sabato, 18 Gennaio, 2025
Attualità

La Cina rimpatria centinaia di rifugiati nordcoreani

Secondo Human Rights Watch la Cina avrebbe espulso una ottantina di rifugiati usciti dalla Corea del Nord. Il governo della Corea del Sud, invece, ritiene che siano oltre 600 i rimpatri forzati, soprattutto di donne che ora “rischiano detenzioni in campi di lavoro, torture, violenze sessuali e anche esecuzioni”.

Questione umanitaria e diplomatica

Una questione umanitaria e un caso diplomatico tra Cina e Corea del Sud che ha sporto protesta formale con le autorità di Pechino. Per J.M. Missionary Union, molte delle espulsioni sarebbero avvenute simultaneamente nelle città cinesi di Tumen, Hunchun, Changbai, Dandong e Nanping, nella serata del 9 ottobre scorso. Ovvero dieci giorni prima dell’anniversario del Partito dei Lavoratori nordcoreano e all’indomani degli Asian Games, l’evento sportivo ospitato dalla metropoli cinese di Hangzhou, che il presidente Xi Jinping ha celebrato come il simbolo della fratellanza inter-asiatica. Secondo le organizzazioni umanitarie si tratta di persone che erano state trattenute in Cina durante la pandemia e ora, che anche la Corea del Nord ha riaperto le frontiere, sono state espulse e rimpatriate. La Cina ha negato questa versione dei fatti e risposto che gli ingressi illeciti sono trattati nel rispetto del diritto internazionale. Coloro che entrano privi di documento sono considerati “migranti economici” illegali e seguono un protocollo concordato con la Corea del Nord.

Le reti di fuga

Secondo ricostruzioni giornalistiche una rete internazionale finanzia le fughe dal regime coreano lungo il fiume Yalu, che però d’inverno gela ed è disseminato di pattuglie coreane e cinesi. Sono attive reti di sostegno sia nel paese di uscita che di entrata e sono utilizzati cellulari usa e getta, servizi di accompagnamento con vari mezzi, ma a volte bisogna camminare a piedi anche per giorni interi, e servono anche molti soldi. Il crescente utilizzo in Cina della videosorveglianza – e in particolare del riconoscimento facciale – ha contribuito a frenare le diserzioni dall’altra sponda del fiume Yalu, rendendo estremamente difficile per i fuggiaschi evitare di essere identificati e rimpatriati.

Onu, 1500 detenuti

Secondo il Database Center for North Korean Human Rights, in passato sono stati rimpatriati oltre 8.000 nordcoreani, il 98% dei quali provenienti dalla Cina. 34.000 nordcoreani si sono invece trasferiti a Sud negli ultimi decenni: chi per fuggire alla repressione del regime, chi invece alla ricerca di condizioni di vita migliori. Ma, da quando ha preso il potere nel 2011, Kim Jong-un ha gestito più duramente del padre e del nonno i tentativi di fuga all’estero. Il covid, poi, ha quasi fermato completamente le fughe. Stime del governo sudcoreano sostengono che circa 10.000 nordcoreani potrebbero essere ancora nascosti in Cina. Le Nazioni Unite ritengono che 1.500 oggi si trovino in stato di detenzione dopo essere stati catturati dalle autorità di Pechino. Secondo quanto riportava a settembre la stampa locale cinese, il Presidente cinese Xi Jinping sarebbe “seriamente intenzionato” a visitare Seul in previsione dell’organizzazione di un vertice a tre con il Giappone. Ma ora la questione rifugiati-rimpatriati potrebbe creare intoppi diplomatici.

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