Ieri in tarda serata è arrivato il primo giudizio ‘straniero’ sui conti pubblici italiani dopo Nadef e Manovra economica. E Standard and Poor’s Corporation ha confermato per il Belpaese il Rating BBB (in pratica due tacche al di sopra della temuta soglia spazzatura, quella tipica dei Paesi a elevato rischio default) con outlook stabile il quale “bilancia la nostra visione di un consolidamento di bilancio più lento di quanto precedentemente previsto, anche a causa dell’aumento dei pagamenti di interessi sul debito pubblico, con il significativo stimolo economico che i fondi Ue dovrebbero fornire”, ha spiegato la nota di S&P. Sempre Standard and Pool’s ha parlato di una crescita che decelererà nel 2023 e nel 2024 (con Pil in aumento rispettivamente dello 0,9% e dello 0,7%), mentre il Prodotto interno lordo riprenderà la sua corsa pienamente, sempre secondo le previsioni, nel 2025 con l’1,3%, grazie all’accelerazione nell’implementazione dei fondi del Pnrr.
Le possibilità
L’agenzia statunitense ha spiegato che potrebbe abbassare il rating nel caso in cui la sua traiettoria di bilancio si discostasse significativamente dagli obiettivi prefissati. Tuttavia S&P ha sottolineato anche che il rating potrebbe migliorare se si verificassero situazioni quali un miglioramento delle performance di bilancio attraverso politiche di riduzione del deficit o una crescita economica più robusta di quanto previsto.
Standard and Poor’s Corporation (S&P) è una società privata con base negli Stati Uniti che realizza ricerche finanziarie e analisi su titoli azionari e obbligazioni, fra le prime tre agenzie di rating (valutazione) al mondo insieme a Moody’s e Fitch Ratings. Ricordiamo che il rating è un giudizio che viene espresso da un soggetto esterno e indipendente, l’agenzia di rating appunto, sulle capacità di una società di pagare o meno i propri debiti.
I prossimi giudizi
Dopo il giudizio di S&P, la prossima settimana sarà la volta dell’agenzia canadese DBRS: a maggio aveva elogiato la capacità di resistenza dell’economia italiana. Poi il 10 novembre sarà il turno di Fitch Ratings. Il 17 novembre ci sarà infine il voto di Moody’s che a maggio non aggiornò il rating.