giovedì, 19 Dicembre, 2024
Economia

Commercio, vendite al dettaglio: -4,4% a settembre

“A settembre 2023 si registra una flessione congiunturale (a breve periodo) delle vendite al dettaglio in valore (-0,3%) e in volume (-0,6%), determinata da entrambi i settori merceologici, beni alimentari e non alimentari. A livello tendenziale (a lungo periodo), si continua a registrare un aumento delle vendite in valore, sebbene in progressivo rallentamento, che si contrappone ad una diminuzione di quelle in volume. A settembre sono in crescita le vendite al di fuori dei negozi e quelle della grande distribuzione. Per quest’ultima continua l’andamento positivo, già evidenziato nel corso dell’anno, trainato dalle vendite degli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare”. Così commenta l’Istat riguardo le stime delle vendite al dettaglio nel mese di settembre 2023. A settembre, infatti, le vendite al dettaglio hanno subito un calo su base mensile dello 0,3% in valore e dello 0,6% in volume. Sono in diminuzione sia le vendite dei beni alimentari (-0,2% in valore e -0,6% in volume) che quelle dei beni non alimentari ( -0,5% in valore e -0,6% in volume).

Cresce il valore dei beni alimentari

Nel terzo trimestre del 2023, in termini congiunturali, le vendite al dettaglio sono stazionarie in valore ma diminuiscono in volume del -1,3%. Le vendite dei beni alimentari crescono in valore, registrando un lieve incremento del +0,8%, mentre calano in volume del -1,1%. Le vendite dei beni non alimentari diminuiscono, invece, sia in valore (-0,6%) che in volume (-1,4%). Su base tendenziale, a settembre 2023, le vendite al dettaglio aumentano del +1,3% in valore e registrano un calo in volume del -4,4%. Le vendite dei beni alimentari crescono del +5,5% in valore ma diminuiscono del -3,1% in volume, mentre quelle dei beni non alimentari calano sia in valore che in volume, rispettivamente del-1,8% e del -5,2%.

Beni non alimentari

Per quanto riguarda i beni non alimentari, si registrano variazioni tendenziali eterogenee tra i gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda i Prodotti di profumeria, cura della persona (+5,3%), mentre Elettrodomestici, radio, tv e registratori registrano il calo più consistente (-7,9%). Rispetto a settembre 2022, il valore delle vendite al dettaglio è in crescita per la grande distribuzione (+4%) e le vendite al di fuori dei negozi (+1,6%) mentre registrano una variazione negativa sia le vendite delle imprese operanti su piccole superfici (-1,2%) sia quelle del commercio elettronico (-2,6%).

Dati peggiori del previsto

I dati di settembre inerenti alle vendite al dettaglio sono peggiori rispetto a quelli attesi secondo l’ufficio Studi di Confcommercio e “rappresentano un campanello d’allarme per la possibilità di ripresa nell’ultimo trimestre dell’anno. Il ridimensionamento dei volumi acquistati è un fenomeno diffuso sia a livello di prodotti che di format distributivi”, L’Ufficio Studi ha poi aggiunto che il rallentamento dell’inflazione “rappresenta una delle vie per restituire certezze e fiducia alle famiglie, e seppur è bene avviato, è ancora scarsamente percepito dai consumatori che continuano a mantenere un atteggiamento di prudenza negli acquisti”. Riguardo alle piccole imprese Confcommercio ha sottolineato come alcuni settori come quelli dell’abbigliamento, delle calzature e dell’arredamento “scontano da mesi significative diminuzioni nei volumi di vendita” e questo ricade anche sulla loro tenuta.

Inflazione e caro prezzi

Riguardo le vendite al dettaglio il Codacons ha sottolineato che “non si arresta neanche l’effetto del caro prezzi, con la spesa delle famiglie fortemente influenzata dai rincari che continuano a colpire duramente tutti i settori”. Anche a settembre dunque, spiega l’associazione, si registra un altro crollo delle vendite in volume con una contrazione su base annua del -4,4%, a fronte di un aumento in valore del +1,3%. “Questo significa che al netto dell’inflazione e considerata la spesa per consumi e famiglie, gli acquisti calano in volume per un totale di 35,7 miliardi di euro annui, pari in media a -1.386 euro su base annua a famiglia”, aggiunge Codacons. Il presidente di Codacons Carlo Rienzi ha ribadito che “la riduzione dell’inflazione registrata il mese scorso non salverà il commercio e non avrà effetti sui volumi di spesa degli italiani. Il paniere salva-vita varato dal Governo non sta producendo gli effetti sperati e crediamo che debba adottare misure più incisive per frenare il caro-prezzi e sostenere i consumi”.

Sempre più italiani ai discount

Secondo l’analisi di Coldiretti sulla base dei dati Istat riguardo le vendite al dettaglio inflazione e caro prezzi spingono gli italiani ad acquistare beni alimentari all’interno dei discount. A settembre 2023, infatti, gli acquisti di generi alimentari ai discount hanno registrato un incremento del 6,3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il caro prezzi nel mese di settembre ha tagliato del 3,1% la quantità dei prodotti acquistati dagli italiani, i quali sono costretti a spendere il +5,5% a causa dei rincari determinati dall’inflazione. Questa situazione porta le famiglie a scegliere una soluzione più economica riguardo l’acquisto dei prodotti alimentari, spingendole ad andare a caccia di prezzi più bassi e alla ricerca di promozioni vantaggiose.

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