Per il Governo la manovra è un tornante importante e serve “prudenza”. La Presidente Meloni l’ha detto chiaro ai capigruppo di maggioranza convocati a tarda ora a palazzo Chigi. “Emendamenti di sostanza sui temi cardine” è il suggerimento primario e quindi un invito alla compattezza politica. In realtà gli incontri sono stati due; uno con i vicepremier Salvini e Tajani con anche il presidente di Noi moderati, Maurizio Lupi e il ministro Giorgetti e il secondo con i capigruppo di maggioranza. L’obiettivo è stringere i tempi il più possibile, puntare a varare la Legge di bilancio tra fine novembre e inizio dicembre e dare un segnale di affidabilità e credibilità ai mercati.
No a posizioni “di bandiera”
“Serve uno sforzo comune per la legge di bilancio, la maggioranza punti a emendamenti di sostanza sui temi cardine” è l’indicazione di palazzo Chigi che chiede di non ingolfare l’iter della manovra, limitando gli emendamenti, ma anche a tenere conto degli scenari attuali: “difficile situazione internazionale” e “rischio di nuovi choc petroliferi” dopo l’attacco di Hamas a Israele. La premier vuole serrare i ranghi, “né errori né sorprese” per poter arrivare in Parlamento a fine novembre e dare segnali di stabilità sia all’Europa che agli organismi internazionali, come Fmi che in questi giorni ha chiesto all’Italia “più ambizione” per la riduzione del debito e riforme pro-crescita. Dopo il via libera del Parlamento alla Nota di aggiornamento al Defe allo scostamento la strada dovrebbe essere in discesa. Per questo la Presidente cerca compattezza e chiede alle forze di maggioranza di non fare forzature per fini “di bandiera”. Non c’è spazio per accontentare tutti, mancano i soldi – solo i bonus e superbonus ereditati dai governi Conte costano oltre 20 miliardi l’anno – e lunedì il Consiglio dei ministri deve fare il punto sul Documento programmatico di bilancio per poi inviarlo a Bruxelles.
Sessione “veloce e fruttuosa”
Anche il ministro Giorgetti spinge per una sessione di bilancio “veloce e fruttuosa” con un iter parlamentare senza incidenti di percorso. Secondo i più ottimisti il testo arriverà al Senato tra il 26 e il 27 ottobre. Maurizio Lupi, uscendo dall’incontro, ha dichiarato che “in un momento come questo c’è bisogno di responsabilità, concretezza, serietà. E la manovra sarà incentrata su questo e c’è veramente una con condivisione da parte di tutta la maggioranza”. I pilastri, dunque: famiglia, imprese, sanità, riduzione del cuneo fiscale. Il ministro del Made in Italy, Urso, ha detto che la manovra è “cauta e responsabile” e ha aggiunto che “il ministro Giorgetti ha trovato la quadra.” “Le risorse che sono state messe in campo”, ha aggiunto, “servono a rafforzare il potere di acquisto dei lavoratori e delle famiglie e per dare una spinta allo sviluppo.”
Il Pd: “Promesse non mantenute”
Il Pd, con il presidente dei senatori Francesco Boccia, commenta che non è vero che va tutto bene e lo dimostrerebbe “la nota di aggiornamento al Def approvata dalla maggioranza che ha di fatto cancellato e smentito il Def del 28 aprile costruendo una manovra in deficit con ipotesi di crescita irrealizzabili e con privatizzazioni fantasma.” “La riunione del Governo con i partiti di maggioranza”, conclude Boccia, “sancisce che le promesse che tutti i partiti di governo avevano fatto ai loro elettori non saranno mantenute, che non c’è un centesimo”.