Venerdì scorso la Nuova Zelanda ha fatto una mossa sorprendente eliminando le leggi antitabacco introdotte dal precedente governo guidato dai laburisti. La nuova coalizione di Centrodestra ha deciso di abolire le restrizioni sulla vendita di tabacco per le generazioni future, suscitando preoccupazioni tra gli attivisti per la salute e il tabacco in tutto il mondo. Secondo gli accordi di coalizione, la decisione comporta la revoca di un pacchetto di misure che avrebbero reso la Nuova Zelanda uno dei paesi con le leggi anti-tabacco più severe al mondo. Tra le disposizioni cancellate vi era il divieto di vendita di tabacco a chiunque sia nato dopo il 1° gennaio 2009, la riduzione della quantità di nicotina nei prodotti del tabacco e la drastica diminuzione del numero di rivenditori autorizzati a vendere tali prodotti. Questa mossa ha suscitato reazioni negative da parte degli attivisti per la salute pubblica e ha sollevato dubbi sulla coerenza degli sforzi globali per ridurre il fumo. Boyd Swinburn, Co-presidente della Health Coalition Aotearoa in Nuova Zelanda, ha dichiarato: “Si tratta di una grave perdita per la salute pubblica e di un’enorme vittoria per l’industria del tabacco. I profitti di tale industria aumenteranno a scapito delle vite dei Kiwi”.
Ricerca accademica
L’Health Coalition Aotearoa ha richiamato l’attenzione su una ricerca accademica che suggeriva che le leggi antitabacco avrebbero potuto risparmiare circa 1,3 miliardi di dollari in costi del sistema sanitario in 20 anni, oltre a ridurre i tassi di mortalità. La decisione della Nuova Zelanda ha anche suscitato timori che possa influenzare le politiche anti-tabacco di altre nazioni. Sarah Jackson, ricercatrice principale presso il Tobacco and Alcohol Research Group dell’University College di Londra, ha dichiarato: “C’è il rischio che l’inversione di marcia della Nuova Zelanda possa spingere i politici inglesi a riconsiderare la situazione”.