mercoledì, 27 Novembre, 2024
Economia

Fitto: “Pnrr, quarta rata in dirittura d’arrivo”

Per i costruttori (Ance) manca una visione d’insieme OK

Il ministro del Piano nazionale di ripresa, Raffaele Fitto, alla due giorni di Ance a Vicenza, ha più volte ripetuto che “la quarta rata sarà portata a casa”. “Il lavoro con la Commissione europea va portato avanti in maniera seria e costruttiva”, ha sottolineato Fitto, “La riservatezza fa sì che il risultato diventi serio e credibile.” Fitto ha reso noto che “a breve” saranno definiti i dettagli, ha rassicurato i costruttori italiani, e ha annunciato che sarà raggiunto, sempre a fine anno, anche lo step della quinta rata.

Piano rivisto e integrato

In serata la nota stampa che illustrava i passi in avanti fatti nel confronto tra  Governo e Unione.  “Presentiamo il nuovo Piano di Ripresa e Resilienza italiano che è stato rivisto e integrato, in stretta collaborazione con la Commissione europea e con tutte le amministrazioni titolari, per rafforzarne l’efficacia nel promuovere la crescita economica, la tutela dell’ambiente, la coesione sociale e l’efficienza energetica”, illustra la nota che conferma gli obiettivi del ministro Fitto.
“Nel processo che ha condotto la Commissione all’approvazione della modifica del Piano, si è consolidata la proficua cooperazione già sperimentata nei mesi precedenti attraverso scambi e interlocuzioni positive sia a livello tecnico, sia a livello politico”.

Definanziamenti? Non è vero

Alle punte polemiche dell’Ance il ministro ha risposto che parlare di definanziamento non corrisponde ai fatti. “Spesso”, ha precisato, “leggo delle dichiarazioni che non corrispondono alla realtà dei fatti. Definanziare un’opera vuol dire intervenire tecnicamente su un decreto di finanziamento e modificarlo. Questo è dal punto di vista della corretta rappresentazione quello che si fa. Il fatto che il governo non abbia mai messo in discussione nella proposta di revisione il decreto di finanziamento originario del Pnrr rappresenta la certezza che il governo non ha definanziato al momento nessuna opera”.

La sfida è dell’Europa

Sulla quarta rata il ministro del Pnrr è sceso nei dettagli: ha spiegato che sono state proposte undici modifiche su 28 obiettivi e la Commissione europea ha approvato tutte le modifiche. Motivo per il quale è stata svincolata la quarta rata. Questo è un “elemento costruttivo”, ha dichiarato Fitto, e che è anche “la differenza tra il nostro governo e quelli precedenti.” E’ stato messo in sicurezza il Pnrr, ha rimarcato il ministro ed è stato legato anche alla Finanziaria. “Non è polemizzare sul raggiungimento di un obiettivo su questa o quella rata”, ha aggiunto, “ma di comprendere che avendo una visuale di legislatura saremo nel 2026 a raggiungere o meno questi risultati e la finestra di modifica che si è aperta e che stanno usando tutti i paesi rappresenta una grande opportunità.”

Intervento di semplificazione

A partire da gennaio 2024, ha annunciato il ministro che il Governo proporrà un “intervento legislativo di semplificazione che aiuti l’accelerazione del Pnrr. E prima raccoglieremo tutti i suggerimenti utili.” “Non si tratta”, ha concluso Fitto, “di una sfida del Governo Meloni, ma dell’Italia e dell’Europa. Il Next Generation, che ha avviato per la prima volta un sistema di indebitamento comune a livello europeo, può rappresentare una opportunità e un modello per il futuro. Dipende dalla capacità che abbiamo di portare a casa questo risultato. Il nostro Pnrr è il piano di maggiore dimensione ed è la sfida più importante.”

Ance: manca una visione

L’Associazione dei costruttori tuttavia rimarca l’assenza di un indirizzo chiaro nella Legge di Bilancio: “mi preoccupa perché non vedo un indirizzo”, sostiene la presidente Federica Brancaccio. “Non che non sia consapevole che non c’erano altre risorse”, ha spiegato, ma la preoccupazione è che “manca una visione di cresciata”.

Settore traino dell’economia

L’edilizia, ha detto ancora Brancaccio, ha trainato il Pil e anche grazie a questo il Governo si è trovato un tesoretto per la manovra di quest’anno. “L’anno prossimo rischiamo, se non ci sono manovre per la crescita.” Quando il Patto di stabilità è stato sospeso, afferma ancora l’organizzazione dei costruttori, c’è stata la più alta crescita europea dagli anni ’70 ed è migliorato il rapporto debito/Pil in Italia. Alessandro Gerotto, presidente di Ance Veneto, allineato alla presidente nazionale: “ci sono troppe cose non chiare”, dice. “Le aziende hanno bisogno di un percorso di medio-lungo termine per poter investire. Serve più coraggio politico, di scelta. Ad esempio”, aggiunge, “per mettere a terra il Pnrr i comuni devono essere capaci finanziariamente e poter contare su stazioni appaltanti qualificate. I passaggi ancora oscuri del Codice degli Appalti”, conclude Gerotto, “vanno chiariti. Ci sono le condizioni per una crescita sostenibile e consapevole, ma la politica deve avere una visione di che futuro dobbiamo costruire e smetterla di distribuire risorse sventagliando a pioggia.”

Il Pnrr somme e interventi

L’approvazione del nuovo Piano è il risultato di un lavoro complesso, avviato formalmente il 7 agosto 2023, quando il Governo ha presentato la proposta di modifica, approvata dal Parlamento lo scorso 1° agosto, comprensiva del nuovo capitolo REPowerEU.
“Il 4 settembre scorso”, si legge in una nota di Palazzo Chigi, “è stato avviato formalmente il negoziato con la Commissione europea, che ha visto oltre 150 tavoli di lavoro, di taglio tecnico e di taglio strategico, a cui hanno preso parte la Struttura di missione PNRR della Presidenza del Consiglio, le Amministrazioni titolari delle misure interessate ed il Ministero dell’Economia e delle Finanze”.

La massima condivisione

Il Governo, puntualizza Palazzo Chigi  ha assicurato la massima condivisione con le parti sociali, le Regioni e gli Enti locali, nell’ambito della Cabina di regia che, dal mese di settembre, si è riunita 20 volte.
“Il nuovo Piano, superando le numerose criticità attuative, consentirà al Governo di sostenere la crescita economica attraverso un più incisivo precorso di riforme e investimenti”.

I settori e le opere

Le principali misure di investimenti riguardano: Imprese (12,4 miliardi di euro)
Supporto alle Piccole e Medie Imprese per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili: 320 milioni di euro per attivare un livello di investimenti pari ad oltre 600 milioni di euro. La misura prevede sovvenzioni alle PMI per l’acquisto di sistemi e tecnologie digitali per la produzione di energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo, lo stoccaggio e l’accumulo.

Attività produttive

Supporto al sistema produttivo per la Transizione Ecologica, Tecnologie Net Zero e competitività e resilienza delle filiere produttive strategiche: 2,5 miliardi di euro per sostenere lo sviluppo delle filiere strategiche per la transizione verso un’economia a zero emissioni, l’efficienza energetica dei processi produttivi e la sostenibilità degli stessi.

Gli investimenti

Contratti di Filiera: 2 miliardi di euro per il finanziamento dei contratti di filiera nei settori agroalimentare, pesca e acquacoltura, silvicoltura, floricoltura e vivaismo.

Ambiente e fondi

Parco Agrisolare: 850 milioni di euro per le aziende agricole e di allevamento, per sostenere l’installazione di pannelli fotovoltaici, sistemi di gestione intelligente dei consumi elettrici ed accumulatori, nonché per incentivare la realizzazione di tetti energetici.
Fondo tematico BEI per il turismo: 308 milioni di euro aggiuntivi per sostenere il rafforzamento strutturale e la competitività del settore turistico.

Gli interventi per alluvioni

Ricostruzione dell’Emilia-Romagna, Toscana e Marche 1,2 miliardi di euro per i territori colpiti dagli eventi alluvionali del 2023, per la difesa idraulica, il ripristino della viabilità delle infrastrutture stradali, del patrimonio edilizio residenziale pubblico e delle strutture sanitarie e sociosanitarie pubbliche, delle scuole e delle infrastrutture sportive.

Le infrastrutture

Reti e infrastrutture (5,2 miliardi di euro) 1,8 miliardi di euro per la realizzazione ed il rafforzamento strategico di reti elettriche e per il gas, di cui: 450 milioni di euro per il rafforzamento Smart Grid; 500 milioni di euro per il Tyrrhenian link-est; 200 milioni di euro per il collegamento Sardegna-Corsica-Italia; 60 milioni di euro per lo sviluppo di progetti di interconnessione elettrica transfrontaliera tra Italia, Slovenia e Austria; 63,2 milioni di euro a favore di interventi per incrementare la resilienza climatica delle reti elettriche; 140 milioni di euro per il finanziamento di interventi riguardanti la digitalizzazione della rete di trasmissione nazionale; 375 milioni di euro per la realizzazione della linea adriatica del gas Fase 1; 45 milioni di euro per il potenziamento Export Fase 1.

I nuovi treni

1,165 miliardi di euro per l’acquisto di nuovi treni a emissioni ridotte, per il servizio pubblico universale, da destinare, a livello nazionale e livello regionale, al miglioramento dell’efficienza e della qualità del servizio.
400 milioni di euro per l’elettrificazione delle banchine portuali (Cold Ironing);
921 milioni di euro aggiuntivi per gli interventi di messa in sicurezza degli edifici scolastici, la realizzazione di nuove scuole e l’estensione del tempo pieno. La misura consentirà di realizzare i metri quadri previsti nonostante l’incremento dei costi.

Aiuti alle Famiglie

Istituito un fondo di 1,381 miliardi di euro, in favore di famiglie a basso reddito e dei giovani, per l’efficientamento energetico degli immobili di edilizia abitativa pubblica e per i condomini. La misura è disegnata in modo da superare le criticità e le distorsioni generate dal superbonus.

Sostegno ai giovani

Giovani 718 milioni di euro 238 milioni di euro aggiuntivi per sostenere la misura dello student housing e per confermare l’ambizione di creare 60.000 nuovi posti letto per studenti universitari entro giugno 2026. 308 milioni di euro aggiuntivi per il finanziamento di borse di studio per l’accesso all’università. 100 milioni di euro aggiuntivi per il supporto e lo sviluppo delle start up per favorire la transizione digitale delle filiere e delle piccole e medie imprese che, in particolare, realizzano progetti innovativi negli ambiti dell’intelligenza artificiale, del cloud, dell’assistenza sanitaria, dell’industria 4.0, della cybersicurezza, del fintech, della blockchain e di altri ambiti della transizione digitale.

Patrimonio culturale

72 milioni di euro aggiuntivi per l’attivazione di corsi di dottorato triennali innovativi relativi alla pubblica amministrazione ed al patrimonio culturale, nonché l’estensione del numero di dottorati generici, per aumentare l’efficacia delle azioni delle amministrazioni pubbliche e l’efficienza della gestione e dello sviluppo del patrimonio culturale del Paese, cogliendo le nuove opportunità offerte dalla transizione digitale.

Transizione verde e digitale

Transizione 5.0: 6,3 miliardi di euro, attraverso lo strumento del credito di imposta, per sostenere la transizione verde e digitale delle imprese, come evoluzione di “Transizione 4.0”. La misura interessa i beni digitali (beni 4.0 materiali e immateriali), i beni necessari per l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia prodotta da fonti rinnovabili e la formazione del personale in competenze per la transizione ecologica. Incremento di un 1 miliardo di euro della dotazione finanziaria della Riforma GOL per favorire l’accesso al mercato del lavoro degli individui e per colmare il disallineamento tra domanda e offerte di competenze professionali (skill mismatch).

Anziani e assistenza

750 milioni di euro per l’Assistenza domiciliare integrata e la telemedicina, che risulteranno strategici per rafforzare l’approccio territoriale e innovativo della riforma della sanità. Rafforzata l’ambizione della Missione 6 attraverso la dotazione complessiva di grandi apparecchiature nelle strutture ospedaliere e in quelle della medicina territoriale.

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