domenica, 22 Dicembre, 2024
Attualità

La guerra mediatica di Hamas: rilasceremo ostaggi stranieri

Morti nel campo profughi di Jabalya. A Parigi stelle di David su muri e vetrine

Tutto come da copione là dove la guerra non miete vittime proliferano manifestazioni, proteste mediatiche, perfino imbrattamenti di muri come negli anni venti hitleriani con le stelle di David disegnate sui muri e sulle vetrine dei negozi. La procura di Parigi ha annunciato l’apertura di un’inchiesta dopo la scoperta di una sessantina di stelle di David dipinte nella notte tra lunedì e martedì sui muri del 14° arrondissement della capitale. A Washington manifestanti hanno interrotto la testimonianza del segretario di Stato americano davanti alla commissione per gli stanziamenti del Senato con lo slogan “cessate il fuoco adesso!” L’intervento di Blinken è stato interrotto da attivisti del gruppo pacifista “Code Pink”, che poi la polizia ha allontanato dalla sala delle udienze. Hanno tenuto le mani al cielo, dipinte di rosso, simil insanguinate. E per ricordare la storia, a chi l’avesse dimenticata o mai letta e saputa, l’ambasciatore israeliano Gilad Erdan si è appuntato una stella gialla al petto durante una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu dicendo che la porterà con fierezza finché l’Onu non condannerà quelle che ha definito “le atrocità di Hamas” e non pretenderà la liberazione degli ostaggi. Ieri Hamas, tramite il portavoce, Abu Obeida, ha scritto su Telegram che “nei prossimi giorni rilascerà un certo numero di stranieri in linea con il nostro desiderio di non trattenerli a Gaza.”

La guerriglia a Gaza

Sul campo, invece, c’è la morte ogni giorno: le forze israeliane (Idf) segnalano “violenti combattimenti” con Hamas nella Striscia di Gaza, con decine di “terroristi” uccisi. Un bombardamento israeliano ha colpito il campo profughi di Jabalya, nel nord della Striscia di Gaza. Fatah, il partito del Presidente palestinese Abu Mazen, ha subito annunciato una “giornata di rabbia” dopo il bombardamento del campo: ci sarebbero una cinquantina di morti. Dall’enclave palestinese “pesanti combattimenti a Gaza City” con le “Idf che cercano di isolare” il nord dal sud della Striscia. Fatta saltare in aria anche una postazione di Hamas con un grande deposito di armi. Colpito anche il campo profughi di al-Shati, anche noto come Beach Camp, lungo la costa di Gaza City. Suonano continuamente le sirene di allarme anti missili nelle zone centrali di Israele, a Tel Aviv e Herzliya, e anche nella regione di Sharon. La popolazione abbandona le case e i luoghi di lavoro e corre nei rifugi. Il ministero della Sanità di Hamas conta 8.525 morti nella Striscia di Gaza, di cui 3.542 bambini. L’Unicef ha dichiarato che si tratta di “numeri spaventosi” che aumentano in maniera “sconcertante” ogni giorno.

Missili dallo Yemen, ribelli Huthi

Ieri anche i ribelli Huthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, hanno lanciato droni verso Israele come rappresaglia per la sua guerra contro Hamas. “Questi droni appartengono allo stato dello Yemen”, ha detto Abdelaziz bin Habtour, primo ministro del governo Huthi, quando gli è stato chiesto dei droni lanciati verso Eilat, nel sud di Israele. Le sirene di allarme sono risuonate nell’area di Eilat, estrema punta su di Israele sul Mar Rosso.

Kuwait e Oman condannano Israele

Il Kuwait e il Sultanato dell’Oman hanno condannato i raid aerei israeliani in corso su Gaza. Il principe ereditario kuwaitiano, Sheikh Meshaal Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah, ha affermato che il suo Paese segue i sanguinosi eventi che hanno avuto luogo a Gaza e denuncia le violazioni e i brutali bombardamenti israeliani. Dal canto suo, il ministro degli Esteri dell’Oman, Badr bin Hamad bin Hamoud Al Busaidi, ha invitato la comunità internazionale a “indagare e perseguire Israele per aver preso di mira i civili a Gaza.”

L’Iran alza la voce

L’Iran continua a minacciare: “se il conflitto a Gaza si espanderà, non resterà nulla del regime di Israele” ha detto il vice ministro degli Esteri iraniano, Ali Bagheri Kani. L’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre “ha causato un colpo irrecuperabile nel cuore del sistema di sicurezza del regime sionista”, ha aggiunto, criticando anche il mondo occidentale per “non avere guardato al problema della Palestina come a una questione relativa alla sicurezza”.

Hamas minaccia l’Italia

Minacce anche all’Italia arrivano da Basm Naim, uno dei leader di Hamas: “purtroppo il governo italiano ha scelto ancora una volta la destra”, ha detto, “la parte destra della Storia: è un errore gravissimo che trasforma l’Italia in una delle parti nell’aggressione del popolo palestinese.” “Israele – ha spiegato in un’intervista televisiva – non agisce da solo, ma per conto di Usa, Francia, Germania, Regno Unito e purtroppo anche Italia che ha inviato alcune truppe nel Mediterraneo. Come possiamo affrontare tutto questo? Possiamo solo dire che la comunità internazionale ha la stessa responsabilità degli israeliani per tutte le stragi commesse sul nostro popolo.”

Anche l’Oms critica Israele

Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha denunciato gli attacchi aerei israeliani nei pressi dell’ospedale “dell’amicizia turco-palestinese”, il principale centro oncologico di Gaza. Secondo l’Oms, i servizi medici sono stati significativamente ridotti a causa delle interruzioni di elettricità e delle limitazioni all’ingresso di medicinali, forniture mediche, carburante e acqua. “Non sottolineeremo mai abbastanza l’importanza di preservare l’assistenza sanitaria a Gaza”, ha affermato il direttore generale dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus. “I malati di cancro sono già fragili ed è imperativo fare tutto il possibile per garantire che ricevano le cure di cui hanno bisogno”. “È davvero una questione di vita o di morte”.

Ue: Hamas è terrorismo

La Presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola, da Parigi dove ha incontrato il Presidente francese Emmanuel Macron, ha detto che Hamas “è una organizzazione terrorista, che non rappresenta per niente le aspirazioni legittime del popolo palestinese. Anzi, le ostacola. La maniera in cui Hamas sarà fermata è importante: il popolo palestinese non dovrebbe pagare il prezzo dei suoi atti ignobili.” “Assistiamo ad una vera crisi umanitaria a Gaza – continua Metsola – i civili non possono essere presi come obiettivi. Gli ostaggi devono essere liberati. La risposta di Israele deve essere conforme al diritto internazionale umanitario: è la ragione per la quale il Parlamento Europeo ha chiaramente chiesto una pausa umanitaria, che permetterebbe di risparmiare vite innocenti e di consegnare gli aiuti internazionali.”

Herzog: Israele scudo d’Europa

Risponde indirettamente il Presidente di Israele Isaac Herzog, ospite di Bruno Vespa a “Cinque minuti”, dove ha parlato di “dolorosissimi incontri con le famiglie degli ostaggi: sono neonati, nonni con demenza, donne incinte, giovani che stavano partecipando a una festa. Io dico a tutti che l’uomo è fatto in modo da resistere alle prove più dure, persino ad essere imprigionati in qualche cella a Gaza.” Su quello che succederà dopo, Herzog è poco speranzoso: ”potremo mai più fidarci di persone che si sono trasformati in macellai? Se concederemo ai nostri vicini qualcosa, non ci si ritorcerà contro come è successo questa volta? Era dall’Olocausto che non morivano tanti ebrei in un solo giorno.” Il Presidente Herzog ha anche detto che quello che Israele sta facendo contro Gaza è “una battaglia per tutte le democrazie occidentali”, e ha concluso: “è necessario capire che se non ci fosse Israele, il prossimo obiettivo sarebbe l’Europa.”

Trattative internazionali per gli ostaggi

Riguardo gli ostaggi i tempi si dilatano: ieri è arrivato là dove sono in corso le trattative più avanzate, in Qatar e in Egitto, anche il ministro thailandese degli Affari Esteri per discutere la sorte dei 22 connazionali tenuti in ostaggio da Hamas. Circa 30 mila thailandesi lavorano in Israele, soprattutto nel settore agricolo, e sono almeno 32 quelli rimasti uccisi (e 19 feriti) secondo il Ministero degli Affari Esteri di Bangkok. I terroristi, però, continuano a mantenere la condizione del “cessate il fuoco”: dunque il rilascio dei 240 ostaggi israeliani solo dopo il silenzio delle armi.

Aiuti dall’Italia per i profughi

Sono circa 80 i camion in ingresso ieri a Gaza dal valico di Rafah. Lo ha fatto sapere il ministero della Difesa israeliano segnalando che in questo modo aumenteranno in modo considerevole gli aiuti. Da lunedì scorso Israele ha consentito l’ingresso a un totale di 144 camion con cibo, acqua e medicine. Intanto, dall’Italia, un secondo C130 dell’Aeronautica Militare con a bordo altri aiuti umanitari destinati alla popolazione palestinese è decollato ieri da Brindisi. Gli aiuti saranno trasportati a Gaza tramite il valico di Rafah dalla Mezzaluna Rossa. Il ministro della Difesa Guido Crosetto ha ricordato che “l’Italia, con questi voli, è stata tra i primi Paesi a portare aiuti e mi auguro che ci sia una gara da parte di tutto il mondo per aiutare la popolazione civile e cercare ogni possibile via per una de-scalation delle tensioni nell’area.”

Paura a Parigi

Ieri a Parigi, la polizia ha sparato a una donna completamente velata che minacciava di “far saltare in aria tutto”. Intorno alle 9,30, alla stazione della RER di Austerlitz, nel 13 arrondissement di Parigi, la sospettata, indossando un abaya – lungo camice nero, che copre tutto il corpo eccetto la testa, i piedi e le mani – avanzava urlando e c’era il sospetto che volesse farsi saltare in aria con una bomba. Sul posto è intervenuta una squadra di agenti che ha cercato di isolarla mentre la donna gridava “Allah Akbar” continuando a rifiutarsi di mostrare le mani che teneva sotto la veste. A quel punto gli agenti hanno aperto il fuoco. La donna è ferita ed è in isolamento in ospedale.

Gli israeliani si armano

Dall’inizio della guerra sono state registrate più di 174.453 richieste di licenze per il possesso di armi da fuoco. Lo riferisce Ynetnews, secondo cui il ministero della Sicurezza nazionale israeliano ha dichiarato che i centri ricevono una media di 10.000 nuove richieste ogni giorno, mentre prima del 7 ottobre il numero si aggirava intorno alle 850 richieste a settimana. Il ministro della Sicurezza nazionale, Itamar Ben Gvir, il 10 ottobre ha ordinato l’acquisto immediato di 10 mila armi da fuoco da consegnare ai civili.

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