venerdì, 22 Novembre, 2024
Economia

Cgia: “Il cattivo funzionamento della PA costa oltre il doppio dell’evasione”

In una nota diramata questa mattina, la Cgia ribadisce l’importanza di combattere l’evasione fiscale in modo deciso, ma sottolinea che il problema principale del sistema Paese risiede nella necessità di riformare e ottimizzare la macchina pubblica. È solo attraverso un impegno costante nella lotta all’evasione e nella ricerca dell’efficienza che si potrà garantire un servizio pubblico di qualità, equo e sostenibile per tutti i cittadini, il sunto dello studio. Nello specifico, secondo la Confederazione Generale dell’Artigianato e della Piccola Impresa la mala burocrazia che purtroppo attanaglia la gran parte della Pubblica Amministrazione provoca un danno economico ai contribuenti italiani stimato attorno ai 184 miliardi di euro l’anno.

Un importo, quest’ultimo, più del doppio rispetto alla dimensione dell’evasione tributaria presente in Italia. Secondo il Ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, il mancato gettito annuo ammonta a 84,4 miliardi di euro. Quella denunciata dall’Ufficio studi della Cgia è una chiara provocazione che mette in evidenza un aspetto importante: nel rapporto ‘dare-avere’ tra lo Stato e i contribuenti, l’aggravio economico delle ‘distorsioni’ provocate dalla PA agli italiani ha una dimensione nettamente superiore alle mancate risorse che i contribuenti disonesti decidono di non versare all’erario. Detto ciò, se la qualità dei servizi offerti dal pubblico va assolutamente migliorata, è ancor più necessario contrastare l’evasione senza se e senza ma, ovunque essa si annidi: “L’infedeltà fiscale, infatti, è una piaga sociale/economica inaccettabile che, tra le altre cose, penalizza i più deboli, perché riduce la qualità e la quantità dei servizi offerti dal sistema pubblico”. Non solo. Non è nemmeno plausibile la tesi che non pagare le tasse sarebbe “giustificato” perché lo Stato funziona male. Se tutti pagassero quanto richiesto, la PA avrebbe più risorse a disposizione, probabilmente funzionerebbe meglio e si creerebbero le condizioni anche per tagliare in misura strutturale la pressione fiscale”, dice la nota della Confederazione.

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