giovedì, 26 Dicembre, 2024
Politica

Ue, sì con riserva alla manovra. L’Italia alla prova dell’affidabilità

Francia bocciata

Non siamo più la pecora nera e siamo in buona compagnia in Europa. Continuano le notizie non negative per l’Italia. E lasciano ben sperare. Dopo i rating confermati, gli outlook in miglioramento, lo spread che scende intorno a 170 punti, ora arriva la promozione con prudenza e qualche richiamo della Commission europea.

A differenza della Francia che finisce nel libro nero, stavolta siamo in buona compagnia, insieme ai rigoristi tedeschi e olandesi e ad altri 6 Paesi che non sono pienamente in linea con le raccomandazioni dell’Ue ma che possono migliorare. Gentiloni ha spiegato che non c’è nessuna richiesta di una manovra correttiva. E questo tranquillizza relativamente. Perchè comunque non esclude che a fine giugno, sulla base dei dati Eurostat di marzo, possa riaffacciarsi la minaccia di una procedura per deficit eccessivo. Nel frattempo si spera che siano approvate le nuove regole del Patto di stabilità che potrebbero considerare in maniera meno rigida i livelli di deficit e debito.

Cosa può e deve fare il Governo?
Tenere a bada i conti, evitare sforamenti, provare a ridurre il deficit cresciuto di uno 0,6% in più sia per colpa dei bonus edilizi sia perché i risparmi perchè i risparmi derivanti dalla graduale eliminazione delle misure di sostegno energetico non verranno interamente destinati alla riduzione del deficit.
Meloni e Giorgetti devono faticare non poco per tenere a bada le pressioni che vengono dall’interno della maggioranza. Il loro compito adesso è dimostrare che l’Italia è affidabile, che ha invertito la rotta e vuole seriamente puntare sulla crescita ed evitare di ricadere nella finanza allegra o creativa. Il clima è favorevole.

La Germania è in difficoltà e i suoi conti non sono più così esemplari alla luce delle recenti decisioni della Corte Costituzionale di Karlsruhe sull’occultamento di decine di miliardi dal deficit dello Stato. La Francia non se la passa bene. L’Italia con un po’ di abilità diplomatica può riuscire ad approfittare di questo irripetibile momento per uscire dall’angolo in cui si ritrova da tempo e costruire insieme a Parigi e Berlino le prospettive di un Europa meno massimalista e più elastica. È possibile, a condizione che diamo prova di serietà e non di furbizia.

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