giovedì, 19 Settembre, 2024
Società

Censis-Auditel: un passaggio epocale, la Smart Tv supera quella tradizionale

Le case sono trasformate in cinema, ma uno “zoccolo duro” di 1,5 milioni non ha uno schermo

Il sesto rapporto Auditel-Censis sulla “nuova Italia televisiva” rivela il sorpasso delle Smart-Tv sui televisori tradizionali con una media di due schermi connessi per ogni italiano di qualsiasi età e un aumento della fruizione in streaming dei network tradizionali. Insomma siamo tutti connessi, in modo smart, in un “passaggio epocale” dove la fruizione “a casa come al cinema” è nella stragrande maggioranza dei casi solitaria.

Smart TV sorpassa la tradizionale

Il 2023, scrivono gli estensori del rapporto, “sarà ricordato anche come l’anno del sorpasso delle Smart TV sulle TV tradizionali: oggi nelle case degli italiani ci sono complessivamente 21 milioni di Smart TV e 20 milioni e mezzo di TV tradizionali.” Il dato complessivo, però, non dà conto di quanto realmente accaduto, perché a crescere sono soprattutto le TV connesse a Internet, che fra Smart TV e TV  con dispositivi esterni collegati sono complessivamente 18 milioni e 700.000, presenti nelle case del 50,1% degli italiani. Per la prima volta, la maggior parte delle famiglie italiane possiede almeno una TV collegata a Internet. La Ricerca di Base Auditel certifica il processo di sostituzione di massa degli  apparecchi televisivi che fa parte, a tutti gli effetti, delle trasformazioni che hanno segnato la vita digitale degli italiani e che ha avuto una spinta decisiva  con il passaggio – non ancora compiuto – al digitale terrestre di seconda  generazione.

Piattaforme gratuite

Il pubblico delle piattaforme gratuite delle emittenti nazionali ha una propria  specificità: più donne, più bambini, più anziani, più laureati rispetto al totale degli utenti dei programmi sul web. Mantiene, inoltre, una vocazione più  generalista con una maggiore differenziazione nei generi seguiti. Il processo di  digitalizzazione prosegue, ma c’è un problema di quantità e qualità della connessione che non consente a tutti di avere le stesse possibilità di fruizione e utilizzo del web: due milioni di famiglie non possiedono collegamento a Internet da  casa, e 5 milioni e 500.000 famiglie si collegano da casa esclusivamente con il cellulare; circa 9 milioni di famiglie (il 36,9% del totale) non hanno la banda  larga nell’abitazione. “È quindi necessario” – suggerisce il Censis – “che si faccia quanto possibile per rispettare l’obiettivo del Pnrr che prevede entro la fine del 2026 connessioni a 1 Gigabit su tutto il territorio nazionale per tutti i cittadini.”

I resistenti

Per quanto riguarda la Televisione, ci sono 700.000 famiglie, il 2,8% del  totale, dove vivono 1 milione e 400.000 persone, che non hanno in casa  neanche un apparecchio televisivo. “È uno zoccolo duro” – si legge nel Rapporto – “di individui che nella maggior parte dei casi hanno fatto una scelta ben precisa e che difficilmente potranno decidere nel breve periodo di dotarsi di un televisore.”
A queste si aggiungono 8 milioni e 400.000 famiglie, dove vivono 19 milioni  di persone, che al momento attuale non hanno in casa neppure un televisore compatibile con il passaggio definitivo al digitale terrestre di seconda generazione e che, se lo switch off dovesse avvenire oggi, sarebbero tagliate fuori dalla possibilità di accedere anche ai contenuti della tv lineare.

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