Un appello davvero accorato quello di ieri del Papa in Vaticano, davanti a 20mila fedeli accorsi per ascoltare il consueto Angelus domenicale. Nella mente e nelle parole di Francesco il dramma di quanto sta accadendo in Medio Oriente tra israeliani e palestinesi, con la sua nuova richiesta “affinché si aprano degli spazi, si continuino a far arrivare gli aiuti umanitari e si liberino gli ostaggi” (attualmente, più di 200 persone sono state rapite in Israele dai terroristi di Hamas e portate nella Striscia di Gaza, e le autorità israeliane stanno ancora indagando per ottenere informazioni sui dispersi). Poi, quasi un grido disperato, quello del Santo Padre: “Fratelli, fermatevi. La guerra è sempre una sconfitta, è una distruzione della fraternità umana. Penso anche alla martoriata Ucraina”. Il Pontefice si è detto poi molto preoccupato e addolorato per le notizie che arrivano dalle zone del conflitto: “Prego e sono vicino a tutti quelli che soffrono, ai feriti, alle vittime e ai loro familiari. La situazione umanitaria a Gaza e mi angoscia che anche l’ospedale anglicano e la parrocchia greco-ortodossa siano stati colpiti nei giorni scorsi”. Inoltre, il Papa ha annunciato che venerdì prossimo, il 27 ottobre, sarà una giornata di digiuno, preghiera e penitenza. Ha invitato tutti i credenti a unirsi in preghiera per implorare la pace nel mondo. In quella stessa sera, alle 18, nella Basilica di San Pietro, si terrà un’ora di preghiera dedicata alla pace.
Cesare e Dio, come interpretare
Il Papa, commentando la frase di Gesù ‘Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio’ nel corso del Vangelo, ha parlato di parole che sono diventate di uso comune, ma a volte sono state utilizzate in modo sbagliato per parlare dei rapporti tra Chiesa e Stato, tra cristiani e politica, “spesso vengono intese come se Gesù volesse separare la realtà terrena e quella spirituale”. Ma in realtà, ha spiegato il Papa, “Gesù vuole aiutarci a collocare ‘Cesare’ e ‘Dio’ ciascuno nella sua importanza”. A Cesare, cioè alla politica, alle istituzioni civili, ai processi sociali ed economici, “appartiene la cura dell’ordine terreno; e noi, che in questa realtà siamo immersi, dobbiamo restituire alla società quanto ci offre attraverso il nostro contributo di cittadini responsabili, avendo attenzione a quanto ci viene affidato, promuovendo il diritto e la giustizia nel mondo del lavoro, pagando onestamente le tasse, impegnandoci per il bene comune, e così via”.
Necessaria una Buona Notizia
Ieri, nel giorno in cui la Chiesa ha celebrato la Giornata missionaria, su X il Papa ha scritto che “oggi più che mai l’umanità, ferita da tante ingiustizie, divisioni e guerre, ha bisogno della Buona Notizia della pace e della salvezza in Cristo”. Il Pontefice ha poi espresso “la mia vicinanza in Cristo a tutti i missionari e le missionarie nel mondo, in particolare a coloro che attraversano un momento difficile: il Signore risorto, carissimi, è sempre con voi e vede la vostra generosità e i vostri sacrifici”.