domenica, 17 Novembre, 2024
Economia

Crescita zero dell’economia europea anche nel terzo trimestre del 2023

Lieve contrazione dell’economia europea. Dalla seconda stima preliminare pubblicata dall’ufficio statistico dell’Unione europea (Eurostat) emerge che nel terzo trimestre del 2023 il Prodotto interno lordo destagionalizzato nell’area euro è diminuito dello 0,1% rispetto al mese precedente. Eurostat ha reso noto che il Pil nel secondo trimestre era cresciuto dello 0,2%, segno che negli ultimi sei mesi l’economia europea non ha subito significative variazioni. Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, però, il Pil destagionalizzato ha registrato una crescita dello 0,1% nell’eurozona, confermando così una lentissima crescita dell’economia Ue rispetto al 2022. I dati secondo gli analisti entro la fine dell’anno potrebbero registrare un’ulteriore contrazione dell’economia europea poiché evidenziano che il quarto trimestre è partito ancora con il freno a mano tirato e se la fine del 2023 dovesse chiudersi con un altro segno negativo l’economia della Ue finirebbe in una recessione tecnica.

Aumentano gli occupati

Il numero degli occupati nel terzo trimestre del 2023 è aumentato dello 0.3% nell’ eurozona rispetto al mese precedente e rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente l’occupazione è cresciuta dell’1,4%. In crescita anche l’occupazione nella Ue che nel terzo trimestre registra un incremento dello 0,2%, mentre rispetto al terzo trimestre del 2022 è cresciuta dell’1,3%. Segnali di lieve ripresa, dunque, per il mercato del lavoro che nonostante le difficoltà che sta attraversando l’economia europea in questo periodo conferma la sua tenuta registrando segnali positivi che potrebbero confermarsi anche nell’ultimo trimestre dell’anno.

Il Pnrr ha “un ruolo centrale”

Il quadro dell’economia europea sposta necessariamente l’attenzione sugli obiettivi di crescita che dovrà raggiungere il nostro Paese già dai prossimi mesi. Secondo la presidente di Upb Lilia Cavallari “Alla luce delle oggettive condizioni di incertezza e instabilità di questo scenario, combinate con il peso del debito e la debole dinamica del Pil, i già forti vincoli di bilancio si fanno più stringenti”. Per Cavallari il Pnrr “ha un ruolo centrale per il sostegno dell’economia italiana e la sua attenzione non può ammettere rinvii. Secondo le stime dell’Usb il pieno avanzamento dei progetti del Pnrr fornirebbe uno stimolo all’attività economica che, se pur appena inferiori rispetto a quello prefigurato dal Mef, è determinante per lo sviluppo del prossimo biennio”.

Rischi al ribasso

La presidente dell’Ufficio parlamentare di bilancio spiega che “nel 2026, anno in cui si dovrebbe completare il programma europeo Rrf, le stime dell’Upb indicano che il Pnrr dovrebbe spingere il Pil tra i 2.3 e i 2.6 punti percentuali rispetto allo scenario in assenza del Piano e affinché tale risultato sia raggiunto occorre avanzare speditamente con l’attuazione degli interventi”. Gli obiettivi di crescita che si è prefissato il Governo nel 2024 sono raggiungibili secondo Lilia Cavallari a patto che si avanzi speditamente con il Pnrr sottolineando che “le previsioni macroeconomiche ufficiali validate dall’Upb il mese scorso in occasione del Nadef sono ancora accettabili per il 2023 mentre sono decisamente aumentati i rischi al ribasso in vista del 2024”.

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