Il primo ministro Benjamin Netanyahu ha nominato un Coordinatore per gli ostaggi e per le persone scomparse. L’ufficio del Coordinatore lavorerà con le famiglie delle persone rapite durante il blitz di Hamas di sabato scorso. Gli ostaggi, secondo diverse fonti, sono un centinaio e molte famiglie non sanno ancora cosa possa essere accaduto ai loro cari; c’è bisogno di un sostegno psicologico e di un lavoro specifico. Netanyahu ha preso la decisione del Coordinatore dopo forte insistenza da parte del leader di opposizione Yair Lapid, critico con il Governo perché “non era stato ancora nominato un ufficio dedicato alle persone scomparse.”
Numero verde per le famiglie
Domenica il Ministero del Welfare e degli Affari sociali ha istituito una squadra composta da assistenti sociali e psicologi che hanno il compito di assistere e sostenere le famiglie degli ostaggi. Altre squadre si occuperanno, invece, delle famiglie delle persone uccise o rimaste ferite. Il Governo ha anche istituto un numero verde al quale le famiglie possono rivolgersi per ogni informazione. I servizi sociali sono tutti mobilitati, sia a livello nazionale che locale. Nel frattempo il Ministero dell’Istruzione ha chiuso tutte le scuole per motivi di sicurezza. “Se la situazione lo consentirà” saranno riaperte da mercoledì. Anche il nuovo semestre nelle università comincerà il 22 ottobre e non il 15 come previsto.
Ostaggi rinchiusi nei tunnel
La condizione degli ostaggi è quanto preoccupa di più il Governo perché incide molto sullo stress al quale può essere sottoposta la popolazione civile. Nella memoria di tutti è rimasta la vicenda del soldato Gilad Shalit che fu tenuto prigioniero per cinque anni e fu liberato il 18 ottobre 2011, dopo uno scambio con 1027 terroristi di Hamas, rilasciati dalle carceri israeliane. Ora gli ostaggi, da un primo monitoraggio, sembrano soprattutto civili: catturati nelle zone del sud di Israele e portati nell’area di Gaza. L’esercito ha confermato una cifra alta di ostaggi, ma non ha ancora dato un numero preciso, mentre Hamas parla di “decine e decine di ufficiali e soldati rinchiusi nei tunnel della resistenza.”
Smentiti i negoziati
Israele, tra l’altro, ha smentito la notizia diffusa ieri di aver chiesto all’Egitto di intervenire per la mediazione allo scopo di liberare gli ostaggi: “per ora stiamo combattendo i terroristi che sono sul suolo israeliano. Non siamo coinvolti fino ad ora in alcuna conversazione, in alcun negoziato sugli ostaggi”. Mentre Francia, Ucraina, Bielorussia e Germania hanno confermato che ci sono propri cittadini tra quelli presi in ostaggio, uccisi o feriti. Per la liberazione degli ostaggi la situazione è complessa anche perché le fazioni di Gaza sono più di una: Hamas, Jihad islamica e Brigate dei Martiri di Al-Aqsa. Anche quando si apriranno le trattative si teme che potrebbero andare avanti per anni.