venerdì, 22 Novembre, 2024
Società

In Italia nel 2022 omicidi volontari in aumento. Ma si uccide più in Europa

Nel report ‘Vittime di omicidio – Anno 2022’ pubblicato dall’Istat i dati sugli omicidi volontari commessi in Italia nel 2022 mostrano un aumento del 6,2% rispetto all’anno precedente, con un totale di 322 casi. Questo aumento è dovuto principalmente al crescere del numero di uomini uccisi da sconosciuti (0,37 per 100mila maschi) e di donne uccise da parenti (0,14 per 100mila donne). Nel 92,7% dei casi in cui si è scoperto l’autore, la vittima è stata uccisa da un uomo. Questo dato è in linea con le statistiche degli ultimi anni e conferma la presenza di una forte disuguaglianza di genere nella violenza mortale. Il 77,6% delle vittime è composto da cittadini italiani, mentre il 22,4% da stranieri. Il 92,7% degli italiani è ucciso da altri italiani (tra le donne il 93,9%), mentre il 71,6% degli stranieri è ucciso da altri stranieri. Sono 61 le donne uccise da un partner o un ex partner, tutti di sesso maschile. Sulla base delle informazioni disponibili si stima che i femminicidi siano 106, sul totale delle 126 donne uccise. Il dato è in linea con quanto rilevato negli ultimi tre anni. In questo report sono presentati i dati relativi agli omicidi volontari consumati – rilevati dalle Forze di Polizia nel corso dell’anno 2022 – inseriti nel database della Direzione centrale della polizia criminale del Ministero dell’Interno. Tali informazioni sono di notevole interesse in quanto indicano la relazione, ove esistente e conosciuta, tra la vittima dell’omicidio e il suo assassino. Sempre grazie a queste informazioni è possibile ricostruire il movente, le modalità dell’uccisione della vittima e il tipo di arma eventualmente utilizzata. Ciò ha un’importanza fondamentale, in particolare, nello studio delle dinamiche degli omicidi di donne, che hanno, come è noto, profonde differenze rispetto a quelli di uomini.

Si uccide più in Europa

Il livello di omicidi commessi in Italia, pur avendo registrato nel 2022 un aumento rispetto all’anno precedente, è comunque basso se confrontato al contesto dell’Unione europea. All’interno dell’Ue nell’anno 2021 (ultimo anno disponibile) la Lettonia è caratterizzata dalla situazione più critica. (5,18 omicidi per 100mila abitanti), seguita a grande distanza da Lituania e Finlandia (2,50 e 1,70 rispettivamente). Nel 2021 l’Italia occupava il ventiduesimo posto tra i 27 paesi Ue con 0,51 omicidi per 100mila abitanti, a fronte di una media generale di 0,83. Valori ancor più contenuti si registrano in Lussemburgo, Irlanda, Repubblica Ceca, Slovenia (tra 0,47 e 0,43) e infine Malta (0,39 omicidi per 100mila abitanti). Età giovanile L’età media delle vittime di omicidio registrate nell’anno 2022 risulta di 45,1 anni per i maschi, mentre per le donne è più elevata e pari a 55,1 anni. Le vittime straniere, che costituiscono il 22,4% delle vittime, sono mediamente più giovani, e la loro età media risulta di 36,1 anni per gli uomini e di 46,8 anni per le donne (mentre per gli italiani è di 47,7 anni e 57,4 anni, rispettivamente per maschi e femmine).

Uomo… omicida

L’analisi delle caratteristiche dell’autore e della vittima è limitata quindi ai 285 casi residui. L’autore è quasi sempre un uomo, cui sono attribuiti il 93,7% degli omicidi, contro il 6,3% di quelli commessi da donne. Gli uomini uccidono in prevalenza altri uomini (153 su 267, il 57,3%) e nel 42,7% donne. Le 18 donne autrici di omicidio hanno ucciso nove uomini e nove donne.

Liti e futili motivi

Nel 2022 “liti, futili motivi, rancori personali” sono il primo movente per omicidio (45,3%), il valore più rilevante per le vittime di ambo i sessi (53,1% per gli uomini e 33,3% per le donne). Seguono i “motivi economici” (inclusi gli omicidi a scopo di rapina), che costituiscono il 14% del totale, con un peso decisamente maggiore tra le vittime maschili rispetto a quelle femminili (17,9% degli omicidi di maschi e 7,9% di quelli di donne). Viene attribuito a uno stato di “follia” dell’autore una parte non indifferente degli omicidi (11,2% in totale), con un peso molto più rilevante nel caso di vittime donne (18,3% contro 6,6%), e lo stesso succede quando il motivo è quello “passionale” (16,7% contro 4,6% per le vittime di sesso maschile). Nel 4,3% dei casi il motivo addotto dall’omicida è quello di voler interrompere una grave malattia della vittima. Questo è avvenuto solo nei confronti di donne, in massima parte di età molto avanzata (in 14 dei 126 omicidi di donne, pari all’11,1% del totale). Nel rimanente 15,8% dei casi (17,9% per i maschi e 12,7% delle femmine) il movente è rimasto indeterminato.

Morti nelle coppie

Per le donne si conferma un quadro stabile in cui le morti violente avvengono soprattutto nell’ambito della coppia. È pari allo 0,20 per 100mila donne il tasso delle donne uccise da un partner o un ex partner – sia esso un coniuge, un convivente o un fidanzato – era 0,23 nel 2021, mentre per gli uomini, lo stesso tasso è pari a 0,03 per 100mila uomini. Aumenta lievemente il tasso delle donne uccise da parenti da 0,10 del 2021 a 0,14 del 2022.

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