Portare la solidarietà alla comunità ebraica romana e italiana. È il senso della visita del premier Giorgia Meloni che ieri si è recata alla Sinagoga di Roma.
“Il senso di questa visita”, ha detto uscendo, “è chiaramente portare la solidarietà alla comunità ebraica romana e italiana perché nelle scene terribili che arrivano da Israele c’è qualcosa di più di quello che si vede in un normale ma già tragico scenario di guerra”. Il premier ha ricordato le raccapriccianti sequenze del raid dei terroristi di Hamas compiuti il 7 ottobre.
Attentati, il rischio contagi
“Nella caccia casa per casa ai civili, nel rastrellamento di bambini, giovani c’è l’odio verso l’intero popolo. Bisogna intensificare”, ha proseguito, “la protezione dei cittadini di religione ebraica anche sul nostro territorio perché il rischio di emulazione degli atti criminali da parte di Hamas potrebbe arrivare anche da noi”.
In difesa di Israele
Il presidente del Consiglio ha riaffermato l’impegno dell’Italia in difesa del popolo ebraico e di Israele. “Quindi sono qui a dire che difenderemo questi cittadini, da ogni forma di antisemitismo. Difendere il diritto all’esistenza e alla difesa di Israele”, ha sottolineato ancora il premier, “significa difendere questi giovani, questi bambini, queste donne” vittime degli atti di Hamas.
Il rientro dei cittadini italiani
Quanto alla coppia di italiani con doppio passaporto che mancherebbero all’appello, Meloni ha detto che “non ci sono ancora novità, stiamo seguendo da vicino insieme al nostro ministero degli Esteri, il nostro diplomatico, la nostra intelligence. Sono tutti allertati per loro e per i diversi doppi cittadini che attualmente si trovano in Israele. Ovviamente”, ha concluso il premier, “intendiamo dare massimo sostegno a ogni nostro cittadino”.
Tajani: il diritto alla sicurezza
Ieri il vice premier e ministro degli Esteri Antonio Tajani in un’informativa alla Camera ha chiesto che dal Parlamento arrivi un messaggio unitario di sostegno a Tel Aviv.
“Israele è una nazione sovrana che ha il diritto di vivere in pace e sicurezza. Auspico che dal Parlamento arrivi un messaggio unitario in questo senso”. Il ministro ha poi spiegato che
gli italiani residenti in Israele sono oltre 18mila, “tra cui numerosi cittadini con doppio cittadinanza e circa mille ragazzi arruolati per il servizio di leva. A Gaza ci sono circa 10 italiani, tra cui una bambina”. “Sono circa mille gli italiani” presenti nel Paese “che si aggiungono ai 18mila residenti in Israele, lavoriamo per rimpatriarli tutti”, ha aggiunto. Oltre ai 400 rientrati ieri a Roma, “nei prossimi giorni altri 500 italiani torneranno con voli privati e voli militari”, ha aggiunto Tajani.
Documento unitario
Dopo l’informativa del ministro, l’Aula ha proseguito con l’esame di alcuni provvedimenti tra cui le risoluzione su Israele. La maggioranza di centrodestra ha presentato un testo da cui le opposizioni si sono smarcate: l’alternativa non è stato un documento unitario ma due risoluzioni divise: una di Azione e Italia Viva e una di Pd, M5s e Sinistra e Verdi, che hanno raggiunto un’intesa dopo ore di trattativa.
Controlli sugli aiuti umanitari
Per quanto riguarda gli aiuti europei ai palestinesi, “verificheremo che siano effettivamente utilizzati per scopi umanitari e non per altri scopi”. Il governo è impegnato ha evidenziato Tajani, “ad agire per evitare che arrivino fondi a Hamas – attraverso canali istituzionali, organizzazioni internazionali o privati – che, vengano utilizzati per finanziare attacchi terroristici e incitare all’odio verso Israele; a sviluppare un’azione diplomatica con i principali partner e attori regionali per evitare l’escalation del conflitto”.