumere come colf e badanti. Nei prossimi due anni il decreto prevede l’assunzione di altre 19.000 persone non comunitarie per svolgere questo mestiere (9.500 nel 2024 e 9.500 nel 2025), cifre troppo basse rispetto alle 86mila istanze presentate. Dal 30 ottobre fino al 26 novembre, infatti, è stata data l’opportunità di precompilare i moduli di domanda attraverso il “Portale Servizi ALI” ma le istanze totali presentate in questo periodo sono risultate ben cinque volte superiori rispetto ai posti disponibili.
Oltre 600mila richieste
I posti messi a disposizione sono troppo pochi rispetto alle domande presentale al portale. Al termine della fase di precompilazione erano risultate inserite oltre 607.904 domande: 253.473 erano relative al lavoro subordinato non stagionale, 86.074 erano relative al settore dell’assistenza familiare e sociosanitaria, mentre 260.953 erano relative al lavoro stagionale. Una situazione, dunque, che va oltre alle aspettative, la quale si preannuncia difficile da gestire a causa dei flussi decisamente più corposi rispetto ai posti di lavoro disponibili. Riguardo al settore dell’assistenza familiare e sociosanitario, chi sarà rimasto escluso da questo ‘click day’ sarà avvisato dal portale che “la pratica risulta al momento non in quota” ma potrà ripresentare l’istanza il 7 febbraio 2024. Il 12 dicembre, invece, potranno essere presentate le domande per l’ingresso in Italia dei lavoratori non comunitari che dovranno essere inseriti nei settori dell’agricoltura e del turismo alberghiero. Il “click day” è rivolto ai cittadini di Paesi con i quali nel corso del triennio entrino in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria, ai lavoratori di Stati che, anche in collaborazione con lo Stato italiano, promuovono per i propri cittadini campagne mediatiche aventi ad oggetto i rischi per l’incolumità personale derivanti dall’inserimento in traffici migratori irregolari e ai rifugiati riconosciuti dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite.
16mln nelle casse dello Stato
In base alle ultime circolari ministeriali la retribuzione del nuovo lavoratore non potrà essere inferiore al minimo previsto per l’assegno sociale, ossia di 503,27 euro mensili e su questa premessa il quinto Rapporto annuale sul lavoro domestico dell’Associazione DOMINA, quantifica che le potenziali entrate per le casse dello Stato, solamente per il primo anno, saranno pari a 16,2 milioni di euro. Secondo il Report, però, nell’arco dei tre anni l’impatto fiscale continuerà a crescere, arrivando nel 2025, con l’ingresso di 28.500 lavoratori addetti all’assistenza, ad un introito complessivo pari a 48,6 milioni di euro. Con l’arrivo del click day “è fondamentale informare le famiglie. I nuovi lavoratori non comunitari dovranno avere una retribuzione minima non inferiore all’assegno sociale e grazie a questo le entrate fiscali previste nel primo anno del Decreto flussi saranno pari 16 milioni. Il lavoro regolare in ambito domestico è un beneficio anche per le casse dello Sato, ma va sostenuto ed incentivato con sgravi per le famiglie datoriali”, afferma il segretario generale di DOMINA Lorenzo Gasparrini.