La Chiesa di Calabria rafforza il proprio impegno nei confronti della ‘Ndrangheta.
Nei giorni scorsi la Conferenza episcopale regionale ha discusso ed approvato le proposte tematiche del corso 2020/2021 su “La Chiesa di fronte alla ‘ndrangheta” per favorire il risveglio e la formazione delle coscienze come resistenza alla rassegnazione e al fatalismo.
La riunione dei pastori si è svolta presso il seminario San Pio X di Catanzaro.
I vescovi hanno dato mandato al presidente dell’organismo, monsignor Vincenzo Bertolone, di elaborare delle linee guida per un sentire comune contro la ‘ndrangheta rivolte ai parroci, agli operatori pastorali, agli insegnanti ed a tutti coloro che hanno un ruolo educativo”.
Nonostante l’impegno dei vertici della Chiesa locale contro le consorterie criminali non mancano voci discordanti legate, soprattutto, al caso del Santuario di Polsi, dove si sono svolti alcuni summit di boss e gregari.
Questa circostanza ha offuscato la sua storia lunga di più di mille anni di spiritualità legata alla devozione per la Madonna della Montagna. Ciò è emerso dalle indagini condotte dalla magistratura e dalle forze dell’ordine, in particolare nell’operazione “crimine”. Il luogo solitario tra gli impervi colli dell’Aspromonte ha favorito un certo isolamento, ideale per chi come ama agire all’oscuro, per non essere intercettato dalle forze dell’ordine.
Vale la pena precisare, a scanso di equivoci, che i mafiosi non hanno nulla a che vedere con la fede cristiana e che il ricorso che molti di loro fanno alla simbologia religiosa rappresenta una sorta di appropriazione indebita e sacrilega delle immagini sacre, che non li assolve dai loro peccati e propositi criminali.
Del resto papa Francesco, in maniera molto chiara, ha affermato pubblicamente che sono automaticamente scomunicati e, dunque, fuori dalla Chiesa.
La decisione della Conferenza episcopale calabrese si pone nella stessa direzione delle parole del Santo Padre e mira a fare in modo che tutte le componenti della comunità ecclesiale assumano la stessa posizione nei confronti di un fenomeno che è fonte di allarme sociale, oltre a scavare una profonda ferita nel tessuto economico del territorio.
Toccherà a Monsignor Bertolone, arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, persona degna e saggia, già postulatore della cause di canonizzazione del Beato, don Pino Puglisi, martirizzato da Cosa nostra in odio alla fede, il compito di fissare le linee guida che saranno poi passate al vaglio dell’assise regionale prima di essere emanate ed entrare in vigore in tutto il territorio che ricade nella giurisdizione della conferenza episcopale calabrese.