giovedì, 21 Novembre, 2024
Politica

Meloni: elezione diretta del premier rivoluzione per la terza Repubblica

Casellati: “Così si rispetta il voto popolare”. Piano Mattei, coordinamento alla Cabina di regia del Governo

Fiera e determinata. Sulle riforme istituzionali, sul Piano Mattei, sulle politiche sociali, e le nuove norme fiscali, Giorgia Meloni spinge il Governo ad accelerare, su un programma elettorale “consegnato e approvato dagli italiani”. Il via libera che da facoltà ai cittadini di eleggere il presidente del Consiglio, per dirla con le parole del premier: “è la madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia. Rivoluzione che ci porta nella terza Repubblica”. Il voto unanime del Consiglio dei ministri – il testo è stato approvato così come è  entrato, senza alcuna modifica – segna una vittoria politica del premier che dell’unità del Centrodestra fa una bandiera di governabilità.

La riforma e la Costituzione 

Il  via libera al ddl costituzionale sul premierato, disegno di legge proposto dalla ministra per le riforme, Elisabetta Casellati, è un passaggio epocale che prevede l’elezione diretta del premier in un unico turno, per 5 anni. Svolta  che modifica tre articoli della Costituzione: l’88 sul potere del capo dello Stato di sciogliere le Camere, il 92 sulla nomina del premier e il 94 sulla mozione di fiducia e sfiducia al governo. Ci sarà un sistema elettorale maggioritario con un premio del 55 per cento assegnato su base nazionale.

Un voto per Governi stabili 

“Abbiamo licenziato la riforma costituzionale che introduce l’elezione diretta del capo del governo”, illustra il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con accanto la ministra Maria Elisabetta Alberti Casellati, nel corso della conferenza stampa al termine della riunione del Consiglio dei ministri, “una riforma”, osserva il premier, “che garantisce i due grandi obiettivi che ci siamo impegnati a realizzare: garantire il diritto dei cittadini a decidere da chi farsi governare, mettendo fine alla stagione dei ribaltoni, del trasformismo e dei governi tecnici, e garantire che chi viene scelto dal popolo possa governare con un orizzonte di legislatura, garantendo la stabilità”.

Possibile il Referendum 

“Sono molto fiera di questa riforma”, puntualizza Giorgia Meloni, “che confido possa avere un consenso ampio in Parlamento. Qualora non dovesse esserci chiederemo agli italiani cosa ne pensano con un referendum”. L’impegno più volte rimarcato dal presidente del Consiglio è dare stabilità all’esecutivo che verrà eletto.

“Qualcosa non ha funzionato nel sistema e quello che non funziona riguarda l’orizzonte di legislatura”, il premier, “l’assenza di stabilità che ha creato problemi anche alla nostra credibilità internazionale”. La riforma costituzionale prosegue Giorgia Meloni, “è una priorità e proprio perché siamo un governo solido e stabile dobbiamo prendere questa responsabilità”. In conferenza stampa, smorza anche le critiche di quanti vedono nella riforma un de potenziamento del Capo dello Stato, Giorgia Meloni precisa come il governo abbia: “deciso di non toccare le competenze del presidente della Repubblica, salvo per quello che riguarda l’incarico che si dà a un premier eletto direttamente dai cittadini”.

La norma anti ribaltone

Con la riforma arriva la principale novità, relative alle nuove regole in caso di crisi.

Se il premier si dimette o decade il presidente della Repubblica, secondo la norma ribattezzata “anti ribaltone”, può assegnare l’incarico di formare un nuovo governo al premier dimissionario o a un altro parlamentare eletto e collegato al presidente del Consiglio. Per l’approvazione di leggi di riforma costituzionale servono due votazioni per Camera, la seconda con maggioranza assoluta, a distanza non inferiore di tre mesi. Per evitare il referendum bisogna poter contare su una maggioranza dei due terzi dei seggi, altrimenti la legge potrà essere sottoposta a referendum popolare se, entro tre mesi dalla loro pubblicazione, ne facciano domanda un quinto dei membri di una Camera o cinquecentomila elettori o cinque Consigli regionali.

Nella riforma costituzionale spiega ancora Giorgia Meloni: “viene prevista una norma antiribaltone”, per cui il presidente del Consiglio eletto “può essere sostituito da un parlamentare della maggioranza solo per realizzare le dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio eletto. Può accadere una sola volta: fine dei Governi tecnici, dei ribaltoni, delle maggioranze arcobaleno”. La riforma prevede poi “l’abolizione dei senatori a vita” ad eccezione degli ex Presidenti della Repubblica e di quelli in carica. “Una decisione”, osserva il premier, “in linea con la riduzione del numero dei parlamentari”.

Casellati: rispetto del voto popolare

“La proposta io la considero la riforma delle riforme”, commenta la ministra per le riforme Elisabetta Casellati, “Certo che ci sono anche altre priorità ma non è un’esercitazione dialettica parlare di riforme costituzionali perché la riforma del fisco o la riforma delle pensioni non si possono fare con un governo debole e precario. La proposta opera su 5 versanti che son riconducibili al criterio della decisione e del rispetto voto popolare”. 

Il Piano Mattei per l’Africa 

Dal Cdm arriva il via libera ad un altro impegno importante, ossia il nuovo approccio con i Paesi africani.
“Il Piano Mattei, Piano di cui parliamo dal nostro insediamento, forse il più grande progetto strategico in ambito geopolitico del governo”, con il provvedimento, prosegue il premier: “abbiamo definito la governance”, ci sarà infatti una Cabina di regia in capo a Palazzo Chigi, evidenzia Meloni nel ribadire come si possano “trasformare le crisi in possibili occasioni di centralità”. “Noi abbiamo lavorato sodo, ora si tratta di finalizzare la stesura definitiva del Piano con i paesi coinvolti per poi portarlo in Parlamento e al confronto con l’Ue”. “La cabina di regia ha il compito di coordinare tutte le attività di governo”, puntualizza il premier, “aggiornare costantemente il piano e presentare una relazione annuale in Parlamento. C’è poi un’apposita struttura di missione e questa accelerazione e strutturazione del tema del piano Mattei è preliminare a tutta la serie di iniziative per l’Africa che stiamo portando avanti”.

Fisco, concordato preventivo 

Tra le decisioni prese dall’Esecutivo anche una novità sul piano fiscale. “Introduciamo il concordato preventivo biennale per i contribuenti di minori dimensioni”, spiega ancora Giorgia Meloni, “uno strumento che aumenta la collaborazione con il fisco” ed è una dimostrazione di “fiducia dello Stato verso i contribuenti perché con l’adesione al concordato il contribuente viene liberato dagli accertamenti per i successivi due anni”. Per il viceministro all’economia Maurizio Leo, il decreto legislativo approvato apre una stagione di dialogo con il contribuente “senza abbassare guardia”. Secondo la nota del Cdm: “è il quinto provvedimento di attuazione della riforma fiscale e vuole cambiare passo per i rapporti tra fisco e contribuenti, con un dialogo molto più attento senza abbassare la guardia sulla lotta all’inflazione e con un utilizzo più importante della tecnologia”.

Disabilità, nuove misure

Ad illustrate le nuove misure varate dal Cdm in merito alla disabilità è il premier. “C’è anche un provvedimento estremamente importante del ministro. Una riforma molto importante sul tema della disabilità che cambia l’approccio alla disabilità e recepisce i principi delle Nazioni Unite sulla convenzione per i diritti delle persone con disabilità”. Provvedimento che “mette al centro la persona con l’obiettivo di consentirle di partecipare alla vita sociale su un principio di uguaglianza con gli altri. Tanti provvedimenti molto precisi che disegnano una risposta estremamente efficace”. Per la ministra per la disabilità Alessandra Locateli è semplificato l’iter per la invalidità civile. “Mentre adesso le persone sono costrette a bussare ai servizi sanitari territoriali, comunali, noi diciamo che bisogna fare un’unica conferenza di servizi che in un unico documento dia le risposte ai bisogni della persona”.

Toscana, stato di emergenza

L’emergenza maltempo è entrata tra i temi del Cdm. “Ho sentito la Protezione civile, il ministro Musumeci, il presidente Giani”, in Consiglio dei ministri racconta il premier, “abbiamo deliberato lo stato di emergenza per la Regione Toscana e abbiamo previsto un primo stanziamento di 5 milioni per garantire gli interventi più urgenti”.

Telefonata fake, dimissioni di Talò 

Sulla conversazione fake avvenuta a settembre e diffusa nei giorni scorsi con un audio di circa 13 minuti, il presidente del Consiglio non ha dubbi: “c’è stata superficialità dell’ufficio diplomatico”, commenta Giorgia Meloni, al termine della conferenza stampa. “Nella telefonata fake con il duo comico russo “ho ribadito le posizione che sostengo anche pubblicamente”, sulla guerra tra Ucraina e Russia e “viene ribadita e confermata la coerenza del governo nelle decisioni di politica estera”.

“Sul finale ho avuto un dubbio”, racconta il premier, “soprattutto quando è venuto fuori il nazionalismo ucraino che è un tipico tema della propaganda russa. Ho avuto un dubbio e ho segnalato la cosa all’ufficio diplomatico, lì credo ci sia stata una superficialità nel procedere ed è questo il motivo per cui stamattina il consigliere Talò ha rassegnato le dimissioni”. “Lo voglio ringraziare, il suo è un gesto di grande responsabilità”, fatto nella “consapevolezza” della “superficialità” con cui è stata gestita la vicenda, “ma che racconta una persona a servizio delle istituzioni da qualche decennio, è stato anche al mio servizio e io credo che abbiamo gestito almeno altre 80 telefonate con leader esteri”.

“Io credo di essere il premier che ha incontrato come nessun un altro altri capi di governo e mi spiace che in questo inciampo si possa mettere in discussione il lavoro fatto: ma, vedete”, conclude Giorgia Meloni, “più fai e più rischi. Siamo tutti dispiaciuti, Talò se ne è assunto la responsabilità. Ringrazio lui e l’ufficio diplomatico”.

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