venerdì, 21 Febbraio, 2025
Economia

Economia, gli italiani tornano ad avere fiducia e a risparmiare

Indagine Acri

Il forte pessimismo che aveva contraddistinto gli italiani sul clima economico del Paese nel corso del 2022 sembra essersi significativamente attenuato, aprendo la strada a una nuova ondata di ottimismo nel 2023. Secondo i risultati dell’indagine ‘Gli italiani e il risparmio’ condotta da Acri (Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio) in collaborazione con Ipsos e in occasione della 99esima Giornata Mondiale del Risparmio, che verrà celebrata oggi, la gente sembra avere ritrovato fiducia nelle prospettive finanziarie, con un notevole impatto sulla propria situazione finanziaria e la percezione del futuro. Nel 2022 il Paese era stato colpito da una ventata di pessimismo causata da eventi globali, come il conflitto in Ucraina e la spirale inflazionistica, che avevano fatto temere un possibile rischio di recessione. Questo pesante clima di incertezza aveva lasciato un segno profondo nella percezione degli italiani sul loro futuro economico. Tuttavia, nel 2023, sembra che la situazione si sia notevolmente migliorata.

Tenore di vita

In particolare, un numero crescente di persone afferma di aver sperimentato un miglioramento del proprio tenore di vita rispetto al 2022 (14% contro il 7% dell’anno precedente), mentre coloro che lamentano un peggioramento sono in calo (13% contro il 19%). Sono dati che segnano un ritorno a una situazione più simile a quella pre-pandemica, quando l’ottimismo era predominante. Il cambiamento nel sentiment finanziario si riflette anche nella diminuzione dei più radicali pessimisti, che sono passati dal 29% al 20%. Complessivamente, il saldo tra ottimisti (27%) e pessimisti (52%) nel 2023 è di -25, migliorando notevolmente rispetto al -32 del 2022, quando solo il 26% degli italiani si dichiarava ottimista, contro il 58% che si sentiva pessimista.

Tasso di risparmio

Uno dei punti salienti di questo studio è l’aumento significativo del tasso di risparmio nel Paese, con il 48% degli intervistati che dichiara di essere riuscito a mettere da parte dei propri guadagni nel corso dell’anno, rispetto al 43% dell’anno precedente. Un aumento dell’attitudine al risparmio che si riscontra non solo tra le famiglie più agiate, ma anche tra quelle in difficoltà economica. Il concetto di risparmio assume un significato prevalentemente positivo per gli italiani. Per il 39%, il risparmio è associato alla tranquillità, mentre per il 22% rappresenta una forma di tutela. Il 16% considera il risparmio come saggezza finanziaria, e il 10% lo vede come un veicolo per la crescita economica. Allo stesso tempo, un terzo degli intervistati afferma che il risparmio oggi implica fare dei sacrifici, un aumento rispetto al 25% registrato nel 2022. Tuttavia, cresce anche il numero di coloro che vivono la capacità di risparmio con meno ansia e senza troppe rinunce, passando dal 49% nel 2022 al 53% nel 2023, tornando così ai livelli del 2021. D’altra parte, diminuisce la percentuale di coloro che non si sentono tranquilli se non mettono da parte dei risparmi (34% nel 2023 contro il 37% nel 2022).

Spese improvvise

Grazie ai risparmi accumulati durante il periodo del lockdown, molti italiani sono ora in grado di far fronte a spese impreviste con mezzi propri e con una certa tranquillità, specialmente per piccoli importi. Il 77% delle famiglie afferma di essere in grado di affrontare spese non programmate pari a 1.000 euro, in aumento rispetto al 75% del 2022. Tuttavia, rimane più difficile affrontare spese impreviste di importo maggiore, come il 36% delle famiglie che dichiara di poter far fronte a spese non programmate di 10.000 euro, in lieve calo rispetto al 39% del 2022. Nonostante il persistente caro vita, il 33% degli italiani continua a cercare sconti e promozioni o a rivolgersi all’online o a cambiare il brand di riferimento per far fronte alle spese quotidiane.

Pensionamento, che paura

Tuttavia, resta alta la preoccupazione per il futuro economico dopo il pensionamento, con il 72% degli intervistati che dichiara di avere paura, in calo rispetto al 75% del 2022. I giovani appaiono meno preoccupati (69%) rispetto alla popolazione generale (72%), probabilmente perché vedono il momento della pensione come ancora lontano. Nonostante questi timori, solo un lavoratore su 5 ha già sottoscritto forme di previdenza integrativa. Un quinto degli intervistati ha cercato informazioni in merito, mentre circa un terzo si dichiara aperto a questa tematica e interessato a ricevere ulteriori informazioni.

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