L’aumento dei prezzi continua a incidere sulle vendite, registrando nell’ultimo periodo una riduzione rispetto al mese precedente sia in volume che in valore. Il caro vita, dunque, continua a pesare a produrre effetti negativi, in particolare, sulle imprese del piccolo dettaglio. Per Confesercenti “da inizio anno, stimiamo, infatti, un crollo delle vendite in volume pari al 6,7%, un andamento negativo che se fosse confermato fino a fine anno comporterebbe una perdita di quasi 5 miliardi di vendite nei dodici mesi”.
Flessione dei consumi
Nonostante la crescita rispetto allo scorso anno della spesa in valore, le quantità acquistate si riducono di colpo. E di fronte a una inflazione ancora elevata, pari al 5,7%, si stanno restringendo sempre di più anche gli spazi di manovra delle famiglie. La flessione dei consumi reali è particolarmente critica per le imprese operanti su piccole superfici, i cui volumi di vendita sono in campo negativo ininterrottamente da giugno 2022, con una flessione in questi 9 mesi del 2023 pari al 6,7% rispetto al 3,9% del totale.
Famiglie in difficoltà
Commenta Confesercenti: “Dalle vendite di settembre emerge un quadro che rappresenta perfettamente lo stato di difficoltà in cui vivono moltissime famiglie italiane”. Uno scenario che desta allarme, “con un Pil stagnante nel terzo trimestre dovuto soprattutto alla debolezza della domanda interna e in cui il rallentamento dei consumi allontana sempre più le prospettive di ripresa dell’economia”.
Taglio cuneo fiscale
Nella manovra di bilancio, che ha iniziato il suo iter in Parlamento, ci sono provvedimenti che vanno nella giusta direzione dando un po’ di respiro alle famiglie e dunque sostegno ai consumi, in particolare per quel che riguarda il taglio del cuneo contributivo e la riduzione delle prime aliquote di imposta. Ma bisogna accompagnare queste misure ad un alleggerimento più sostanziale del peso del fisco, prestando attenzione anche al fiscal drag, che avviene quando l’aumento nominale dei redditi correlato all’inflazione porta automaticamente all’applicazione di aliquote più elevate e quindi all’incremento del prelievo fiscale”. Conclude Confesercenti: “Un assaggio lo si sta avendo con il taglio del cuneo fiscale predisposto dal governo, che in parte sarà eroso proprio dal fisco. Bisogna dunque rivedere la struttura delle aliquote per annullarne gli effetti negativi”.