È stata avviata dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato un’istruttoria nei confronti della Società Vueling Airlines, attiva nel mercato del trasporto aereo. Il procedimento mira a fare chiarezza riguardo le modalità di determinazione del prezzo dei servizi aggiuntivi a pagamento di Vueling Airlines per il bagaglio a mano. L’Autorità ha reso noto che la compagnia aerea non fornisce informazioni chiare e esaustive sul fatto che il prezzo dei servizi aggiuntivi del bagaglio a mano varia a seconda del canale d’acquisto. In particolare, ci sarebbero differenze tra l’acquisto del servizio dal sito web e tramite l’app di Vueling. Inoltre, secondo l’Antitrust, anche il device di cui si serve il consumatore è utilizzato come parametro per procedere a una profilazione del cliente in modo da differenziare il prezzo d’acquisto del biglietto.
La risposta della compagnia
In merito all’istruttoria presentata dall’Autorità Garante Vueling ha ribadito in una nota che “la sua politica dei bagagli è trasparente e conforme alla normativa. Questa politica che non fa distinzione tra dispositivi, né tra canali web o App, è a disposizione del consumatore sul sito web della compagnia e il cliente viene informato durante tutto il processo di acquisto. Vueling lavorerà a stretto contatto con le autorità per fornire tutte le informazioni necessarie e chiarire ogni dubbio”.
Il caso Ryanair
L’avvio dell’istruttoria nei confronti di Vueling arriva a pochi giorni di distanza da un altro procedimento avviato contro un’altra compagnia low cost. Già lo scorso 20 settembre, infatti, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato aveva aperto un’indagine contro Ryanair per un possibile “abuso di posizione dominante”. Per l’Antitrust la compagnia low cost irlandese danneggerebbe altre agenzie di viaggio imponendo differenti modalità di acquisto dei biglietti aerei e cercando di espandere il proprio potere di mercato introducendosi nell’offerta di altri servizi turistici come noleggio auto e pernottamenti in hotel.
Il turismo
Il caro voli, l’impennata delle tariffe extra e l’inflazione hanno inciso negativamente sui flussi turistici e non hanno permesso di mantenere stabili i prezzi. L’estate 2023, infatti, doveva raggiungere numeri record anche per il nostro Paese e invece, secondo i dati di Federturismo, si è registrato un calo pari al 30% della domanda verso molte destinazioni italiane. Questo calo è riconducibile anche a quella fetta di turisti che ha rinunciato a partire a causa degli elevati costi offerti dalle compagnie low cost per raggiungere le mete desiderate. Queste compagnie che in passato si caratterizzavano per l’applicazione di prezzi più bassi in virtù di servizi meno esclusivi hanno aumentato nella scorsa stagione estiva i costi dell’8% sulle tratte nazionali e del 22% sulle tratte internazionali. Stessa sorte è toccata anche ai servizi extra come il trasporto del bagaglio a mano, che se nel 2019 aveva un costo medio di 9 euro a tratta nella scorsa estate ha raggiunto il prezzo record di circa ai 29,90 euro.