giovedì, 21 Novembre, 2024
Attualità

Terrorismo. Due arresti a Milano. Minacce a Giorgia Meloni

Due arresti con l’accusa di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere. Un blitz della polizia di Milano con una sorpresa inquietante, nella chat usata dai due uomini di origine egiziane, sono spuntate delle “minacce” indirizzate al presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ieri dopo questo episodio, e le notizie della sparatoria a Bruxelles, sono state rinforzate le misure di sicurezza anti terrorismo in tutta Italia. Sotto controllo i siti e le aree sensibili, come ad esempio, a Roma nell’area attorno al Vaticano le forze dell’ordine hanno elevato il livello di vigilanza in considerazione delle possibili minacce.

Gli arresti di Milano

L’operazione è stata condotta dalla Digos di Milano, dal Centro Operativo per la Sicurezza cibernetica di Perugia, dalla Direzione centrale della Polizia di Prevenzione e dal Servizio centrale Polizia Postale e delle Comunicazioni. I 2 arresti sono stati operati nei confronti di un cittadino egiziano e un naturalizzato italiano di origine egiziane, accusati di partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo e istigazione a delinquere. Secondo la Procura erano “estremamente attivi” nella propaganda e nel proselitismo digitali per conto dell’Isis, mettendosi a disposizione dell’organizzazione terroristica e finanziando “cause di sostegno” del sedicente Stato islamico, al quale “avrebbero prestato giuramento di appartenenza e di fedeltà”. Spiega il procuratore di ilan, Marcello Viola, che ha tenuto una conferenza stampa, “data la gravità dei fatti e l’elevato allarme sociale”.

Gli arrestati, due vite normali

Durante la conferenza stampa, gli inquirenti hanno riferito che i due arrestati avevano apparentemente una vita normale. Uno dei due, il più giovane, “faceva attività di indottrinamento nei confronti dei figli e in particolare di quello più piccolo, adolescente”, ha spiegato il pm milanese Alessandro Gobbis in conferenza stampa. Quando sono stati arrestati si trovavano entrambi nelle proprie abitazioni in compagnia delle famiglie e, a quanto è stato riferito, “non hanno opposto alcuna resistenza”. Tutti e due gli indagati, inoltre, hanno un lavoro: uno era stato “un piccolo imprenditore edile, e adesso fa il muratore”, mentre l’altro ha sempre lavorato come “dipendente”.

Video raccapriccianti

Da quanto è emerso dalle indagini, la loro attività di proselitismo avveniva soltanto sul web, con minacce fra l’altro agli ebrei. “Raccapriccianti” alcuni dei video trovati con bambini che sparavano a dei prigionieri. Entrambi avevano una competenza sull’uso delle armi, Il più giovane, inoltre, “stava cercando di fare un viaggio in Turchia”, ha sottolineato ancora il pm, Gobbis, “che è la porta per andare nei territori dell’Isis. Quando non scriveva nei vari gruppi, molte delle sue ricerche online erano inerenti la Turchia”.

Minacce a Giorgia Meloni

Nelle chat sono state riscontrate, scrive la Procura, anche “minacce” alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rintracciate nelle chat in cui scrivevano i due arrestati. In particolare, mettevano i loro commenti di appoggio all’Isis e contro l’Occidente sul web. Avrebbero anche inviato soldi come finanziamenti, in particolare a donne rimaste vedove in Palestina, ad alcune persone nello Yemen, oltre ad un uomo che farebbe parte dell’Isis in Siria. I due, secondo i riscontri della polizia, in particolare, mettevano i loro commenti di appoggio all’Isis e contro l’Occidente su gruppi Telegram, Facebook e WhatsApp, frequentati da estremisti.

No relazione con Bruxelles

Per la procura non ci sarebbe nessun collegamento con l’attentato di lunedì sera a Bruxelles né con il recente arresto dello scorso sabato di un 33enne egiziano responsabile di un’aggressione a mani nude a tre passanti nel capoluogo lombardo impugnando una copia del Corano mentre proferiva frasi come “Allah è grande”. Avvenuto lo scorso sabato sempre a Milano.

Tajani: alzato livello di guardia

A fare il punto della situazione in Italia è il vice presidente del Consiglio, Antonio Tajani. “In Italia il livello di guardia è già stato alzato da qualche giorno, stiamo tenendo tutto sotto controllo. Carabinieri, polizia, guardia di finanza, polizia penitenziaria, servizi di intelligence lavorano con attività di prevenzione, tant’è che stamane sono state arrestate due persone accusate di terrorismo”. Il ministro Tajani, ha spiegato inoltre che
“Al momento non ci sono minacce dirette verso l’Italia, peto può esserci sempre qualche fondamentalista esagitati, qualche cane sciolto quindi la prevenzione è massima. Non abbiamo pericoli segnalati imminenti”, ha precisato Tajani, “si fa di tutto perchè gli italiani possano vivere in sicurezza, anche controlli sugli immigrati che arrivano perchè non ci siano infiltrati terroristi”.

Salvini: tolleranza zero

Sulla prevenzione e sugli arresti di Milano è intervento anche il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, “Grazie alle Forze dell’Ordine. Tolleranza zero, controlli, manette ed espulsioni per chi sostiene il terrorismo islamico”.

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