mercoledì, 18 Dicembre, 2024
Agroalimentare

L’Ocse bacchetta l’Unione europea sulla Pac e chiede cambi per l’agricoltura

Nonostante le ambizioni di rendere l’agricoltura più ecologica, secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), i progressi nell’Unione europea in materia di agricoltura sostenibile stanno stagnando; per questo ha chiesto di legare in modo più stretto i considerevoli sussidi all’agricoltura a risultati misurabili. In un rapporto appena pubblicato l’Ocse ha esaminato le politiche agricole e alimentari dell’Ue con l’obiettivo di valutarne l’effetto sulla produttività e sulla sostenibilità. La conclusione è che nell’arco degli ultimi dieci anni, il sistema agroalimentare dell’Eurozona è risultato resiliente alle crisi e la produttività è aumentata, ma la crescita è stata più lenta rispetto alla maggior parte degli altri paesi dell’Ocse.

Sostenibilità in stallo

Allo stesso tempo, i risultati in termini di sostenibilità risultano essere variabili. “In molti paesi dell’UE la biodiversità è diminuita, le emissioni continuano ad aumentare e lo sfruttamento dell’acqua non si è ancora alleviato.” Secondo gli autori, questo “stallo” in termini di crescita sostenibile esiste nonostante l’UE mostri elevati livelli di ambizione e investa considerevoli risorse. L’Ocse fotografa una “discrasia tra le ambizioni politiche in materia di sostenibilità ambientale e i risultati osservabili” e raccomanda una serie di misure per rendere più efficaci gli sforzi.

La Politica agricola comune

Uno dei principali strumenti che l’UE ha a disposizione in questo contesto è la Politica agricola comune (PAC), ma ha bisogno di un “riorientamento” per legarla più saldamente alle sue “priorità dichiarate”. Andrebbero “chiarite le priorità” e i fondi spostati dai “pagamenti diretti” per il sostegno agli agricoltori alla “remunerazione di beni pubblici” attraverso maggiori incentivi. Il rapporto Ocse non chiede di abbandonare il ruolo della Pac come sostegno al reddito per gli agricoltori, ma piuttosto, che questo sostegno venga erogato in modo più mirato. Inoltre, sarebbe necessario garantire una distribuzione equa dei fondi all’interno delle famiglie agricole, compreso tra gli uomini e le donne. Poi bisognerebbe puntare sull’”incoraggiamento all’innovazione” soprattutto perché l’intensificazione delle colture è avvenuta a scapito dell’ambiente e quindi sarebbe opportuno ridefinire i parametri di crescita e produttività sostenibile. Il rapporto, infine, chiede diutilizzare una parte dei fondi della Pac dedicati alla sostenibilità per programmi di formazione e servizi di consulenza per gli agricoltori: “sono necessarie nuove competenze e capacità tra i lavoratori agricoli, tra cui competenze digitali, di gestione ambientale e imprenditoriali.”

Gli agricoltori europei

Quasi dieci milioni di persone, nei paesi dell’Unione europea, lavorano nell’agricoltura, silvicoltura e pesca. Sono circa il 4,5% degli occupati totali.

Il settore agricolo, forestale e della pesca continua a rappresentare un’importante fonte di occupazione, in particolare nei paesi orientali e meridionali dell’UE. Osservando i dati regionali NUTS 3, le regioni rumene di Vaslui (61,7%) e Neamţ (51,4%) hanno i tassi di occupazione agricola più elevati. Inoltre, 114 regioni hanno oltre il 16,5% della forza lavoro impiegata nell’agricoltura, soprattutto in Bulgaria, Grecia, Polonia, Portogallo e Romania. Mentre sono 137 le regioni europee che hanno meno dello 0,5% della forza lavoro impiegata nel settore primario.

Romania, Polonia e Spagna

In numeri assoluti, le regioni con la più alta occupazione sono in Romania, con 8 delle prime 10 regioni. La regione di Iaşi in Romania ha il numero più alto con 146.200 dipendenti, seguita da altre quattro regioni rumene con oltre 100.000 dipendenti ciascuna. Oltre alle regioni rumene, solo altre due regioni sono nella top 10 delle regioni NUTS 3 con i più alti tassi di occupazione nei settori dell’agricoltura, della silvicoltura e della pesca: Sandomiersko jędrzejowski nel sud-est della Polonia e Almería nel sud della Spagna.

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