lunedì, 18 Novembre, 2024
Ambiente

Nei prossimi anni 1,3 milioni di vittime a causa del riscaldamento globale

Oxfam lancia un nuovo allarme sull’inquinamento globale a pochi giorni dall’inizio della Cop28 sul clima che si svolgerà a Dubai. Il nuovo dossier denuncia che le emissioni di Co2 prodotte dalla fetta di popolazione più ricca del pianeta pari all’1% (77 milioni di persone) causerà la morte di circa 1,3 milioni di persone e gran parte delle vittime saranno colpite dagli effetti del riscaldamento globale entro l’anno 2030. Solo nell’anno 2019 la piccola percentuale della popolazione più ricca del pianeta è stata responsabile di una quota di emissioni Co2 pari a quella prodotta da 5 miliardi di persone e questo ha contribuito notevolmente a un’evoluzione più rapida del cambiamento climatico con effetti sempre più devastanti, soprattutto nei Paesi più poveri del globo. “La quota di emissioni Co2 di cui è responsabile l’1% degli individui più facoltosi del mondo nel 2019 è salita al 16%. Solo in Italia la fetta più ricca della popolazione, ossia il 10% del Paese, emetteva nell’anno 2019 una quota di Co2 pari al 36% in più rispetto al 50% della popolazione più povera. Il riscaldamento globale mieterà molte vittime ma questo, però, può essere evitato con un radicale e immediato cambio di rotta”, spiega il Rapporto.

L’impatto negativo dei super-ricchi

Questo 1% della popolazione mondiale, evidenzia il dossier, inquina in media in un solo anno quanto inquinerebbe una persona appartenente al restante 99% dell’umanità in 1.500 anni. Un dato che fa riflettere poiché i super-ricchi annullano di fatto gli sforzi dell’uomo nel ridurre le emissioni di Co2 con l’impego di quasi un milione di turbine eoliche. Di questo passo nel 2030, le emissioni di Co2 dei super-ricchi saranno 22 volte superiore al livello compatibile con l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature entro 1,5 gradi centigradi, come stabilito in passato con l’Accordo di Parigi. L’aumento della temperatura superficiale della Terra in atto ormai dall’inizio dell’epoca industriale, potrebbe avere risvolti critici per il Pianeta. Infatti, se la temperatura media annuale terrestre dovesse ancora aumentare, di conseguenza aumenterebbe sia l’energia in circolazione nell’atmosfera che l’energia termica che quest’ultima avrà a disposizione, utilizzata per dare origine anche ai fenomeni meteorologici. L’accumulo eccessivo di energia potrebbe stravolgere nei prossimi anni ulteriormente l’equilibrio del clima oltre che inasprire la violenza dei fenomeni meteorologici e le conseguenze più disastrose potrebbero essere risentite principalmente dalla maggioranza della popolazione mondiale se non si interviene concretamente per arginare questo fenomeno.

Collasso climatico e disuguaglianze

Il Rapporto si focalizza, inoltre, sull’impatto dei modelli di consumo e degli stili di vita della piccola percentuale dei super-ricchi del pianeta. Il dossier specifica che i ricchi stanno saccheggiando e inquinando il mondo e a lungo andare finiranno per distruggerlo, lasciando l’umanità a fare i conti con ondate estreme di calore, periodi di inondazioni e siccità sempre più frequenti. Arrivati a una linea di “quasi” non ritorno le conseguenze del riscaldamento globale colpirà inevitabilmente i più poveri e chi non potrà permettersi economicamente di fronteggiare ciò che il nostro pianeta dovrà affrontare nei prossimi decenni. Il collasso climatico e la disuguaglianza sono collegati tra loro. Oxfam recentemente ha analizzato l’impatto di 573 inondazioni in 67 Paesi a reddito medio alto arrivando alla conclusione che il bilancio delle vittime è ben 7 volte più alto nei Paesi con maggiori disuguaglianze, probabilmente perché in alcuni di essi mancano mezzi adeguati e strutture all’avanguardia per salvare la vita di molte persone ancora oggi a rischio.

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